Il senso di responsabilità di avvocati che hanno deciso di spendere la propria vita per difendere i diritti dei cittadini si è toccato con mano ieri (20 dicembre) al Palazzo di Giustizia di Campobasso. Di avvocati che ora rivolgono il loro pensiero ai più giovani, ricordando che indossare la toga è un onore e un privilegio.
“Avete onorato la categoria – ha aperto così la cerimonia la presidente della Corte d’Appello, Rossana Iesulauro, rivolta agli avvocati premiati – con impegno, onestà, senso del dovere, autorevolezza e correttezza. Ai giovani avvocati dico di indossare la toga con onore come la indossano gli avvocati Cennamo, Gentile, Verde e Mancini”. “Avvocati – ha aggiunto il presidente della Cassa Forense, Nunzio Luciano – che sono simboli di battaglie politiche, sociali, ambientali e di cassa forense. Esempi di vita quotidiana soprattutto per i giovani. La politica orizzontale è il futuro della nuova avvocatura. Dobbiamo essere in grado di cavalcare l’opportunità che ci viene data dal cambiamento”.
Giuseppina Cennamo è la terza avvocato donna del Molise e ha ricevuto la medaglia d’onore con grande umiltà. “Questa medaglia per me è un grande onore – ha affermato visibilmente emozionata. – La mia strada l’ho scelta liberamente e la sceglierei nuovamente perché è nella libertà che ho deciso di svolgere la professione di avvocato. Ci sono state delle limitazioni – ha ammesso – perché all’epoca era difficile per le donne conciliare il ruolo di avvocato con quello di mamma. Questo mi ha portato molto spesso a privilegiare il primo ruolo a discapito del secondo e di questo chiedo scusa ai miei figli. Incidere in un ambiente come il Molise essendo donna non è stato semplice ma ho avuto un bel riscontro e mi sento molto fortunata. A distanza di quarant’anni la classe forense ha perduto di autorevolezza. Ai giovani – ha chiuso la Cennamo – dico di essere fiduciosi ed avere grande senso di responsabilità nei confronti dei diritti dei cittadini che noi tuteliamo”.
L’avvocato Enrico Gentile – nonché ex consigliere regionale – ha uno studio legale specializzato in diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo. Per lui un grande applauso mentre ha ricevuto la medaglia d’oro, tanto da non riuscire a far altro che ringraziare tutti per la troppa emozione.
Emozione visibile anche negli occhi dell’avvocato Francesco Mancini. “Mi sento fortunato per essere arrivato a questo traguardo avvolgente e gratificante. Il mio ringraziamento va a chi mi ha accompagnato in percorso lungo 40 anni. Oggi è anche un momento di frustrazione perché ho meno tempo per poter imparare ancora. La mia è un’età fatta di ricordi e di attese, ma anche e, direi ancora, di sogni e di aspettative”.
L’avvocato Carmine Verde, molto stimato in città, ha ricordato la dignità e l’umiltà che devono contraddistinguere il ruolo di avvocato. “A me interessa che questo foro mantenga quella dignità che ha mantenuto per tanti anni – ha sottolineato Verde prendendo tra le mani la medaglia d’oro. – Ai giovani dico di avere fede e di non avere timore dei grandi nomi. Io sono un esempio vivente di colui che è stato scelto perché più debole. Essendo figlio di avvocato non ho mai perso di vista queste parole: le sentenze dei giudici sono sempre giuste. Se non crediamo in questa fedeltà della giustizia la nostra professione non potrà mai elevarsi”.
A ricevere la toga d’onore come giovane avvocato maggiormente distintosi nell’ultima sessione d’esame è stato Rosario Rosanova. “Mi sento di dire soltanto grazie in questo giorno. Non mi sento più bravo di nessuno. Sono stato fortunato”, ha commentato emozionato.
La cerimonia – alla quale hanno partecipato le più alte cariche del settore e delle istituzioni – si è chiusa con le parole di Montalto. “Non dimenticate mai giovani colleghi che la toga che indossate è una divisa di combattimento. Amatela e onoratela sempre”. Poi un lungo applauso per Gianni Falcione, l’avvocato venuto a mancare cinque anni. “Un amico per tutti noi. A questo grande uomo oggi va il nostro pensiero”.