Le olimpiadi game@school

Il ‘Mario Pagano’ come Palo Alto: studenti all’opera per ideare e sviluppare videogiochi

Cento alunni - tra i 13 e i 19 anni - provenienti da diverse scuole del Molise hanno partecipato a “Game@School”, le Olimpiadi del Videogioco nella Didattica, svoltesi ieri (15 febbraio) in undici regioni d’Italia, tra cui il Molise. Ad ospitare l’evento, il Convitto Mario Pagano di Campobasso. Gli studenti hanno creato videogiochi basati sul tema del viaggio, visto dalle proprie angolazioni.

Dare vita ad un viaggio virtuale. Questo lo scopo di cento studenti molisani che si sono trasformati per un giorno in piccoli ‘esploratori’ del mondo per realizzare – attraverso la fantasia e le conoscenze scolastiche – un videogioco a scopo didattico. Il convitto Mario Pagano di Campobasso è stato il teatro dell’iniziativa in quanto ha ospitato, nella giornata di ieri (15 febbraio), il “Game@School”, ovvero le Olimpiadi del Videogioco nella Didattica.

Un evento nazionale, giunto alla sua quarta edizione ed organizzato dall’Associazione Centro Studi ImparaDigitale, con la collaborazione del Comune di Bergamo e il supporto dei privati. Al Mario Pagano gli studenti del Convitto ed alunni provenienti da scuole di Campobasso, Termoli, Isernia, Vinchiaturo, Baranello e Guglionesi. Ventisei squadre in tutto, impegnate nella competizione nazionale che si è svolta, in contemporanea, in ben diciassette sedi di undici regioni d’Italia, tra cui, appunto, il Molise.

Olimpiadi videogioco Campobasso

Un’intera giornata a disposizione degli studenti per ideare e sviluppare videogiochi che saranno valutati in un secondo momento da una giuria che si riunirà nella sede centrale di Bergamo. Il tema del “viaggio” è stato reso noto in mattinata dal sindaco del Comune di Bergamo, Giorgio Gori. “Il titolo delle Olimpiadi di quest’anno – questo il messaggio di Gori ad ogni studente – è il giro del mondo in pixel. Il giro del mondo dovrai fare, con qualsiasi mezzo potrai viaggiare. La fantasia dovrai cavalcare per conoscere ed imparare. Dal Polo nord al Polo sud, dall’Oriente all’Occidente, clima natura e ambiente, usi e costumi e tradizioni della gente cambiano certamente. Tantissime culture dalle diverse sfaccettature danno del mondo numerose letture. Divertendoti potrai insegnare che il mondo è bello se lo sai rispettare. Un’avventura che ti farà uscire dal letargo muovendoti col mouse in lungo ed in largo”.

Olimpiadi videogioco Campobasso

Dieci ore a disposizione degli alunni per realizzare una demo o un videogioco che trasmetta un importante messaggio, ovvero quello di conoscere le diversità per imparare a capirle ed apprezzarle. Un messaggio che va nella direzione del rispetto per le persone e per l’ambiente, che ogni squadra di studenti ha interpretato in base alle proprie sensibilità, confrontandosi e progettando insieme un’avventura virtuale creativa, con ambientazioni, sfide e incentivi tipici dei videogiochi.

Un modo di fare didattica che sfrutta le nuove tecnologie come mezzo di apprendimento e di crescita culturale. Dietro alla capacità di dare vita ad un videogioco si cela un approccio interdisciplinare che mette alla prova soprattutto nozioni scientifiche di non poco conto per giovani studenti.

“Non è la prima volta che Campobasso ha la possibilità di ospitare un simile evento e di questo siamo felici, – ha commentato il Rettore del Convitto Mario Pagano, Rossella Gianfagna. – Negli anni scorsi lo abbiamo accolto al Pilla e quest’anno, invece, al Convitto. Parliamo di un’iniziativa che inserisce il mondo dei videogiochi all’interno della didattica, trasformando la loro dimensione ludica in un momento di crescita per i ragazzi, finalizzato all’acquisizione di competenze e che si caratterizza con la possibilità di esprimere la creatività di ognuno”.

Olimpiadi videogioco Campobasso

“Per i ragazzi – ha aggiunto Marco Di Paolo, docente di tecnologia e referente per innovazioni tecnologiche di istituto – si è trattato di un’esperienza umana, pedagogica e didattica fantastica. Gli alunni hanno espresso la volontà di condividere una coprogettazione. Quella di oggi è una metodologia importante non come evento spot ma come fattore sistemico all’interno della scuola”.

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