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Piano Sanitario triennale svelato col contagocce dai commissari. Toma chiede deroga al Balduzzi fotogallery

Poche le informazioni dettagliate fornite dai tecnici Giustini e Grossi sul nuovo Pos: "Non possiamo rivelare troppi dettagli, è ancora al vaglio dei Ministeri. Ad ogni modo è una prosecuzione del Piano 2015-2018", si limitano a dire. "Con una mobilità passiva così alta e una popolazione di soli 300mila abitanti, sarebbe bastato anche l'ospedale unico". Intanto il governatore Toma prepara la controffensiva: chiesta la deroga al decreto Balduzzi

Intorno alle 14 i commissari Angelo Giustini e Ida Grossi lasciano il Consiglio regionale dopo aver  illustrato il Piano sanitario 2019-2021. Ma solo a grandi linee “per correttezza e serietà – dicono i tecnici – perchè parliamo solo di una bozza al vaglio dei Ministeri competenti”. Un ‘mantra’ che abbiamo sentito spesso in questi giorni e confermato pure nell’Aula di palazzo d’Aimmo, dove gli eletti incalzano più volte Giustini e Grossi, chiedono che fine faranno gli ospedali, come sarà organizzata la rete dell’emergenza-urgenza, se al Molise può essere concessa una deroga al decreto Balduzzi come avvenuto per la Basilicata.

Il nuovo Pos è una prosecuzione del Piano operativo 2015-2018“, spiegano dopo un’ampia ricognizione sui debiti e dopo aver rivelato che 28 milioni di tasse pagate dai molisani non sono finiti nella ‘cassa sanità’. In parole povere, quello firmato dall’ultimo commissario-governatore, Paolo di Laura Frattura (Pd). “Con una popolazione di 300mila abitanti e con una mobilità passiva tra le più alte d’Italia (in pratica ci sono sempre più cittadini che si curano fuori regione, ndr), potrebbe bastare un ospedale unico. Ma visto che questa regione ha un territorio difficile dal punto di vista orografico, con strade che non consentono spostamenti rapidi, l’organizzazione sanitaria è stata basata sul sistema hub e spoke. Il Cardarelli è il cuore (hub) della sanità molisana, il Veneziale di Isernia e il San Timoteo di Termoli spoke”. Questi ultimi sono definiti “ospedali di base”. Cosa vuol dire nel dettaglio non si sa.

Agnone sarà “ospedale di comunità” e fornirà “prestazioni a bassa complessità”. Tra le soluzioni al vaglio per l’Alto Molise anche l’infermiere di comunità e la farmacia dei servizi.

I commissari spiegano pure che l’elisoccorso funzionerà “grazie ad un accordo con l’Abruzzo e definendo le basi a Pescara e all’Aquila”.

Saranno firmati gli accordi interregionali (ma non si sa quando) e per l’emergenza-urgenza Termoli farà riferimento all’ospedale di Foggia, Campobasso a Benevento e Isernia al Neuromed di Pozzilli. “Non possiamo spiegare il Pos nel dettaglio – insistono i commissari – perchè possono essere modificati ai Ministeri”.

Giustini e Grossi fanno chiarezza pure sulle assunzioni: “Ci vogliono i medici, i tecnici, gli infermieri, lo sappiamo. Ma ci sono stati 12 anni di vuoto. Le procedure per le assunzioni sono state rallentate a causa di ricorsi e della mancata nomina del nuovo direttore generale dell’Asrem. Tuttavia, il commissario Scafarto ci ha assicurato che entro fine anno saranno esperite le procedure del 2019 e forse saranno avviate pure quelle del 2020”.

Infine l’extrabudget al privato accreditato: “Non sarà più possibile firmare convenzioni per l’extrabudget. Così come all’attenzione dei Ministeri c’è la questione dell’accreditamento per i privati”.

L’incontro con i commissari sta quasi terminando quando il governatore Donato Toma, che aveva lasciato l’assise pochi minuti dopo l’inizio dell’audizione, rientra in Aula. E’ appena terminata la videoconferenza con la Commissione Sanità in seno alla Conferenza delle Regioni: “Ho chiesto, assieme alla Regione Calabria, e la posizione è stata condivisa da tutte le Regioni, di chiedere al Governo deroghe al Decreto Balduzzi, per ottenere il Dea di I livello e la revisione di alcuni parametri, oltre allo sblocco dei fondi per l’edilizia sanitaria”.

Il presidente chiarisce pure la questione relativa alla fiscalità e al mancato versamento nella ‘cassa sanità’ di 28 milioni di euro di tasse pagate dai molisani, come annunciato dai commissari. Poi rilancia: “Non firmo il Patto per la salute se il Governo non rimuove i commissari dopo la sentenza della Corte costituzionale”.

L’audizione dei commissari non tocca solo aspetti puramente tecnici. Ovviamente ci sono anche osservazioni politiche. Ad esempio, dai banchi della maggioranza partono siluri. “Vi state comportando come degli ufficiali giudiziari, ci state notificando cartelle esattoriali”, accusa Massimiliano Scarabeo. “Voi dovete far quadrare i numeri – insiste Andrea Di Lucente – e ci state trattando come merce”.

Riscuote qualche applauso l’intervento di Micaela Fanelli (“Cancellare l’ospedale di Agnone, significa cancellare un territorio. Io ripudio questa procedura”), mentre emergono posizioni variegate all’interno del Movimento 5 Stelle. Andrea Greco annuncia che si rivolgerà alla Procura generale della Corte dei Conti, mentre Patrizia Manzo chiede: “Cosa vuol dire Dea di primo livello potenziato? E cosa vuol dire spoke? E’ immaginabile qualche reparto in più negli ospedali di Termoli e Isernia?”. Anche Valerio Fontana vorrebbe qualche chiarimento in più sul destino del San Timoteo: “Emodinamica e Cardiologia resteranno? Gli accordi con Vasto quando saranno firmati?”. Domande che non trovano risposta.

Tuttavia, probabilmente i più delusi di tutti sono i comitati a cui non è concessa la possibilità di intervenire.

In queste condizioni probabilmente della sanità molisana rimarrà ben poco. Del resto, si avvicina il tredicesimo anno di commissariamento. E il numero 13 – si sa – è considerato un numero sfortunato.

 

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