Politica

Toma: “Come Indiana Jones”. Poi annuncia 86 mln di debiti per sanità: “Piango per i nostri figli”

Dichiarazioni shock del governatore in Consiglio regionale durante la discussione dedicata alla mozione del Movimento 5 Stelle sui consorzi industriali

La ‘bomba’ viene lanciata intorno alle 14, mentre in Consiglio regionale si sta discutendo dei consorzi industriali, tema contenuto in una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle. Il presidente Donato Toma prende la parola e apre una parentesi sulla sanità dopo essersi paragonato a Indiana Jones, il famoso personaggio del cinema impersonato da Harrison Ford. “Devo schivare e superare numerosi ostacoli”, dice.

Poi l’annuncio shock rivolgendosi a Michele Iorio: “Tra poco arriverà una bomba sulla sanità, qualcuno dovrà dire perchè quella bomba esplode oggi pure se risale al 2002, 2003, 2004. Adesso dobbiamo correre ai ripari perchè 86 milioni di euro non si coprono dall’oggi al domani“. Parole che lasciano di stucco pure i consiglieri regionali presenti in quel momento nell’Aula di via IV Novembre. “Mancano poi altri 18 milioni di euro di indebitamento dei consorzi di bonifica, 10 milioni di euro di debito del Consorzio industriale di Bojano” e, aggiunge, “sono curioso di sapere come i commissari affronteranno questo problema”.

“C’è un film – prosegue – che si chiama ‘Ritorno al futuro’, in questo caso potremmo parlare di ‘Ritorno al passato'”. E ancora: “Nomino la Giunta e prendo mazzate da tutte le parti. Aggiusto il bilancio e arriva un’altra mazzata”. Infine, “piango per i nostri figli, la situazione non è bella e – sottolinea riferendosi ai commissari Grossi e Giustini – ci si rivolge a persone di fuori regione che si limitano a tagliare e cucire”. Ma, ribadisce ancora una volta, “il commissariamento del sistema porterà al fallimento della sanità”.

Ulteriori dettagli saranno esplicitati prossimamente. “Le soluzioni ci sono”, dice il governatore che per ora preferisce non sbilanciarsi, ma aver scoperto questo ennesimo ‘buco’ apre nuovi interrogativi e alimenta ulteriori preoccupazioni sulle sorti della sanità molisana.

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