Campobasso

Piazza Pepe è spoglia senza il ‘suo’ Lupacchioli che ha chiuso. Il proprietario cerca un nuovo gestore

Ultimi caffè e spumanti il 31 dicembre 2019, poi le saracinesche sono state abbassate e i gestori, i Pantalone, hanno riconsegnato licenza e chiavi al proprietario, Franco Libero. Si spera in un rilancio del caffè più longevo di Campobasso, fondato nel 1840. La malinconia di chi era abituato a stazionare nei pressi della pasticceria e il ricordo del compianto Pasquale De Soccio, il ‘baffone’ tassista.

Mette tanta tristezza vedere lo storico Bar Lupacchioli di piazza Pepe chiuso a doppia mandata. Da qualche giorno, precisamente con l’avvento del nuovo anno, gli attuali gestori del caffè più longevo di Campobasso hanno deciso di ammainare bandiera bianca. Il motivo è economico: le spese superavano da tempo le entrate, così era impossibile andare avanti.

 

Un colpo al cuore per l’elegante locale nato nel lontano 1840, capace di resistere alle guerre di indipendenza e a due guerre mondiali. Sempre lì, pronto ad accogliere clienti e a far leccare i baffi con prelibatezza proprie. Come il dolce al mais, il famoso ‘pannocchio’, che durante il periodo natalizio va a ruba. E poi i liquori ‘Milk’ e ‘Poncio’. Prese il nome dal suo primo proprietario, originario di Sassinoro, in provincia di Benevento.

 

C’è da dire che la gestione ha fatto capo da qualche anno a questa parte, dal 2011 per la precisione, ai fratelli Pantalone, che provarono a rilanciare l’attività attraverso l’ammodernamento della mobilia e dell’offerta. E le cose sono andate anche abbastanza bene per un periodo. Poi il lento declino, fino agli ultimi spumanti e caffè serviti il 31 dicembre 2019 e la mancata riapertura nel 2020.

 

I gestori hanno così riconsegnato la licenza e le chiavi del locale al proprietario, che è Franco Libero del negozio di frutta ‘Delizie’ in via Roma, il quale lo ha acquistato dalla Provincia da circa un anno. Difficile dire se e quando riaprirà Lupacchioli, dunque: bisogna trovare persone affidabili, in grado di garantire un capitale importante, fideiussioni. Non è semplice, ma la cittadinanza spera vivamente di non dover ‘piangere’ un’altra chiusura definitiva. Questa farebbe davvero male.

 

Ecco perché in tanti, anche sui social, invocano una sorta di ritorno al passato, per riscoprire l’antico splendore di un caffè che era un punto di riferimento anche culturale nel capoluogo. Fino agli anni settanta l’hanno gestito gli eredi Lupacchioli, poi il passaggio di consegne al dottor Amoroso, che lavorò molto bene, per proseguire con alcune gestioni che non sono andate bene fino all’ultima chiusura.

 

I tanti affezionati che la mattina erano soliti sorseggiare lì il caffè intrattenendosi in piazza anche per qualche ora sono come tante ‘vedove’ che all’improvviso perdono l’amato marito. Torna alla mente il mitico Pasquale De Soccio, il tassista più longevo d’Italia per diversi anni, che stazionava nei pressi del bar col suo taxi. Chissà cosa direbbe ora sotto i suoi immancabili baffoni…    FdS

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