Tra timori e nuove misure

Coronavirus, i test si fanno al Cardarelli. La paura intasa le linee del 118: “Non chiamate”. Pd chiede chiarezza a Toma

Il centralino dell'emergenza sanitaria preso d'assalto da cittadini che chiedono informazioni sul Covid-19. Si rischia di mandare in tilt la linea e la raccomandazione è di telefonare esclusivamente per motivi seri. Intanto i consiglieri regionali del Partito democratico Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla hanno presentato una interpellanza urgente che sarà discussa domani - 24 febbraio - in Consiglio regionale.

Mentre il numero delle persone contagiate sfonda ‘quota 130’, tra i molisani sta crescendo la sensazione che l’emergenza non sia più confinata prima in Cina e ora nel Nord Italia. Il Covid-19, arrivato anche nel nostro Paese come era peraltro prevedibile, si sta diffondendo molto velocemente e oggi pomeriggio ha causato la terza vittima italiana, una donna di Crema ricoverata in oncologia.

IN MOLISE NESSUN CONTAGIO

Importante però chiarire che al momento – domenica 23 febbraio – non ci sono contagi nella nostra regione. È risultato negativo al test  il ragazzo proveniente da Lodi che la scorsa notte si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Campobasso: il personale sanitario ha lavorato fino all’alba per effettuare gli accertamenti svolti all’interno del laboratorio analisi allestito all’interno dello stesso nosocomio. Se infatti fino a qualche giorno fa il laboratorio dell’ospedale del capoluogo non era attrezzato per questo tipo di esami (che si fa su tamponi delle secrezioni nasali), ora il Cardarelli dispone del sistema atto a fare i test per il Coronavirus.

NON INTASARE LINEE DEL 118 

Il vero problema che si sta riscontrando, tuttavia, non è assolutamente di tipo organizzativo nè legato alla gestione dei pazienti che presentano sintomi. Al contrario, va ricondotto nella preoccupazione crescente che a tratti rasenta l’isteria, e che rischia di creare disagi alla gestione sanitaria.

Ieri il centralino dell’emergenza 118 è stato preso d’assalto, e stamattina è andata in scena la stessa cosa. Linee in tilt per le centinaia di telefonate da parte di persone spaventate che hanno chiesto informazioni al personale medico, intimorite magari dalla comparsa della febbre o da un raffreddore particolarmente persistente. Le chiamate, incessanti nella notte, sono proseguite anche oggi (23 febbraio).

Telefonate solo per in caso di reali emergenze“, l’appello della centrale operativa. Ci sono del resto due numeri di telefono a cui ci si può rivolgere: il 112, il 118 e il 1500 del Ministero della Salute solo nel caso di febbre alta e sintomi specifici. 

Ministero Salute coronavirus

Alcuni consigli utili sono stati ribaditi anche dal capo della Protezione civile del Molise Alberta De Lisio: “Non intasate i pronto soccorso innanzitutto”. E poi una precisazione, doverosa dopo la grande confusione che c’è stata ieri, quando alcuni giornali hanno impropriamente parlato di “messa al bando” da parte della Regione di veneti e lombardi, tanto che è scattata una fake news anche a livello nazionale.

COMUNICAZIONE DI PROVENIENZA ALLA ASREM PER CHI ARRIVA DAI FOCOLAI

Non tutti quelli che rientrano dalla Lombardia o dal Veneto devono comunicare il loro rientro in Molise, ma solamente coloro che provengono dalle aree sottoposte a cordone sanitario”  spiega Alberta De Lisio. Parliamo dunque dei comuni lombardi che sono considerati zone rosse e a cui si applica il divieto di ingresso e di uscita per i residenti. In Lombardia si tratta di Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano. In Veneto invece è il comune di Vo’ Euganeo.

“Per qualunque dubbio – ha sottolineato ancora il capo della Protezione civile molisana – per comunicare i rientri dalle zone del cordone o se avete malesseri , contattate i vostri medici di famiglia o avvertite subito il 118 , il 112 o il 1500″.

cartina coronavirus focolaio LOmbardia

Ci sono misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza, come la chiusura di scuole e uffici in Lombardia, Veneto e Piemonte. E’ stato annullato il Carnevale di Venezia. L’Università Campus Bio-Medico di Roma ha disposto il rinvio della prova di ammissione al Corso di laurea in Medicina e Chirurgia. 

