Convegno a termoli

Bullismo e responsabilità degli adulti: dall’educazione emotiva alle occasioni in città

Mondo della scuola, Forze di Polizia e Amministratori a confronto a Termoli su bullismo e cyberbullismo, un incontro nato dalla consapevolezza che compiti e responsabilità sono distribuiti a vario livello e che dobbiamo tutti – cittadini compresi – essere “sentinelle dei minori” e tutori del loro benessere.

Si è svolto ieri 18 febbraio nella sala dell’ex cinema Sant’Antonio il convegno che ha voluto fare il punto sul fenomeno e soprattutto sul da farsi per prevenirlo. Un fenomeno che nella nostra regione, stando ai dati, sembra avere dimensioni contenute “ma questo non deve indurre ad abbassare la guardia”, anche perchè i dati non dicono tutto. Ad insistere su questo aspetto in particolare i referenti della Forze dell’Ordine, e in particolare il Dirigente del Commissariato di Polizia di Termoli Nevio Di Vincenzo e il Dirigente del Compartimento della Polizia Postale di Campobasso Gabriele Di Giuseppe.

L’incontro è stato organizzato dall’Istituto ‘Oddo Bernacchia’ e a fare da padrona di casa è stata la dirigente Rosanna Scrascia che, insieme ad un’insegnante e a una delegata dell’Ufficio Scolastico Regionale, ha fatto risuonare la voce del mondo della scuola, contesto in cui il fenomeno bullismo solitamente si manifesta. “Non lasciateci soli”, il grido d’allarme lanciato. Questo il senso ultimo del convegno, un ‘patto’ di alleanza tra le varie agenzie formative. Scuola, famiglia e Istituzioni, perché è la sinergia tra queste che può davvero prevenire – prima dunque di correre ai ripari – quello che rappresenta statisticamente un quarto di tutti i casi di giustizia che coinvolgono i minori nel nostro Paese.

Quando si parla di rete e della versione ‘cyber’ del bullismo, i giovani ‘attori’ cadono nella trappola di pensare che ciò che fanno sia confinato nel mondo della virtualità. “È molto più reale e concreto di quanto si pensi”, il monito lanciato dai rappresentanti della Polizia alla platea di genitori, insegnanti ed alunni. Ad essere oltremodo reali sono infatti le conseguenze, che possono portare a varie fattispecie di reati che vanno dalla diffamazione alla molestia, dallo stalking alla violenza privata, dalle lesioni fino all’istigazione al suicidio. “Anche i genitori possono essere chiamati a risponderne”, e non sempre il minore non è imputabile – ovvero incapace di intendere e di volere – per ciò che ha fatto. I tutori dell’Ordine lo hanno detto a chiare lettere ai genitori: “controllate i telefoni dei vostri figli minorenni” e hanno ricordato la loro responsabilità non solo morale ma anche giuridica del controllo. E ciò vale, oltre che per i genitori, anche per gli insegnanti che – in quanto pubblici ufficiali – sono tenuti a riferire al Dirigente Scolastico (che deve poi informare i genitori) di situazioni di rischio di cui si accorgono.

Il Dirigente della Polizia Postale ha avvertito tutti della pericolosità del fenomeno: “Vi assicuro che è molto più preoccupante quel che succede in rete di quanto avviene sulla strada”. Dunque un approfondimento sul fenomeno dell’adescamento ai fini dell’abuso sessuale.

convegno bullismo termoli

A fare il punto sulle origini psicologiche del fenomeno e, soprattutto, sul ruolo che tutti noi abbiamo nel poterlo prevenire, il dottor Nicola Malorni nella doppia veste di Consigliere comunale di maggioranza e di psicologo-psicoterauta. Ribadita ancora una volta la centralità di tutte le agenzie formative (scuola, famiglia, Istituzioni e società civile), Malorni si è focalizzato sulla prevenzione esponendo una relazione dal titolo “La relazione come luogo primario di cura”. Prevenzione che dunque non può prescindere dall’educazione emotiva dei nostri ragazzi e nel ruolo preminente dell’ascolto, dimensione sempre più sfumata nelle relazioni tra adulti e minori, genitori e figli.

convegno bullismo termoli

Il bullismo è un fenomeno complesso e trasversale che si ritrova in tutte le ‘classi sociali’, non solo in quelle svantaggiate. Il comune denominatore delle varie situazioni è infatti la “mancanza di validi modelli sociali forniti dagli adulti”. Da un punto di vista scientifico quello che sta succedendo ha a che fare con “l’atrofizzazione del cervello limbico, ovvero quello emozionale” indotta da un isolamento preoccupante dalla relazione sostituita da smartphone e simili. Con tutte le conseguenze del caso tra cui l’incapacità di riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri (es. delle vittime dei propri comportamenti aggressivi) e di esprimere il proprio disagio prima che assuma le forme dei comportamenti antisociali in oggetto.

Non meno importante il messaggio lanciato alle Amministrazioni che hanno un ruolo fondamentale nella promozione del benessere dei ‘cittadini del domani’. “Non solo le famiglie, anche le Istituzioni possono essere trascuranti”. La povertà educativa minorile può senza dubbio essere imputata alla mancanza di investimenti adeguati sul sociale e, nondimeno, sull’urbanistica cittadina. La presenza dell’Assessore comunale alle Politiche Sociali, Silvana Ciciola, ha voluto ribadire l’impegno che l’Amministrazione intende portare avanti per la promozione del ben-essere dei cittadini.

La vera prevenzione parte anche da qui: dall’offrire possibilità educative extra-scolastiche, dal garantire la fruizione di spazi verdi e dalla creazione di occasioni di incontro tra minori e tra famiglie. Ieri il primo passo è stato fatto.

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