Analisi e suggerimenti per la fase 2

Ripartire sì, ma come? “Lotta agli abusivi e norme ad hoc per il nostro Molise”

Confcommercio chiede alla Regione norme più specifiche e lancia dei suggerimenti. Allarme di Confartigianato Benessere: "Multate quelli che non rispettano le regole sul lavoro e chi li chiama"

Ripartire dalle caratteristiche del Molise, andando ad analizzare le peculiarità del territorio senza fermarsi a provvedimenti poco specifici. La Confcommercio ha una sua ricetta per la ripresa economica che si annuncia particolarmente difficile alla luce dell’attuale situazione legata alla pandemia coronavirus. Mentre da Confartigianato arriva un allarme anti abusivi. Servono quindi anche più controlli a favore di chi vuole regolarmente riavviare la propria attività.

“Si guardi alla Fase 2 di questa emergenza di cui non conosciamo i tempi, emanando disposizioni chiare che non lascino adito a problemi interpretativi”. Questo il commento del presidente di Confcommercio Molise, Paolo Spina (in foto), che guarda alle azioni messe in campo per le imprese dal governo nazionale e regionale.

“Si pensi all’onerosità dei costi per ripartire in sicurezza – afferma Spina – con la messa in posa delle strutture di distanziamento in plexiglass, oltre alle opportune operazioni di sanificazione e all’approvvigionamento dei dispositivi, che potrebbero causare lo slittamento delle aperture degli esercizi, provocando ricadute occupazionali negative”.

In queste settimane Confcommercio Molise ha sostenuto alcune lodevoli iniziative da parte di chi ha voluto subito rimettersi al lavoro.

“Va sicuramente ripensato il modo di fare commercio. Occorre pensare ad un’offerta che dovrà dirigersi necessariamente verso una diversa domanda: per questo abbiamo lanciato un questionario per rilevare quali sono i nuovi modi di fare acquisti da parte dei consumatori. Ma in queste settimane abbiamo messo in campo come organizzazione nazionale due piattaforme digitali completamente gratuite, dedicate alla ristorazione (Ristocasa.net) e alle attività commerciali che propongono la consegna a domicilio (Ilnegoziovicino.it), ma pensiamo ad una piattaforma che accolga una rete di vendite dei commercianti locali”.

Guardando alle misure economiche emanate dal governo regionale, Spina è chiaro: “Apprezziamo la tempestiva rimodulazione dei fondi europei destinato all’emergenza – continua Paolo Spina – ma chiediamo alla Regione anche altre attenzioni, perché parliamo di finanziamenti pubblici, che nessuno regala alla nostra regione. Chiediamo un maggiore coinvolgimento per meglio riportare, a chi amministra, le esigenze degli Imprenditori molisani che quotidianamente ci chiamano a decine, ognuno con la propria storia, che oggi più che mai merita di essere ascoltata e a cui la politica non si può sottrarre”.

Perché l’errore da non commettere è quello di emanare provvedimenti generali, che guardino poco ai casi specifici e alle peculiarità molisane. “Il timore – prosegue il presidente di Confcommercio Molise – è la messa in campo di azioni che non si duplicano rispetto a quelle nazionali, il timore è quello che la rincorsa a fare prima non dia la giusta attenzione al nostro tessuto economico e alle reali esigenze dei nostri imprenditori. Occorre guardare con la lente di ingrandimento, proponendo analisi individuali di supporto economico, evitando provvedimenti che non solo possono essere addirittura dannosi (si guardi ai rischi dovuti sovra indebitamento) ma che possono concorrere ad instaurare un clima di ulteriore sfiducia nelle istituzioni da parte di tanti imprenditori. Evitando – secondo Spina – di lasciare fuori alcune tipologie di imprese che, per esempio, pur restando operative hanno avuto sostanziosi cali di fatturato come gli idraulici, gli elettricisti, gli ottici, i ferramenta, fino agli stessi panifici”.

L’analisi di Confcommercio Molise è specifica, con critiche e suggerimenti. “Occorre un’accelerazione sui pagamenti della cassa integrazione di cui ancora non abbiamo tempi certi e un prolungamento degli ammortizzatori sociali. Se non ci sono stipendi e salari difficilmente i cittadini torneranno a spendere, vanificando di fatto i sacrifici dei commercianti a riaprire le saracinesche. Sulle tasse nessuna cancellazione ma solo differimenti, senza contare il rischio di essere costretti a pagare l’occupazione di suolo pubblico e la tassa sui rifiuti, pur stando chiusi? Così come la prevista moratoria sugli affitti: proponiamo a livello regionale per esempio di prevedere un 40% di indennizzo per i canoni di locazione, in aggiunta al 60% di credito di imposta previsto dallo Stato. Poi c’è il mondo della ristorazione che ci chiede di poter lavorare per asporto, così come altri settori ci chiedono sgravi contributivi per l’occupazione degli stagionali e la reintroduzione dei voucher per il lavoro accessorio.”

