Intrecci di potere

Tedeschi rompe il silenzio dopo l’epurazione: “Tradito da chi ha premiato i nemici”

Tra retroscena, intrecci oscuri e tradimenti l'ex consigliere regionale, promotore del reddito di residenza attiva, ripercorre in una lettera quanto accaduto e lancia accuse gravi nei confronti del presidente Donato Toma e delle manovre orchestrate in Regione: "Sovvertiti i principi della Costituzione". Infine l'ipotesi: "Ho lavorato per la riapertura dell'ospedale di Venafro e ho toccato le corde sbagliate". Probabile il riferimento ad Aldo Patriciello, proprietario della clinica privata Neuromed.

La nuova Giunta regionale sarà ricomposta all’inizio della settimana, dopo la promulgazione della Legge di Stabilità e degli altri provvedimenti approvati in Consiglio regionale nei tre giorni della maratona dedicata al bilancio. “Gli assessori saranno tutti interni”, le parole che ieri sera il presidente Donato Toma ha pronunciato davanti all’assemblea legislativa precludendo di fatto il ritorno dei quattro consiglieri ‘supplenti’.

Ormai i loro nomi dovreste conoscerli a menadito: Antonio Tedeschi, Massimiliano Scarabeo, Paola Matteo e Nico Romagnuolo. Ossia coloro che, due anni dopo le elezioni Regionali e dopo aver rimpiazzato nell’assise regionale gli assessori, sono stati poi esclusi per un duplice effetto: il rientro degli stessi assessori dimissionari e la cancellazione della surroga, ossia proprio il meccanismo che ha consentito ai primi dei non eletti di sedere a palazzo D’Aimmo.

I due esponenti venafrani Tedeschi e Scarabeo hanno pure provato a rivendicare i loro diritti al Tar Molise che però ha rinviato la vicenda al 13 maggio. Gli altri due – Paola Matteo, eletta con Orgoglio Molise (la lista che fa riferimento all’europarlamentare Aldo Patriciello) e Nico Romagnuolo (Forza Italia) – non hanno nemmeno provato a chiedere ai giudici amministrativi se la manovra del governatore Donato Toma fosse legittima.

Storia di questi giorni, “una delle pagine più nere della storia della nostra regione”, sottolinea convinto Antonio Tedeschi che, a tre giorni dall’epurazione dal Consiglio regionale, consegna agli organi di informazione una lettera in cui analizza quanto accaduto. Nelle due pagine scritte ricostruisce la vicenda e ipotizza gli intrecci sul ‘filo’ Campobasso-Venafro: da una parte il capoluogo sede del palazzo della Regione Molise, dall’altra la cittadina in cui vive assieme a Scarabeo, ma anche feudo dell’europarlamentare Aldo Patriciello, l’alleato più forte della coalizione nonchè proprietario della clinica Neuromed di Pozzilli.

E probabilmente Tedeschi sente di aver ‘pestato i piedi proprio a chi opera nella sanità privata dopo che il commissario Giustini ha inserito la riapertura dell’ospedale Santissimo Rosario nel Programma operativo 2019-2021.

E’ uno dei passaggi chiave della sua missiva nella quale definisce la vicenda che lo ha visto protagonista “un circolo vizioso nel quale non avrei mai pensato di ritrovarmi”.  Tedeschi racconta dei messaggi di vicinanza, partecipazione e solidarietà che in queste ore sta ricevendo dai molisani: “Li ringrazio per questo e per la
fiducia riposta nella mia persona, nel mio impegno e nel mio lavoro. Mai venuti meno, come la dedizione che ho profuso in ogni azione, ogni passo, ogni progetto. Dedizione che mi è costata molto cara”.

La lettera poi diventa più amara e mette in luce un sistema oscuro e malato: “In questa terra di potere, di incoerenza e contraddizioni, chi dimostra di agire per il bene del territorio e dei suoi abitanti non viene premiato, come in ogni democrazia che si rispetti. Al contrario, viene inviso, ostacolato, delegittimato. Con ogni mezzo, lecito o meno che sia, con manovre e strategie che lascio giudicare ai cittadini. Gli stessi che, sono sicuro, sapranno cogliere le opportune differenze tra chi agisce nel mero interesse personale, nell’obiettivo di conservare poltrone e privilegi e chi, invece, opera nella speranza di migliorare la propria terra, non limitandosi a guardare avanti con inettitudine, ma programmando concretamente il futuro”.

Tedeschi ripercorre il lavoro svolto in questi due anni: dalle “mie battaglie a tutela dell’ambiente” alla legge per la rivitalizzazione dei piccoli comuni molisani con l’operazione Reddito di Residenza Attiva che “ha regalato al Molise una visibilità planetaria senza precedenti, con spazi gratuiti sulla stampa internazionale e con migliaia di richieste di trasferirsi nella nostra piccola regione provenienti da tutto il mondo”.

Infine, la battaglia per la sanità pubblica, forse la più complicata nell’area venafrana. L’ex consigliere dei Popolari ricorda “gli importantissimi risultati conseguiti per la riattivazione dell’ospedale Santissimo Rosario di Venafro. Operazioni che, probabilmente, hanno urtato la sensibilità di qualcuno, toccato le corde sbagliate”. Possibile il riferimento ad Aldo Patriciello e al Neuromed.

“Ma non importa, resta la speranza di vedere tutti questi progetti realizzarsi, un giorno. Perché – scrive ancora il giovane politico – nonostante la congiura, si una vera e propria congiura, operata contro di me, alle mie spalle, non ho alcuna intenzione di arrendermi. Lo devo ai miei elettori, ai miei sostenitori, ai tanti cittadini che hanno imparato a credere in me e a fidarsi di me. Non abbandono la politica, che personalmente intendo ancora al servizio della gente”.

Tutte le sue speranze sono rivolte al Tribunale amministrativo che il 13 maggio si pronuncerà sul ricorso: “Confido nella giustizia, adesso, certo che le scorrettezze umane, prima ancora che politiche, verranno a galla“.

La parte finale della missiva è ‘dedicata’ al presidente Toma, nei confronti del quale utilizza parole al vetriolo: “Nel 2018 mi sono candidato con il centrodestra, a sostegno della coalizione di centrodestra, accettando di giocare la partita con regole precise. Ho portato un contributo di 1300 preferenze (pari a quelle ottenute da qualche esponente che fino a qualche giorno fa sedeva addirittura in Giunta). Ma qualcuno, oggi, ha deciso di cambiare le regole del gioco nel bel mezzo della partita, con un blitz che, di fatto, ha tradito gli “amici” e premiato i “nemici”, scrivendo una delle pagine più nere della storia della nostra regione, in barba a tutti i principi costituzionali. I cittadini non lo dimenticheranno. Dal canto mio sono pronto a difendermi dal torto subito e a lottare per ristabilire quel senso di giustizia nel quale non smetterò mai di credere”.

leggi anche
Toma e Pallante coronavirus Consiglio regionale bilancio
Il verdetto
Il Consiglio regionale cancella le “porte scorrevoli” per assessori e consiglieri. Il Tar respinge ricorso dei “supplenti”
Maurizio Tiberio
Politica
Blitz di Toma: Maurizio Tiberio nominato assessore “lampo”. Ricorso dei consiglieri surrogati
commenta