Campioni di legalità

Toga indossata con onore per 40 anni: medaglia d’oro a 4 avvocati molisani fotogallery

Aula Francesco Colitto del Palazzo di Giustizia di Campobasso gremita - ieri - per la cerimonia di consegna della medaglia d’oro agli avvocati che hanno compiuto 40 anni di professione. Il premio alla carriera quest’anno è stato conferito agli avvocati Giuseppina Cennamo, Enrico Gentile, Francesco Mancini e Carmine Verde che tra emozioni e ricordi hanno raccontato il senso della loro professione. Consegnata anche la toga d’onore al giovane avvocato maggiormente distintosi nell’ultima sessione d’esame, Rosario Rosanova.

Il senso di responsabilità di avvocati che hanno deciso di spendere la propria vita per difendere i diritti dei cittadini si è toccato con mano ieri (20 dicembre) al Palazzo di Giustizia di Campobasso. Di avvocati che ora rivolgono il loro pensiero ai più giovani, ricordando che indossare la toga è un onore e un privilegio.

“Avete onorato la categoria – ha aperto così la cerimonia la presidente della Corte d’Appello, Rossana Iesulauro, rivolta agli avvocati premiati – con impegno, onestà, senso del dovere, autorevolezza e correttezza. Ai giovani avvocati dico di indossare la toga con onore come la indossano gli avvocati Cennamo, Gentile, Verde e Mancini”. “Avvocati – ha aggiunto il presidente della Cassa Forense, Nunzio Luciano – che sono simboli di battaglie politiche, sociali, ambientali e di cassa forense. Esempi di vita quotidiana soprattutto per i giovani. La politica orizzontale è il futuro della nuova avvocatura. Dobbiamo essere in grado di cavalcare l’opportunità che ci viene data dal cambiamento”.

Giuseppina Cennamo è la terza avvocato donna del Molise e ha ricevuto la medaglia d’onore con grande umiltà. “Questa medaglia per me è un grande onore – ha affermato visibilmente emozionata. – La mia strada l’ho scelta liberamente e la sceglierei nuovamente perché è nella libertà che ho deciso di svolgere la professione di avvocato. Ci sono state delle limitazioni – ha ammesso – perché all’epoca era difficile per le donne conciliare il ruolo di avvocato con quello di mamma. Questo mi ha portato molto spesso a privilegiare il primo ruolo a discapito del secondo e di questo chiedo scusa ai miei figli. Incidere in un ambiente come il Molise essendo donna non è stato semplice ma ho avuto un bel riscontro e mi sento molto fortunata. A distanza di quarant’anni la classe forense ha perduto di autorevolezza. Ai giovani – ha chiuso la Cennamo – dico di essere fiduciosi ed avere grande senso di responsabilità nei confronti dei diritti dei cittadini che noi tuteliamo”.

L’avvocato Enrico Gentile – nonché ex consigliere regionale – ha uno studio legale specializzato in diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo. Per lui un grande applauso mentre ha ricevuto la medaglia d’oro, tanto da non riuscire a far altro che ringraziare tutti per la troppa emozione.

Emozione visibile anche negli occhi dell’avvocato Francesco Mancini. “Mi sento fortunato per essere arrivato a questo traguardo avvolgente e gratificante. Il mio ringraziamento va a chi mi ha accompagnato in percorso lungo 40 anni. Oggi è anche un momento di frustrazione perché ho meno tempo per poter imparare ancora. La mia è un’età fatta di ricordi e di attese, ma anche e, direi ancora, di sogni e di aspettative”.

L’avvocato Carmine Verde, molto stimato in città, ha ricordato la dignità e l’umiltà che devono contraddistinguere il ruolo di avvocato. “A me interessa che questo foro mantenga quella dignità che ha mantenuto per tanti anni – ha sottolineato Verde prendendo tra le mani la medaglia d’oro. – Ai giovani dico di avere fede e di non avere timore dei grandi nomi. Io sono un esempio vivente di colui che è stato scelto perché più debole. Essendo figlio di avvocato non ho mai perso di vista queste parole: le sentenze dei giudici sono sempre giuste. Se non crediamo in questa fedeltà della giustizia la nostra professione non potrà mai elevarsi”.

A ricevere la toga d’onore come giovane avvocato maggiormente distintosi nell’ultima sessione d’esame è stato Rosario Rosanova. “Mi sento di dire soltanto grazie in questo giorno. Non mi sento più bravo di nessuno. Sono stato fortunato”, ha commentato emozionato.

La cerimonia – alla quale hanno partecipato le più alte cariche del settore e delle istituzioni – si è chiusa con le parole di Montalto. “Non dimenticate mai giovani colleghi che la toga che indossate è una divisa di combattimento. Amatela e onoratela sempre”. Poi un lungo applauso per Gianni Falcione, l’avvocato venuto a mancare cinque anni. “Un amico per tutti noi. A questo grande uomo oggi va il nostro pensiero”.