Da qui l’idea di guardare come opportunità quelli che spesso vengono visti come svantaggi. “Le nostre caratteristiche antropiche ci hanno salvaguardato dalla pandemia. In Molise la possibilità di mantenere più facilmente il distanziamento sociale può essere una risorsa da sfruttare in termini turistici, ma occorrono investimenti adeguati. Gli italiani sono un popolo di ingegno, di innovazione, di sacrificio – conclude il presidente Confcommercio Molise – lo abbiamo visto in queste settimane con le riconversioni di tante attività. Il mio auspicio è quello che oltre ai tantissimi commercianti, artigiani e produttori italiani capaci di sacrificio e di ingegno, ci siano tante donne e uomini anche della politica pronti a farlo.”

Un’altra associazione di categoria, Confartigianato Benessere, ha invece elaborato un documento di proposte e adesso un appello anche alle autorità locali (Prefetture, Regione, Sindaci) per “sottolineare con vigore la situazione di estrema difficoltà in cui versa il comparto, colpito anche dall’intensificazione delle pratiche abusive, nonché dall’esposizione a politiche commerciali aggressive da parte di produttori/fornitori, che stanno inducendo all’acquisto di prodotti e presidi che vengono indicati come utili o addirittura obbligatori al momento della riapertura”.

In particolare il pensiero va a parrucchieri ed estetisti. “La chiusura delle attività di acconciatura ed estetica imposta con DPCM dell’11 marzo 2020 – ha commentato la Presidente regionale di Confartigianato Benessere, Nicoletta Di Clemente – ha provocato con il passare delle settimane, oltre all’evidente danno economico per le imprese del settore, un disagio crescente tra i cittadini che si sono visti privati della possibilità di fruire di quei servizi di cura della persona utili al mantenimento dello stato di benessere psicofisico al quale tanta importanza viene attribuita dalla comunità scientifica.”

A tutto questo si è aggiunto un inasprimento del già elevato livello di abusivismo che affligge il settore. Molte sanzioni, “ben poca cosa rispetto alla reale portata del fenomeno” afferma la Di Clemente, hanno colpito chi ha prestato questi servizi nel proprio domicilio o a casa del cliente, aggravando le carenze dal punto di vista igienico-sanitario con il rischio di contagio. 

“Si tratta, verosimilmente, di quegli operatori che già esercitavano l’attività in forma abusiva, in assenza delle prescrizioni di legge sia sul piano formativo che igienico-sanitario e che rappresentano ancor più in questo momento un serio rischio per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola” sentenzia Confartigianato Benessere.

Ma c’è anche un altro serio problema, quello delle mascherine vendute a prezzi maggiorate. “Parallelamente, si è registrata un’allarmante diffusione di iniziative avviate da produttori/fornitori che, in nome dei più disparati protocolli da adottare alla riapertura, offrono prodotti e/o presidi a prezzi maggiorati fino a 10 volte il normale prezzo di vendita.

Guardando alle proposte, Confartigianato Benessere, che raggruppa in sé acconciatori, parrucchieri ed estetisti ha previsto alcune misure comuni per la riapertura delle imprese associate alla categoria. Fra queste “svolgimento delle attività esclusivamente su appuntamento (telefonico, tramite app o mail), presenza di un solo cliente per volta in area reception, spogliatoi, servizi igienici, permanenza dei clienti all’interno dei locali limitatamente al tempo strettamente indispensabile all’erogazione del servizio/trattamento, adozione – per le imprese maggiormente strutturate – di orari di apertura flessibili con turnazione dei dipendenti, e per i saloni di acconciatura nello specifico, delimitazione degli spazi con applicazione sul pavimento di scotch di colore ben visibile, utilizzo di postazioni alternate sia nella zona del lavaggio che nelle zone trattamenti, distribuzione della clientela tra gli addetti in modo tale che ciascun operatore abbia in carico un massimo di due clienti contemporaneamente qualora uno dei due sia in fase di attesa tecnica (tempo di posa del colore)”.