La tecnologia della fede

I riti millenari che cambiano: messe e omelie diventano social, e il Vangelo spiegato ai fedeli arriva via whatsapp

I nostri parrocci non si sono fatti spiazzare dal cambiamento, a tratti epocale, e in tempo di pandemia hanno scelto di celebrare le messe in diretta facebook. C'è persino chi, come don Nicola di Ferrazzano, invia l'omelia in video sul cellulare dei propri fedeli. Anche i riti sacri hanno ceduto il passo alla tecnologia

Può una tradizione millenaria, ‘statica’ per antonomasia, modificarsi? Se parliamo di Chiesa la risposta, fino a qualche mese fa, sarebbe stata perentoriamente ‘no’. Ma dopo la pandemia che ha spazzato via tutte le certezze e tutte le abitudini consolidate, quella trasformazione possiamo oggi ben dire che sia avvenuta.

E nessuno avrebbe mai pensato che la tecnologia, il ‘moderno’ per eccellenza, sarebbe entrata così massicciamente nella vita di clero e fedeli. E non parliamo solo del Papa o dei Vescovi, bensì anche del prete di provincia che, causa l’epidemia, si è adattato alla nuova realtà fatta di dirette facebook e simili.

Un mutamento quasi ‘antropologico’ che, a dispetto di quel che forse si sarebbe creduto, ha coinvolto anche i fedeli più anziani. Loro, quelli più di altri abituati a rituali e cerimonie ‘cristallizzate’ nel tempo, sono forse la sorpresa maggiore di questo cambiamento epocale. Anche loro si sono presto adeguati al nuovo stato di cose e, senza clamore, hanno preso dimestichezza con smartphone e social network per seguire i loro parroci dietro uno schermo. Perché la forma può cambiare – e in certi casi deve cambiare – ma il significato profondo rimane immutato, immutabile.

Così, se le chiese di tutt’Italia si sono svuotate, le messe si sono iniziate a seguire attraverso la tecnologia. L’eucarestia domenicale, quella che più di tutti i riti ha da sempre costituito il sostrato poetico delle nostre comunità, ha ceduto il passo a celebrazioni che, pur perdendo la pàtina delle celebrazioni ‘vecchio stile’, nulla ha smarrito del suo significato originario.

Così – come da video allegato – il parroco di Ferrazzano, don Nicola Maio, ogni domenica manda ai suoi fedeli un piccolo video che funge da omelia. Don Franco D’Onofrio, responsabile della Casa degli Angeli a Campobasso, si premura di fare le dirette facebook in ogni occasione religiosa, e come lui tanti altri. Il Vescovo della Diocesi di Termoli-Larino, don Gianfranco De Luca, senza soluzione di continuità ha celebrato in queste settimane, in una Cattedrale inusitatamente vuota, messe ormai senza concorso di popolo. Molti hanno seguito le celebrazioni del Triduo Pasquale davanti ad un tablet o ad un pc, e tanti termolesi non si sono ‘persi’ nemmeno la messa alla Madonna a Lungo, compreso il pellegrinaggio in solitaria in una mattinata piovosa.

Mai come in questo periodo, peraltro, il giornale riceve contributi di sacerdoti che in questo tempo di attesa e incertezza comune non intendono lasciarci soli e ci forniscono una chiave per interpretare tutto quel che sta accadendo, donandoci in molti casi speranza.

Scene che mai avremmo pensato di vedere. Ad aiutarci a fronteggiare la ‘tempesta’ poi c’è stato Papa Francesco, che con la sua preghiera con tanto di indulgenza plenaria in una piazza San Pietro deserta e silenziosa resterà sempre impresso nella memoria individuale e collettiva.

L’ortodossia cristiana ha dunque saputo evolversi e rigenerarsi. I fedeli (molti) anche. Chissà che cambiare non sia così velleitario.

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