MISURE STRAORDINARIE DEL GOVERNO

Provvedimenti strong sono stati presi dal Consiglio dei Ministri: annullate le gite scolastiche all’Italia e all’estero, sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche (comprese le partite di serie A in programma nelle città più vicine alla zona rossa), quarantena con “sorveglianza attiva” per tutti coloro che sono stati in contatto con casi confermati del virus. Infine, il divieto di allontanamento e di ingresso nelle aree ‘focolaio’ del virus, che saranno presidiate dalle forze di polizia e, in caso di necessità, anche dai militari, con sanzioni penali per chi viola le prescrizioni. L’obiettivo è arginare le zone del focolaio del Covid-19, che non ha una forza letale (ci sono state solo tre vittime) ma preoccupa per la facilità di diffusione. 

INFETTIVOLOGA: “FONDAMENTALE NON ABBASSARE LA GUARDIA”

Le misure messe in campo – ha osservato l’infettivologa molisana Francesca Vignale contattata da Primonumero.it – sembrano eccessive e probabilmente lo sono anche, ma in questo momento sono fondamentali per tentare di arginare la diffusione del virus che non appare tanto pericoloso per la mortalità quanto per l’estrema facilità con cui si diffonde. Pertanto se non si tenta in ogni modo di arginare ora la diffusione, si potrebbe arrivare a un numero molto alto di contagiati con conseguente sovraccarico e collasso del sistema sanitario nazionale. Questo soprattutto se i contagiati dovessero esserlo in maniera contestuale e non dilazionata”.

PD CHIEDE CHIAREZZA A GOVERNATORE REGIONE

Intanto il Pd Molise ha chiesto al governatore Toma di sapere quali misure sono state prese nella nostra regione per fronteggiare l’eventuale emergenza. Per i consiglieri regionali Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla è fondamentale conoscere se nella nostra regione “è stata istituita un’unità di crisi e da chi è composta, se tutti gli operatori (medici, infermieri, ausiliari, amministrativi che lavorano presso gli ospedali e gli ambulatori pubblici e privati) siano stati informati, formati e dotati di presidi di protezione personale”. Al capo della Giunta hanno chiesto di fare chiarezza sui protocolli adottati e sui “laboratori autorizzati per le analisi e quali i centri specialistici di riferimento per eventuali trasferimenti di pazienti,”.

Nell’interpellanza urgente presentata oggi è ribadita pure la necessità di fare il punto sul reparto di Malattie infettive dell’ospedale Cardarelli, l’unico del sistema sanitario regionale: “Quanti posti letto e quanti specialisti infettivologi sono operativi, è vero che la direzione sanitaria ha dato mandato di effettuare dimissioni massive“.

Inoltre, “chiediamo come mai in Molise, dalla lettura dell’ultima circolare del Ministero della Sanità, non sia presente un laboratorio analisi in grado di effettuare la diagnosi molecolare su campioni clinici respiratori secondo protocolli specifici di Real Time PCR per SARS-CoV-2 indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

“Non vogliamo creare allarmismo – hanno concluso Fanelli e Facciolla – ma chiediamo al Governatore Toma di riferire immediatamente in Consiglio regionale sull’emergenza, nel pieno e doveroso rispetto dell’obbligo di informazione puntuale di tutta la popolazione e per salvaguardare la salute degli operatori sanitari in tutta la Regione”.

MALATTIE INFETTIVE CARDARELLI, LABORATORIO ANALISI PUO’ FARE TEST PER COVID-19

Replica a beneficio della chiarezza generale l’infettivologa Paola Sabatini, in servizio al Cardarelli: “A differenza di quanto accaduto nel caso della ragazza di Termoli, quando abbiamo dovuto mandare il test allo Spallanzani, possiamo effettuare i test per accertare il virus direttamente nel laboratorio analisi che si trova all’ospedale Cardarelli di Campobasso. Questa è una novità”, ha dichiarato la dottoressa interpellata da Primonumero.it. “Il nostro laboratorio non era ancora dotato dei test che sono stati distribuiti successivamente al ricovero della ragazza di Termoli”.

“Fino a qualche settimana fa – conclude – il nostro laboratorio non era dotato dei test, non siamo stati tra i primi a riceverli. Ora però possiamo farlo, come è avvenuto stanotte quando i nostri medici (che dobbiamo ringraziare) sono rimasti laboratorio analisi fino alle 4 di notte per il test sul ragazzo ricoverato al Cardarelli”. 

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