Gestori controllori: il rebus

I lidi riapriranno il 1 giugno, ma i concessionari non possono fare gli sceriffi. L’esperta: “Servono direttive chiare, linee Inail improponibili”

Sulle spiagge molisane si attende il suono della campanella per piantare gli ombrelloni e organizzare il complicato servizio di balneazione con le norme anticovid, che ora sono ancora una giungla. A preoccupare i gestori degli stabilimenti è la responsabilità che grava interamente su di loro e sconfina nel penale: “Non possiamo fare noi i controlli, non siamo la polizia”. L’avvocato Anna Pangia, esperta di diritto amministrativo e demanio marittimo, chiarisce: “Il documento Inail è molto restrittivo ma per ora ha solo valore di raccomandazione. Deve essere recepito, auspichiamo ordinanze chiare e praticabili, possibilmente uniformate fra le Regioni”.

La parola d’ordine è riaprire. Attività commerciali, bar e ristoranti lunedì prossimo 18 maggio. La spiaggia invece, tesoro per eccellenza del turismo molisano, quest’anno ancora più prezioso per la lunga quarantena tra quattro mura cui i cittadini sono stati sottoposti, il prossimo 1 giugno.  È la data canonica in cui debuttano i lidi balneari. Proprio oggi il Governatore del Molise Donato Toma ha confermato la volontà di far partire la stagione balneare quel giorno.  Una data dunque, anche se suscettibile di variazioni, c’è. Manca invece tutto il resto.

Spiaggia Termoli covid maggio 2020 riovivo

Gli operatori del mare di Termoli cominciano a essere davvero esausti, provati da un’attesa infinita sulle indicazioni alle quali sanno di doversi attenere in un contesto ancora segnato da una pandemia in atto. Hanno fatto la manutenzione, stanno concludendo la pulizia degli arenili, con investimenti per mezzi meccanici e operai, ma non sanno come potranno alzare la saracinesca – metaforica – degli stabilimenti per i quali pagano le concessioni demaniali. A preoccuparli non è soltanto il distanziamento fra un ombrellone e l’altro contenuto nel contestatissimo documento redatto dall’Inail sulla base delle indicazioni dell’Istituto superiore di sanità, che parla di almeno 4 metri di distanza tra un palo e l’altro. Un modulo che, soprattutto per i gestori della spiaggia nord, significa rinunciare al 40 per cento dei clienti.

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Diversa la situazione di Rio Vivo, dove grazie a una spiaggia hawaiana la distanza abituale fra gli ombrelloni è tutto sommato la stessa prevista nelle misure anticovid. Ma, per l’appunto, non è solo questo il problema. Perché la domanda che un po’ tutti si stanno ponendo in questi giorni di attesa e inevitabile nervosismo è la seguente: “Come possiamo controllare tutto noi? Come possiamo garantire che le persone restino a giusta distanza l’una dall’altra, che i bambini non si mettano a giocare insieme, che in mare, area che peraltro non è nemmeno nella nostra concessione, non si creino assembramenti?”

Sono operatori del turismo, “non siamo sceriffi”, la sintesi delle loro più che legittime considerazioni, alla luce del ruolo di controllori pressoché unici che assegna loro il documento Inail.

L’avvocato esperto di diritto amministrativo e demanio marittimo Anna Pangia, termolese che la spiaggia locale la conosce bene, è d’accordo anche da un punto di vista giuridico. “È un problema. I concessionari hanno ragione. Se le linee guida dell’Inail, che per ora hanno il valore di semplici raccomandazioni e che devono essere recepite con apposite decreti o ordinanze, troveranno applicazione pratica, si creeranno situazioni pericolose”.

L’attuazione di quelle indicazioni è “inimmaginabile, perché non possiamo pensare che per quanto riguarda l’intero servizio di balneazione il problema venga ascritto tutto in capo ai concessionari. I quali rischiano anche da un punto di vista penale”.

Spiaggia Termoli covid maggio 2020 riovivo

Con tutte le incognite del caso, ancora da chiarire. “Non possiamo dimenticare – aggiunge Anna Pangia – che il perimetro della concessione è ben preciso e non ingloba né la battigia né lo specchio acqueo, esclusi dalla concessione appunto. Il problema si pone pertanto anche per quanto riguarda il salvataggio e i controlli in mare e sulla riva. Non è solo un problema di distanziamento fra ombrelloni, ma un problema di gestione e controlli che pesa interamente sulle spalle dei balneatori secondo queste indicazioni. Sono loro a dover garantire ingressi contingentati, loro a dover adottare e garantire il rispetto di tutte le norme anticovid, loro a dover vietare l’uso promiscuo delle cabine, la pratica ludico-sportiva. Dovrebbero cioè i gestori controllare che sotto lo stesso ombrellone non si creino gruppetti, che ognuno mantenga una distanza di sicurezza. Insomma, esonerare il cliente dalla responsabilità non è una strada percorribile”.

Spiaggia Termoli covid maggio 2020 riovivo

Per l’esperta quel documento che ha fatto letteralmente infuriare la maggior parte dei gestori di lidi è impraticabile, e l’auspicio è che gli atti amministrativi vadano incontro anche e soprattutto alle esigenze di chi la spiaggia la organizza e la gestisce. La materia del demanio marittimo è di competenza regionale e per il Molise ci potrebbe essere una ordinanza più flessibile, meglio però se uniformata a quella delle altre regioni, anche per evitare guerre giudiziarie e scontri istituzionali come accaduto nel caso Calabria. “Ovviamente – sintetizza l’avvocato – ignorare il documento di Inail e Istituto Superiore di Sanità sarà difficile, ma bisognerà recepirlo in una maniera più concreta sia a livello centrale che regionale”.

Per ora l’unico pane quotidiano dei gestori di lidi sono i dubbi, insieme alla speranza di avere, oltre a una data, una strada da seguire almeno praticabile.

Spiaggia Termoli covid maggio 2020 riovivo
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