Termoli, illusione telecamere

Un porto aperto a tutti, anche ai potenziali criminali. Il giallo di Vicky svela tutte le falle della sicurezza

La triste vicenda della morte di Vicky Bucci accende i riflettori sulla scarsa sicurezza del porto di Termoli, che rappresenta un’anomalia per il fatto di non aver alcun controllo di accesso né un sistema di videosorveglianza funzionante

Se il mare restituisce un’idea di libertà, il porto di Termoli garantisce la libertà di poter fare ciò che si vuole. Persino delinquere, o perdere la vita senza che nessuno se ne accorga. Il caso della morte di Vicky Bucci, in attesa di sapere come e perché la 42enne di Larino è deceduta, accende intanto i riflettori sull’anomalia del porto.

È evidente infatti la totale mancanza di controllo di accesso in un’area che è prima di tutto un punto di approdo e in secondo luogo una zona di lavoro, dove avvengono giornalmente carichi e scarichi di materiali e di prodotti alimentari.

Eppure non è affatto insolito imbattersi in auto e scooter che scorrazzano a gran velocità a rischio di cadere in acqua, incivili che scaricano l’immondizia a pochi passi dalle banchine, gente che passeggia spensierata fra un peschereccio e una gru.

Vicky varie foto da porto

Probabilmente tutto questo può sembrare la normalità a chi vive da sempre a Termoli o ha frequentato soltanto questo porto. Ma altrove non è così e chi arriva da fuori rimane sconcertato. Fra i giornalisti delle testate nazionali giunti in Molise per il recupero dell’auto di Vicky Bucci al molo vecchio, mercoledì 22 gennaio, qualcuno non ha nascosto lo sconcerto. “Questo sembra tutto tranne che un porto. Decine di curiosi accalcati che si muovono fra i mezzi e le imbarcazioni, aree di cantiere puntualmente violate, banchine senza alcuna protezione. È incredibile”.

Un concetto che è un po’ quello comune a tanti pescatori. “Il porto dovrebbe essere chiuso al pubblico, almeno durante la settimana. Invece qui ognuno entra ed esce quando vuole. Così non si lavora bene”.

Porto di vasto

Basta andare al porto di Vasto, non certo a Napoli o a Genova, per trovare una guardiola all’ingresso. Un addetto è tenuto a chiedere informazioni a chiunque chieda di poter avere accesso all’area portuale e in caso di soggetti sospetti, a negargli l’ingresso. È la normalità, dato che il porto può in qualche modo essere considerato una via d’accesso all’Italia, quindi un’area strategica dal punto di vista della logistica e della sicurezza. Invece a Termoli sembra un’area di servizio, per altro senza servizi.

Detto dei pericoli che si corrono tutti i giorni, non si può non ipotizzare che male intenzionati scelgano lo scalo termolese per i propri traffici, magari di notte quando l’area è praticamente deserta. Col favore del buio, potrebbero tranquillamente caricare o scaricare armi o droga senza essere visti da nessuno. Si sta parlando in via del tutto ipotetica, ma è difficile poter escludere che possa davvero accadere.

Se si vuole restare ai fatti, si può però citare il caso di un furto di un’imbarcazione da circa 5mila euro che era ancorata al porto di Termoli. I ladri hanno semplicemente tagliato le cime e sono riusciti a far partire il natante senza che nessuno abbia visto nulla.

E qui si arriva al vero tasto dolente di tutta la questione. Il porto di Termoli è dotato di decine di telecamere, ma nessuna di quelle pubbliche è mai entrata in funzione. Ce ne sono di due tipi: quelle della Capitaneria di porto vennero installate diversi anni fa grazie a un finanziamento ministeriale da centinaia di migliaia di euro. Coprono tutta l’area degli attracchi dei pescherecci e dell’imbarco delle navi, ma purtroppo servono solo a prendere polvere.

Telecamere porto

Da quanto si apprende, perché sul tema non c’è alcuna trasparenza pur essendo fondi pubblici, non è mai stata individuata una figura che fungesse da Garante della Privacy. Senza questa figura fondamentale, le telecamere che inquadrano delle aree pubbliche violerebbero la legge e si andrebbe incontro a richieste di risarcimento molto salate. Le continue richieste inoltrate dalla Guardia Costiera di Termoli alla Prefettura sono rimaste lettera morta e il bacino che divide Rio vivo e la spiaggia di Sant’Antonio è rimasto sempre ‘oscurato’.

Ci sono poi le nuove telecamere fatte installare dalla Regione Molise per il cosiddetto ‘Patto per la sicurezza’ in oltre una decina di centri in regione. Fra questi non poteva mancare Termoli che nell’arco del 2019 è stata tappezzata di telecamere. Non fanno eccezione le vie di accesso e uscita del porto di Termoli, come la rotatoria di fronte al porto turistico che in quadra proprio il molo reso noto dalla vicenda di Victorine Bucci.

Victorine Bucci

Ma come già emerso anche in trasmissioni tv delle reti nazionali, nemmeno quelle telecamere sono mai entrate in funzione, per ragioni che restano un rebus. Uno scandalo ulteriore che sembra la beffa aggiunta al danno di una città senza videosorveglianza. Secondo quanto appreso di recente, gli intoppi sarebbero quasi tutti superati e l’attivazione di questo impianto sarebbe imminente, ma ormai bisogna fare come San Tommaso, vedere per credere.

Va detto che le uniche telecamere funzionanti e operative al porto sono quelle che riprendono l’imbarco e lo sbarco di passeggeri che arrivano dall’estero, come quelli dei collegamenti con la Croazia. Anche quelle sono telecamere private, esattamente come quelle del porto turistico o del Circolo Nautico.

Troppo poco per garantire una sicurezza adeguata. Sembra incredibile, ma in un’epoca in cui si vietano le manifestazioni pubbliche e si sbarrano gli accessi alle più frequentate aree pedonali per ragioni di sicurezza imposte dal Viminale, un’area sensibile come il porto resti un’area dove ipoteticamente tutto è possibile.

telecamere termoli

La cronaca nazionale intanto riporta quasi quotidianamente notizie di delitti di vario genere risolti dalle telecamere di videosorveglianza, che nei casi più intricati almeno possono indirizzare in qualche modo le indagini.

Nel caso di Vicky Bucci ci si sta basando invece su un’unica immagine, per altro scoperta con notevole ritardo, di una telecamera privata che non è certo di ultima generazione. Quanto avrebbero aiutato delle immagini più nitide, da più angolazioni e con una visuale ben maggiore nel caso della morte di Vicky Bucci è un fatto che, senza alcun dubbio, grida giustizia.

commenta