Una lunga striscia di sangue

Pedoni investiti, la vera ‘epidemia’ molisana. Tragico il bilancio: 4 morti in un mese

Da fine dicembre a gennaio, in poco più di un mese, in Molise si sono registrati 4 investimenti che sono costati la vita ad altrettante persone. Ma i casi, compresi quelli dalle conseguenze minori, ormai non si contano più

La vera epidemia che ha colpito il Molise almeno da dicembre a questa parte pare essere quella degli investimenti dei pedoni. Una strage che fa notizia nell’immediato ma che poi pare venga confinata nell’oblio collettivo.

Solo considerando i mesi di dicembre 2019 e gennaio 2020, nella nostra piccola regione sono morti quattro pedoni perché investiti da auto in corsa. Persone più o meno giovani che, come foglie al vento, sono volate in aria per poi cadere violentemente sulla fredda strada, riportando ferite letali che non hanno dato loro scampo.

La prima a soccombere, in questo breve lasso di tempo, è stata Nicoletta Valente, 35 anni, strappata alla vita da un’auto che l’ha falciata la notte tra Natale e Santo Stefano. Una morte che ha scosso la comunità di Vinchiaturo – il paese della giovane – e non solo. Una serata di festa tragicamente macchiata dal sangue. Ad investirla un giovane – anche lui – che dopo essersi dato alla fuga terrorizzato ha deciso, qualche ora dopo, di costituirsi. Nicoletta, dopo una straziante agonia, è deceduta il 26 dicembre all’ospedale Cardarelli del capoluogo.

Passano poche ore da qual drammatico epilogo e, a Termoli, ad un uomo di 76 anni tocca la stessa sorte. Investito da un’auto in via Pertini il 27 dicembre e trasferito dal San Timoteo all’ospedale di San Giovanni Rotondo a seguito di un improvviso peggioramento, Gennaro Cuoco – questo il nome dell’uomo – muore il giorno dopo. Troppo gravi le lesioni riportate. A travolgere l’uomo con la sua macchina un termolese di mezza età, subito fermatosi per prestare soccorso alla vittima e poi indagato a piede libero per omicidio stradale.

Ma la scia di sangue pare non dover avere fine. È il 3 gennaio, l’anno nuovo è appena cominciato e di nuovo, sempre a Termoli, si registra ancora una volta un nefasto incidente. Di prima mattina, mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali in viale Padre Pio – a due passi dall’ospedale San Timoteo – la 70enne Michelina Delle Vergini viene scaraventata a terra da un’auto guidata da una 40enne. Tragico anche stavolta il bilancio: la vittima muore poche ore dopo nel nosocomio termolese e per chi l’ha investita si apre un fascicolo per omicidio stradale.

La quarta vittima di questo bollettino di guerra è un uomo di 80 anni, Rocco Domenico Palombo, che ieri, 30 gennaio, è stato preso in pieno da un’auto mentre attraversava la strada (pare non sulle strisce) in via Giambattista Vico, nei pressi del terminal bus di Campobasso. Oggi la triste notizia della sua morte all’ospedale Cardarelli.

Sin qui le vittime degli ultimi giorni, oltretutto travolte in strade del centro abitato in cui la velocità delle auto dovrebbe essere ridotta. Ma non si contano più gli investimenti che, per fortuna, non sono stati mortali ma nondimeno preoccupanti, specie se si mettono insieme tutti i pezzi di questo puzzle della morte.

Solo per ricordarne qualcuno, il 19 dicembre due pedoni, in due diverse occasioni, sono stati investiti a Campobasso: uno in via San Lorenzo e un altro in via Colle delle Api. Ancora, il 10 gennaio una studentessa viene investita in pieno centro, sempre nel capoluogo, e mentre attraversava sulle strisce. Ancora, la notte di Capodanno a Salcito un 37enne viene investito da un’auto, probabilmente a seguito di una rissa.

Cronache divenute quasi ordinarie, che raccontano la ‘normalità’ della negligenza, della disattenzione, della scarsa concentrazione con cui ci si mette al volante o si attraversa la strada. Come se il pericolo non fosse contemplato, come se il senso di onnipotenza e di immunità facesse parte di noi. O peggio, come se non ci importasse della vita, nostra e degli altri.

Mentre i dati ufficiali dell’Istat relativi al 2018 parlavano di una riduzione, più o meno accentuata, dei principali indicatori legati agli incidenti stradali nel nostro Paese, la stima del primo semestre 2019 è in linea con la tendenza dell’anno precedente quanto a numero di incidenti stradali con lesioni a persone e al numero dei feriti ma al contempo fa registrare un aumento del totale delle vittime entro il 30° giorno.

Anche in Molise il 2018 è stato un anno migliore dei precedenti sulle strade regionali. Ma gli incidenti degli ultimi due mesi occorsi all’interno dei nostri piccoli confini sembrano – senza voler avere alcuna pretesa statistica – andare drammaticamente controcorrente.

Colpa dello smartphone cui non riusciamo più a rinunciare, colpa della fretta che ci attanaglia e che sembra l’unica direttrice delle nostre giornate, colpa di una disattenzione diffusa tra gli automobilisti così come tra i pedoni. Quale che sia il motivo – ed è bene che ognuno di noi ci rifletta intimamente –, è quel che resta che dovrebbe indurci ad un cambio di atteggiamento. Vite spezzate, costi sociali, procedimenti penali.

E ancora i rimorsi implacabili di chi poteva rallentare, poteva andare più piano, poteva evitare di guardare l’ultimo messaggio. Senza contare il dolore di chi affronta la perdita, insensata, di una persona cara. Il piatto della bilancia parla chiaro: guadagnare qualche minuto appare decisamente vacuo.

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