Speranze e timori

Il giorno delle riaperture: saloni pieni, negozi vuoti. Termoli si rianima coi bar, mentre i ristoranti restano chiusi al pubblico fotogallery

Traffico e passeggio simili a prima dell'emergenza coronavirus a Termoli lunedì 18 maggio. Al bar si torna a gustare caffé e aperitivi, mentre i parrucchieri devono smaltire settimane di appuntamenti rinviati. Meno bene i negozi dove la gente ha timore di provare gli indumenti. Molti ristoratori hanno scelto invece di rinviare la ripartenza

Traffico tornato molto simile a prima dello tsunami coronavirus, passeggio come in una normale giornata primaverile, via vai che ricomincia nei bar, ma quasi nessuno nei negozi e ristoranti ancora chiusi.

Il primo giorno delle riaperture coincide a Termoli con una giornata di clima primaverile, che incentiva a uscire. È un 18 maggio molto diverso da quello di sempre, un 18 maggio difficile da dimenticare soprattutto per chi rialza la saracinesca dopo 70 giorni circa di chiusura.

 

Parrucchieri, barbieri ed estetisti non vedevano l’ora di riaprire. I clienti, ancora di più. Capigliature imbarazzanti da cancellare, finalmente, inestetismi da nascondere, piccoli grandi piaceri da riconquistare. La lista delle prenotazioni è lunga per chi avrebbe dovuto ricominciare solo l’1 giugno, ma invece ha avuto la luce verde a partire da oggi.

“Ci siamo organizzati, con spazi, sanificazione, igienizzanti, autocertificazione per i clienti e prenotazioni” riferisce Erika Licianci, parrucchiera titolare di un salone in via Argentina. “Ricominciamo piano piano” sorride mentre i suoi dipendenti sono già alle prese con tagli, colore e pieghe di buon mattino.

L’entusiasmo, frenato solo dai cavilli delle regole e da modalità completamente cambiate, è identico per Alessandra Caruso, titolare di un centro estetico qualche metro più in là. Non possiamo entrare, ma lei dall’uscio ci spiega che è per via dell’angusto locale, che non può accogliere che una persona per operatore alla volta, sempre e solo su prenotazione, e non si sgarra.

Voglia di ricominciare che è anche quella di andare a gustare una tazzina di espresso al bancone del bar. “La gente ha voglia di normalità” dicono al Malisy, locale su corso Nazionale. “I clienti passano anche solo a dirci ciao, c’è un ritrovato entusiasmo”.

Il passeggio sul Corso Nazionale sembra quello di una classica giornata primaverile. Anzi, considerando che si tratta di un lunedì mattina, il via vai è quasi insolito. Ma la voglia di rimettere il naso fuori di casa non corrisponde alla voglia di fare shopping, se si esclude qualche catena di intimo dove c’è la fila fuori. Nelle boutique del centro termolese il clima è altalenante. Spirito positivo e voglia di ricominciare da un lato, timori e poca fiducia nell’afflusso di clienti dall’altro.

Termoli 18 maggio

“C’è timore fra le persone. Venire qui e indossare un capo mette a disagio. Poi c’è anche l’impressione che i clienti si sentano obbligati ad acquistare una volta provato l’indumento” confessano alcuni esercenti in via XX Settembre.

In corso Fratelli Brigida il negozio Edoné mostra di avere grande voglia di ripartire, tanto da aver puntato anche sulla vendita on line di mascherine di tendenza, “l’unico prodotto che si sta vendendo”. “L’umore è alto, ce l’abbiamo messa tutta. Purtroppo ci saremmo aspettati un’affluenza diversa. Forse la gente è spaventata”.

Quasi tutti quelli che hanno riaperto stamattina si sono trovati a fare i conti con la novità dell’ultim’ora, cioè l’autocertificazione richiesta dalla Regione Molise che chiede di mettere nero su bianco agli esercenti di essere in regola con le delle norme previste. “E’ uno scaricabarile continuo di responsabilità, il Governo sulle Regioni e la Regione su di noi”.

C’è chi l’ha scoperto solo stamane, appena sveglio, e si è messo a compilarla in tutta fretta. Molti l’hanno saputo grazie al Movimento Imprese Ospitalità. Qualcuno confessa di non esserne a conoscenza, altri ancora l’hanno inviata ma non sono certi di essere perfettamente in regola. Insomma un po’ il caos.

E il giorno delle riaperture non sarà il 18 maggio invece per molti ristoratori. Quasi tutti i locali termolesi hanno scelto di attendere, spaesati e arrabbiati per la poca chiarezza nelle norme. “Non c’erano i presupposti, ci mancava solo l’autocertificazione di notte. Qui le spese aumentano, bonus e cassa integrazione non sono arrivati. Siamo abbandonati”, spiega con mestizia una ristoratrice di via Adriatica. Che poi aggiunge: “Si parla di una ‘Marcia su Roma’ il 2 giugno, io sicuramente ci andrò”.

Toma firma l’ordinanza e detta nuove regole: “Autocertificazioni prima di riaprire le attività”

Dallo Spirito Divino, il pizzaiolo commenta che “non ci si rende conto di quante spese ci siano per tenere aperto un locale, con i magri incassi che prevedo tanto vale restare chiusi”. E infatti prima del fine settimana il locale non riaprirà.

Sul II Corso incontriamo un noto chef e il cameriere di un ristorante che candidamente ammette che “non sappiamo ancora quando riapriremo, non sappiamo ancora se lo faremo oggi. Non si capisce bene se dobbiamo prendere la temperatura all’ingresso e i nomi dei clienti”. Insomma la confusione è tanta, il timore di controlli e multe ancora di più.

Termoli 18 maggio

Lavori in corso anche negli stabilimenti balneari, dove l’obiettivo resta quello di essere pronti per l’1 giugno. Ma il colpo d’occhio, finora, è spettrale.

E poi ci sono le agenzie di viaggio. La titolare di Travel & Book  ci spiega che la loro riapertura sarà domani. “Ma il telefono da oggi ha ricominciato a squillare, non ci sembra vero. C’è tanta voglia di tornare a viaggiare”.

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