Siamo ancora in fase di consegna provvisoria, ma l’acqua del Matese scorre già dai rubinetti delle case di tutto il Basso Molise, da qualche mese. Almeno dallo scorso ottobre, da quando l’approvvigionamento idrico di flusso dalle fonti di Riofreddo, località di San Paolo Matese, raggiunge tutti gli 11 Comuni a valle della diga del Liscione.
Dalla scorsa estate infatti ricevono soltanto acqua pura dell’acquedotto Molisano Centrale i centri di Guardialfiera, Larino, Ururi, San Martino in Pensilis e Portocannone. Nell’ottobre scorso era arrivata la buona novella per Termoli e Campomarino.
In attesa del via libera erano rimasti quindi Guglionesi, San Giacomo degli Schiavoni, Petacciato e Montenero di Bisaccia. L’ufficialità non c’è ancora, me è un fatto che nei giorni scorsi Molise Acque ha comunicato a tutti questi 11 Comuni l’esigenza di eseguire “controlli e verifiche sulle apparecchiature idrauliche installate sull’acquedotto Molisano Centrale”. L’intervento è stato poi rinviato per assenza del Ctu incaricato, ma dovrebbe essere riproposto nei prossimi giorni.
In quell’occasione, per qualche giorno l’erogazione di acqua, e quindi di flusso dal Molisano Centrale, sarà ridotta del 30 per cento. Non si prevedono gravi disagi, considerato che siamo in inverno e che le scorte sono più che sufficienti.
Da Molise Acque confermano che nelle case dei bassomolisani sta arrivando acqua di sorgente e chi l’ha provata ne conferma la bontà e salubrità. Si dovrà attendere però ancora qualche mese prima di poter ufficializzare l’abbandono dell’acqua potabilizzata dell’invaso del Liscione.
Ma già da qualche mese il processo di trasformazione di quell’acqua di diga è stato notevolmente ridotto in termini quantitativi. “Siamo al 70 per cento in meno” la conferma dell’ingegnere di Molise Acque, Carlo Tatti, che tuttavia non si sbilancia sui tempi di ultimazione delle opere che serviranno a chiudere il cantiere, in particolare il serbatoio di Petacciato che è ancora in fase di costruzione. “Dipende dalla struttura commissariale” aggiunge Tatti.
Ma un primo decisivo passo è stato compiuto, sebbene non ci siano certezze sull’effettiva portata del Molisano a pieno regime. Il rischio è di dover ricorrere ad acqua potabilizzata almeno nel periodo estivo, o in alternativa chiedere a Termoli il ‘sacrificio’ di dover sopperire a possibili carenze idriche con l’acqua in arrivo dal Consorzio industriale. Nei prossimi mesi è probabile che Molise Acque faccia chiarezza su questi aspetti.