Molise in allerta

Coronavirus, la Regione fa il punto: 55 persone in sorveglianza, zero contagi. “La rete sanitaria sta reggendo”

Il governatore Toma ha fatto il punto dopo il vertice con il premier Giuseppe Conte convocando la stampa a palazzo Vitale: "In Molise non siamo nemmeno in allerta, per questo ho deciso di non chiudere le scuole nè di vietare le manifestazioni sportive. Ci stiamo preparando a fronteggiare un'eventuale emergenza". La nostra regione acquisterà 56mila mascherine assieme al Piemonte, mentre si valuta l'utilizzo delle tende della Protezione civile per allestire punti di pre-triage davanti agli ospedali. Il commissario Asrem Scafarto: "Stiamo pensando anche di potenziare i posti letto dedicati a chi ha infezioni o polmoniti all'interno dell'ospedale Cardarelli. Lo stop ai ricoveri programmati? Non c'entra il coronavirus, siamo alla fine della stagione influenzale".

Ci sono centinaia di persone – tra studenti e professori – che stanno tornando in Molise dopo la chiusura di università e scuole nelle regioni del Nord a rischio contagio. Uno di questi è lo studente 29enne che ieri – 25 febbraio – è stato trasportato d’urgenza al Cardarelli di Campobasso dopo essere stato ‘prelevato’ con l’ambulanza alla stazione di Termoli mentre viaggiava sul treno Milano-Taranto e aveva la febbre alta, oltre i 39°.

“Attualmente 55 persone sono in sorveglianza”, oltre ai 192 poliziotti che da Piacenza il ministro dell’Interno Lamorgese ha deciso di inviare nella nostra regione e che “si trovano in quarantena fiduciaria“. A dirlo è il governatore Donato Toma che questa mattina – 26 febbraio – ha convocato i giornalisti molisani per fare il punto sul coronavirus dopo il vertice con il premier Giuseppe Conte. Assieme a lui il commissario dell’Asrem Virginia Scafarto e il direttore del Quarto Dipartimento della Regione Molise, l’architetto Manuel Brasiello.

La prima buona notizia: “Non ci sono casi di contagio”, scandisce il presidente nelle stesse ore in cui in Italia sale a 12 il numero delle vittime causate dal Covid-19. Il dato dei contagiati accertati in Italia è di 374 persone. La Lombardia registra 258 casi, Veneto 71 casi, Piemonte 3, Lazio 3, Liguria 3, Marche 1 e Bolzano 1.

Poi la seconda buona notizia: “Il Molise è in una situazione di prevenzione e sorveglianza, non siamo nemmeno in fase di allerta. Ecco perchè ho deciso di non chiudere le scuole nè di sospendere le manifestazioni sportive. Bisogna però evitare gli assembramenti”. Ad ogni modo, “la situazione è sotto controllo, evitiamo gli allarmismi“, sottolinea il capo della Giunta regionale che firmerà una nuova ordinanza per recepire quanto stabilito nel decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il sistema sanitario finora sta reggendo: domenica 23 febbraio probabilmente è stata la giornata più difficile. Al centralino del 118 sono arrivate mille telefonate, “i nostri operatori erano al collasso”, sottolinea il commissario Asrem. Per questo “abbiamo deciso di attivare i due numeri di emergenza dedicati alle segnalazioni dei cittadini rientrati dalle aree a rischio”.

Sono i numeri 0874/313000 – 0874/409000 (attivi dalle ore 8 alle ore 24) che si aggiungono al 1500 attivato dal Ministero della Salute. 

La Regione aveva bisogno di “censire gli studenti e i professori che rientravano dalle aree a rischio”.

Cosa succede dopo la segnalazione? “Stiamo registrando i numeri di telefoni di tutti e i cittadini che possono presentare fattori di rischio – come la presenza all’interno dell’area del cordone sanitario – sono in sorveglianza attiva giornaliera”, spiega ancora la Scafarto. E quindi “sappiamo chi sono i cittadini molisani che sono stati negli ultimi 14 giorni nelle zone a rischio”.

La conferenza stampa consente pure di fare chiarezza sull’utilizzo dei tamponi anche perchè il Consiglio superiore di sanità ha deciso che da oggi verranno eseguiti per il coronavirus “solo sui soggetti sintomatici”.

“Noi effettuiamo solo i tamponi diagnostici – esplicita il commissario dell’Azienda sanitaria regionale – per i pazienti che presentano fattori di rischio e un’anamnesi positiva oppure se sono stati nelle aree in cui si sono registrati dei casi o se ci sono patologie in atto”. Finora ne sono stati fatti otto per i casi sospetti. E finora tutti negativi.

“E’ inutile effettuare il tampone in assenza di sintomi”, anche perché “siamo in un periodo di coda influenzale”. E dunque si può confondere i sintomi influenzali con quelli del coronavirus che sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi.

L’ospedale Cardarelli, centro hub del sistema ospedaliero, è il fulcro della rete sanitaria anche per fronteggiare il coronavirus: non solo perché qui c’è il Laboratorio Analisi che esamina i tamponi effettuati sui casi sospetti, ma anche perché si sta pensando di potenziare i posti letto per i malati di polmonite o di altre infezioni. Ovviamente solo nel caso in cui la situazione diventi emergenziale.

Per questo la Protezione civile regionale ha provveduto a sterilizzare le tende nel caso in cui sia necessario allestire postazioni per il pre-triage ed evitare rischi nei pronto soccorso e negli ospedali. E’ per questo motivo che sono stati bloccati pure i ricoveri ordinari: “Il coronavirus non c’entra nulla”, chiarisce il commissario Asrem.

“In Molise – insiste la Scafarto – non c’è nessun bisogno di essere in una situazione di panico o di allerta: i nostri sistemi stanno funzionando benissimo, la rete sanitaria sta rispondendo benissimo grazie al lavoro e all’impegno dei nostri operatori che ringrazio. Chiedo ai cittadini di non intasare i pronto soccorso”.

Inoltre la Regione Molise ha deciso di partecipare assieme al Piemonte all’acquisto di 56mila mascherine. La gran parte sarà dirottata nella Regione guidata da Alberto Cirio.

E chi è febbricitante o ha il raffreddore e teme di essere stata contagiata dal Covid-19? “Le paure vanno gestite”, risponde il numero uno dell’Azienda sanitaria. “Una persona con la febbre a 37,5 ed è stata in un’area di crisi va valutata, deve stare a casa. Se i sintomi persistono oltre il terzo giorno, va valutata la possibilità di un intervento”.

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