Il day after delle sardine

Le Sottolio contro i Sottodio per battere l’indifferenza dalle periferie ai piccoli centri

E così l’operazione SPQR (SardinaePopulusQueRomanus) è andata a buon fine nelle acque del Tevere come se fosse il Gange. La fase della nascita e della crescita, che è sempre “eroica”, si è chiusa e ora inizia l’adolescenza, che è sempre problematica.

Il primo bilancio è comunque positivo. Ha ricordato agli italiani che se la destra è viva, la sinistra non è affatto morta. La grande piazza romana è stata un tripudio di bon ton, di rincuoramenti reciproci, di speranze resuscitate e dI propositi per l’avvenire. Quasi la replica via social di un pacifico 68’ che rigetta la retorica populista e addita la stanchezza di un Paese verso l’asprezza del dibattito politico.

Hanno beneficiato di endorsement a migliaia, da Erri de Luca a Romano Prodi (“Non avevo mai visto in vita mia una manifestazione che inneggia alla civiltà dei toni”). E migliaia sono stati i cartelli autoprodotti. Da “Mamme, papà, bambini e bambine/oggi siam tutti piccole sardine”, a “Meglio sottolio che sottodio”.

A evento finito, un giovane giornalista campobassano, Camillo Barone, mi ha inviato la foto di uno striscione: “INDIFFERENZA male oscuro dell’umanità”, che è uno dei più forti messaggi delle sardine e ricorda il saggio pubblicato da Gramsci nel 1917 dal titolo “Odio gli indifferenti“ in cui scriveva: l’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”.

Dunque i “senza rappresentanza” hanno ora un Coordinamento che, come primo obiettivo, si è dato quello “di non fermarsi, di tornare sul territorio, nelle piazze, da quelle centrali alle periferie urbane fino ai piccoli paesi”. Una sfida davvero difficile e forse proibitiva da condurre in realtà territoriali fatte di borghi falcidiati dalla denatalità e dalla fuga di giovani. Perciò ora sardine e Molisardine dovranno dire addio all’effetto oceano della piazza e studiare tecniche di micro flash mob da campanile.

Davanti a loro si apre da oggi una strada interessante e complessa, ma piena di tentazioni (che per Oscar Wilde sono le uniche alle quali non si resiste). Soprattutto quella di tramutarsi da movimento sostanzialmente civile e culturale, in soggetto tecnicamente politico. Insomma, siamo in molti ad augurarci che non divenga, come spera Beppe Severgnini, il Partito delle Sardine Democratiche Italiane (PSDI).

 

 

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