Termoli

Noi come opere d’arte: gli studenti di Difesa Grande diventano quadri

Non è detto che se una epidemia sanitaria ferma la scuola, le attività debbano per forza perdersi ed essere annullate. Al contrario basta reinventarsi e riorganizzarsi per creare. Ed è quello che hanno fatto gli alunni delle classi quinte dell’istituto comprensivo di Difesa Grande guidato dal preside Salvatore Sibilla.

A inizio anno le insegnanti hanno proposto ai ragazzi di lavorare in una maniera originale con i quadri e le opere d’arte “in un progetto più ampio – spiega la referente, l’insegnante Sonia Di Marco – che mirava ad unire gli obiettivi nazionali della scuola primaria allo studio della storia dell’arte, passando per la sperimentazione pratica con la produzione di piccoli elaborati pittorici”.

Poi l’emergenza sanitaria ha chiuso le scuole, costretto alunni e insegnanti a casa, annullato tante iniziative. Ma non tutte, perchè i quadri e le opere d’arte si possono studiare e reinterpretare anche a casa. “Non potendo mettere in atto tutto il percorso abbiamo proposto l’attività di impersonare opere d’arte nella didattica a distanza. Gli alunni hanno lavorato prima sullo studio dell’opera d’arte che gli era stata assegnata, completando una scheda di osservazione ed analisi del ritratto”. Poi, dopo la teoria, la pratica.

Gli alunni hanno così spulciato a casa, in cassetti, armadi e dispense per trovare tutto il materiale necessario per diventare i protagonisti dei quadri. Grazie all’aiuto di mamma e papà, hanno indossato i costumi e si sono messi in posa per una foto. Sono così diventate grazie ad un foulard e ad un orecchino di perla, la Ragazza con l’orecchino di perla di Jan Veermer, e poi con la bocca splancata per impersonare l’Urlo di Munch, mentre il cane è diventato con una alunna il quadro la Dama con l’emerllino di Leonardo Da Vinci.

Noi come opere d'arte

L’entusiasmo dei ragazzi ha così coinvolto anche gli insegnanti che si sono prestate a diventare opere d’arte con i loro studenti. “E questa è stata una sorpresa – rivela ancora l’insegnante – loro non sapevano che ci saremmo state anche noi nel video. Quando ci hanno visto erano divertiti”.

Noi come opere d'arte

“Inizialmente è stato difficile spronarli e coinvolgerli a distanza – aggiunge alla fine la maestra – in classe avremmo condiviso dei momenti che avrebbero motivato ognuno a mettersi in gioco fino in fondo. Quando hanno capito cosa stava per venire fuori sono stati loro a comunicare a distanza affinché il lavoro fosse completo. Hanno visto il video per primi, in video lezione, dato che ormai è diventata quella la nostra quotidianità scolastica. Li abbiamo visti sorridere, sorpresi e incuriositi nel vedere cosa avevano realizzato i compagni all’interno delle loro case. Naturalmente non vedevano l’ora che il video venisse pubblicato”.

commenta