Polemiche sul progetto

Acqua alla Puglia, Manzo (5S): “La nostra agricoltura rischia di restare a secco”

Nel giorno in cui si apre il tavolo tecnico sul progetto di realizzazione di una condotta che trasferirà l’acqua del Molise verso la Puglia, nella nostra regione aumentano le preoccupazioni per un’infrastruttura che rischia di penalizzare l’agricoltura del Basso Molise. All’incontro, che si svolgerà a Foggia come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, parteciperà il commissario dei consorzi di bonifica Trigno-Biferno e Larinese, l’ingegnere Vincenzo Napoli, delegato a trattare la cessione dell’acqua del Liscione alla Capitanata.

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Torna a farsi sentire l’opposizione in Consiglio regionale. Dopo Micaela Fanelli (Pd), alza la voce la consigliera del Movimento 5 Stelle Patrizia Manzo: “Non possiamo permettere che, di nuovo, una delle nostre risorse più preziose diventi merce di uno scambio che penalizza il territorio e chi ci vive. Né, tantomeno, possiamo accettare che gli agricoltori debbano subire scelte scellerate, calate dall’alto e sconosciute persino al Consiglio regionale, il luogo dove tali decisioni devono essere affrontate ed assunte”.

Per la consigliera pentastellata è “l’ultimo colpo di scena nella triste e sempre più surreale storia della gestione territoriale del Molise”.

In attesa di capire l’esito del confronto nella sede del Consorzio della Capitanata, Manzo aggiunge: “La Regione Molise, rappresentata da un tecnico che avrebbe avuto ‘un ampio mandato politico’ – ignoriamo da chi, quando e perché – parteciperà al primo tavolo tecnico interregionale sulla costruzione di una condotta di dieci chilometri – “due tubi di 400 millimetri ciascuno e un investimento di 10 milioni” – che porterà l’acqua dalla diga del Liscione all’impianto di potabilizzazione di Finocchito, a due passi dalla diga di Occhito”.

A suo avviso i più penalizzati da questo progetto saranno gli agricoltori del Basso Molise: “A discapito delle esigenze più volte rappresentate dai nostri agricoltori e dai Consorzi di bonifica, l’acqua “molisana” potrebbe quindi arrivare a Foggia e nelle campagne a sud della regione che avrebbero così una dotazione maggiore per fare fronte alle periodiche crisi idriche come quella che interessa anche oggi l’invaso di Occhito che è ai limiti storici. Gli ultimi dati sono allarmanti: una disponibilità di quasi 125 milioni di metri cubi mentre lo scorso anno, in questo stesso periodo, era di 224 milioni circa”.

La solidarietà non è in discussione ma, è evidente, un altro tema: quello – solito – del mancato confronto in Aula, della mancata condivisione di strategie e programmazione. E’ inconcepibile che si apprendano notizie del genere per puro caso, che l’Aula non sia a conoscenza di questo progetto: è quantomeno curioso che ora, nelle mire dei nostri vicini, ci sia l’acqua del Liscione”.

Solo l’entrata in funzione dell’Acquedotto Molisano centrale probabilmente eviterà i disagi alla popolazione.

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“Adesso che i cittadini del basso Molise usufruiscono finalmente dell’acqua sorgiva – la riflessione dell’esponente grillina – rinunciamo a quella che invece potrebbe essere appannaggio delle necessità del settore agricolo? Nella ricostruzione del presidente del Consorzio della Capitanata, Giuseppe De Filippo sembra che ci facciano anche un favore.

A parte lo sconforto nell’appurare che da altre regioni ci si arroghi tranquillamente il diritto di indicarci come e dove spendere i nostri soldi – emblema questo dell’inconsistenza politica del nostro esecutivo regionale – sfugge al presidente De Filippo che nella trappola del ristoro economico il Molise è già caduto parecchi decenni fa quando, cedendo alla Puglia le acque dell’invaso di Occhito, avrebbe dovuto avere un ‘ritorno’ in termini infrastrutturali mai realizzato. Oggetto, questo accordo datato 1978, di una mia interpellanza urgente, depositata il 6 aprile scorso”.

Sulla base delle recenti novità Patrizia Manzo ha sottoscritto una mozione che, sottolinea, “spero venga trattata con urgenza dall’Aula con l’obiettivo di comprendere chi ha dato il proprio assenso a tale incontro, le motivazioni per le quali partecipa un tecnico e non la Regione Molise, e soprattutto come mai tale problematica abbia bypassato il Consiglio regionale. Si dice che ‘quando si prega per la pioggia il fango va messo in conto’, ma qui si rischia di arrivare al paradosso che, in Molise, resti solo il fango.

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