Consiglio regionale

Riforma trasporto pubblico, maggioranza Toma battuta in aula: passa la legge voluta dall’opposizione

Il consiglio regionale approva un emendamento presentato da Filomena Calenda e votato anche dall’ex governatore e da Aida Romagnuolo, oltre che da M5S e Pd. Il governo regionale quindi va sotto anche sulla legge: il nuovo bando dovrà prevedere offerta pubblica aperta e unico lotto

Gara pubblica aperta e unico lotto. La riforma del trasporto pubblico locale non sarà come l’avevano impostata l’assessore Niro e la sua maggioranza di centrodestra. Passa invece una legge sostanzialmente voluta dall’opposizione.

Il governo regionale è stato infatti battuto in aula con 11 voti a 10 su un emendamento presentato dalla consigliera di maggioranza Filomena Calenda e votato dall’opposizione compatta (Pd e M5S) e da altri due esponenti di una maggioranza Toma che sembra non esistere più, vale a dire l’ex governatore Michele Iorio e l’altra ex leghista dissidente Aida Romagnuolo. Successivamente la legge di riforma del Tpl è stata approvata, con quei due sostanziali cambiamenti, coi soli voti dell’opposizione e dei tre dissidenti di centrodestra e la contrarietà di Toma e i suoi.

Bocciati i due capisaldi della riforma per come era stata presentata, e cioè ripristinata l’offerta pubblica aperta in luogo di quella ristretta e al tempo stesso imposto il lotto unico, mentre l’assessore Niro spingeva, su indicazione dell’autorità di regolamentazione dei trasporti, per il doppio lotto.

È il verdetto arrivato attorno alle 18 di una domenica pomeriggio, oggi 22 dicembre, che fa segnare un’altra battuta d’arresto per il governo regionale guidato da un anno e mezzo da Donato Toma. Era parso un percorso in salita per il governatore e i suoi già da giovedì scorso, quando la discussione sul trasporto pubblico locale e la sua riforma erano arrivate in aula. Idem dalla mattina di domenica quando il consiglio è tornato straordinariamente a riunirsi per concludere i lavori su questo tema prima delle vacanze di Natale.

Tanti gli emendamenti presentati sia dalla maggioranza che dall’opposizione ma alla fine è stato quello presentato da Filomena Calenda, ex leghista, già espulsa dalla Lega e in rotta con la stessa maggioranza, a raggruppare le maggiori obiezioni dell’opposizione e di chi appare sempre più lontano dalle posizioni della maggioranza come Michele Iorio che già nei giorni scorsi aveva fortemente contestato la riforma. 

Fra le maggiori contestazioni c’è anche la mancata condivisione della riforma coi territori e i sindaci dei Comuni, oltre che il taglio delle corse. Per i dipendenti del comparto invece il consiglio ha votato un emendamento per la salvaguardia dei posti di lavoro.

Al voto 11  favorevoli all’emendamento e 10 contrari. Hanno detto sì Calenda, Aida Romagnuolo, Iorio, Greco, Fontana, Manzo, Primiani, De Chirico, Nola, Fanelli e Facciolla. Hanno votato no Toma, Micone, Nico Romagnuolo, Tedeschi, Di Lucente, Matteo, D’Egidio, Cefaratti, Pallante e Scarabeo. Si torna all’unico lotto con gara aperta, nella speranza di attrarre grandi società anche dall’estero.

All’esito del voto un applauso ha accompagnato l’approvazione, fra le proteste del presidente Toma. L’intera discussione è stata seguita da numerosi esponenti del settore del trasporto pubblico molisano.

Si erano succeduti durante l’intera giornata di domenica numerosissimi interventi e non erano mancati i momenti di forte tensione. La proponente dell’emendamento, Filomena Calenda, era stata più volte invitata a ritirarlo perché si era capito che con le posizioni assunte la maggioranza sarebbe andata sotto.

Più che esplicito Quintino Pallante che aveva chiesto la Calenda a più riprese e anche con una certa insistenza a fare marcia indietro. L’ex governatore Michele Iorio e il suo vicino di banco Andrea Di Lucente si erano scambiati parole al vetriolo. L’esponente dei Popolari aveva infatti velatamente fatto intendere che l’ex presidente volesse favorire ditte che danni gestiscono il trasporto pubblico locale e Iorio lo ha invitato ad essere “più cauto nelle dichiarazioni” o a fornire prove di quello che stava dicendo.

L’assessore Niro, attaccato praticamente da ogni angolo della sala consiliare, si era difeso ripercorrendo nel dettaglio l’iter che aveva portato all’approvazione della relazione dell’autorità di regolamentazione dei trasporti sottolineando il risparmio di 7 milioni che l’Art aveva suggerito col doppio lotto. “Vogliamo ridare dignità all’intero comparto” aveva dichiarato Niro nel fissare l’obiettivo.

Anche Toma, che in mattinata aveva presentato un emendamento condiviso dallo stesso assessore non ha nascosto la propria amarezza per il comportamento dei consiglieri di maggioranza che hanno votato con l’opposizione. “Bisogna farla finita con i ricatti. Quando i leader nazionali mi chiameranno per chiedermi della coerenza politica di un consigliere o una consigliera chiederò di non essere più interpellato. Questo emendamento non mi era stato annunciato ed è stato presentato a gamba tesa”.

La discussione è quindi proseguita, non senza altre frizioni come quella fra il presidente Salvatore Micone e la sua vice Patrizia Manzo sulla possibilità di ritirare un emendamento, poi messo ai voti dal numero dell’assise fra le proteste dalla grillina. Da Andrea Greco invece l’invito all’assessore Niro a dimettersi. “Il suo lavoro è stato sfiduciato”. Duro il Pd con Facciolla che ha sottolineato come “andava fatto prima il piano e poi il bando”.

Alla fine si è giunti al voto. Nonostante le richieste, ripetute fino allo stremo, del presidente Toma di non votare a favore della legge, i dissidenti sono rimasti sulle loro posizioni. Pallante ha proposta di bocciarla e ricominciare la discussione sulla legge, ma niente da fare. Sì alla riforma ‘voluta’ dall’opposizione, sempre per 11 a 10. Per la maggioranza Toma una giornata catastrofica.

 

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