L'emergenza investe i più deboli

Covid, grido d’allarme delle case di riposo: “Servono tamponi per pazienti e operatori”

Confcooperative Molise, a cui aderiscono alcune strutture, si appella al presidente Toma e ai vertici dell'Asrem per la convocazione di un tavolo tecnico. Il messaggio è unanime: "Servono tamponi per ospiti e operatori sanitari. Chiediamo anche ai sindaci di farsi carico delle nostre richieste”.

La situazione è grave. E questo è sotto gli occhi di tutti. Questo maledetto Covid-19 sta mettendo in ginocchio il Paese, colpendo senza guardare in faccia a nessuno. Ma quelli che ci rimettono maggiormente sono sempre i più deboli: in questo caso, gli anziani, anche e soprattutto quelli che vivono all’interno delle case di riposo. Negli ultimi giorni si sono susseguiti i casi di positività all’interno delle strutture che diventano focolai di infezione. E il Molise purtroppo non sta facendo eccezione.

E’ delle ultime ore la situazione molto delicata di Cercemaggiore: all’interno della casa di riposo, facente capo alla Piccola Società Cooperativa Alba, ci sono tredici ospiti e tre operatori sanitari risultati positivi a seguito dei tamponi effettuati. Uno purtroppo è deceduto dopo il ricovero in ospedale a Campobasso. La struttura, che aderisce a Confcooperative Molise, è chiaramente in emergenza, avendo personale in isolamento e dipendenti costretti a turni molto più lunghi del solito.

Anche all’interno di altre strutture si temono situazioni simili. E quelle aderenti all’Unione regionale della cooperazione lanciano un grido d’allarme ai vertici politici e istituzionali: “Vogliamo tamponi per gli anziani e per gli operatori sanitari che lavorano all’interno delle strutture”. Questo il messaggio forte e diretto che vuole raggiungere il presidente della Regione, Donato Toma, e i vertici dell’Azienda sanitaria molisana.

 

C’è da dire che i vettori possibili di contagio sono molteplici per una casa di riposo: dalle ambulanze del 118 agli infermieri, dai dializzati che rientrano – per i quali si chiede anche una struttura specifica di appoggio – ai medici di base che periodicamente effettuano le visite all’interno delle strutture. E si parla anche di alcuni pazienti che sono costretti a recarsi negli ospedali per chemioterapie, interventi al pronto soccorso. Insomma, c’è timore di contagi perché il rischio è alto, inutile girarci intorno. E le conseguenze potrebbero essere drammatiche, considerando l’età avanzata degli ospiti delle case di riposo. Gli anziani sono i più esposti al covid-19, che soprattutto per loro ha conseguenze letali: le nove persone decedute in Molise dopo aver contratto il virus avevano tutte più di 80 anni. 

 

Confcooperative Molise ha deciso dunque di farsi carico delle istanze portate alla luce dalle singole strutture appellandosi alla Regione e all’Asrem affinché si possa intervenire in contesti assai sensibili ed esposti “per proteggere il più possibile persone deboli e magari già affette da altre patologie”. Il presidente Domenico Calleo chiede di convocare un tavolo tecnico: “Diversamente la situazione potrebbe sfuggire di mano”.

 

L’appello è allargato anche ai sindaci che magari possono fare da intermediari per il proprio Comune con l’Asrem, chiamata a prendere decisioni importanti e non rinviabili per pazienti fortemente a rischio, bisogna ribadirlo. Istanze raccolte sul territorio, ascoltando le domande, le richieste e le comprensibili perplessità e paure provenienti dalle singole case di riposo che in un momento come quello attuale si ritrovano a gestire un quadro drammatico senza avere spesso gli strumenti per farlo.

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