Trofeo del drago 2019

La carica dei cento per ricordare il Maestro De Gregorio durante il secondo memorial fotogallery

Parola d'ordine umiltà: oltre cento atleti, provenienti da tutta Italia, si sono sfidati durante il Trofeo del Drago dedicato al Maestro Salvatore De Gregorio scomparso poco più di due anni fa.

Le persone che muoiono restano sospese in un limbo, lasciano dietro di sé un’aura, un mito a cui i loro cari si attaccano più forte che mai per evitare che il ricordo svanisca nel nulla, per sempre. “Nessuno muore sulla terra, finché vive nel cuore di chi resta” dice un vecchio proverbio che, nel caso del Maestro Salvatore De Gregorio è quanto mai calzante. A dimostrarlo sono la sua famiglia ed i suoi allievi che, a poco più di due anni dalla sua prematura scomparsa, non smettono di percorrere la strada che lui stesso avevo disegnato per loro: Salvatore ha rappresentato la dimostrazione viva e vibrante che lo sport è fatto sì di sudore, fatica e costanza, ma senza l’umiltà non si va da nessuna parte.

Un insegnamento che lui stesso, per primo, dimostrava con i fatti, non solo con le parole. Fatti più eloquenti che mai che oggi, durante il secondo memorial del ‘Trofeo del Drago’ rimbombano nel Palasabetta di Termoli come un cuore pulsante di vita. Oltre cento atleti provenienti da ogni parte d’Italia si sono dati appuntamento nella cittadina bassomolisana per onorarne la memoria: circa sessanta incontri di taolu e sanda organizzati dall’ASD A.N.D.K. in collaborazione con Tifernus Dragon di Campomarino e con il patrocinio della Federazione Italiana Wushu Kung-fu.

Arti marziali, usate per l’autodifesa, che temprano il corpo, ma soprattutto l’anima: “Prima regola, rispetto dell’avversario” usava dire il Maestro De Gregorio ai suoi allievi durante le lezioni. Sapeva che se non si condividevano i valori dell’umiltà, del rispetto e della lealtà, non si poteva diventare grandi atleti né tantomeno umani con la U maiuscola. Oggi, quegli insegnamenti, hanno creato una spirale fatta di uomini e donne valorosi che, condividendo ed ampliando gli insegnamenti di Salvatore, li trasmettono alle nuove leve.

Incontri puliti, rispettosi, che hanno mostrato il vero valore di queste discipline, sotto l’occhio attento di Basso e Anna Laura, figli di Salvatore, dei suoi ex colleghi come Antonello Sciarretta e dei suoi allievi come Bruno Fraraccio (arbitro, presentatore e Babbo Natale d’eccezione per la gioia di tutti) che, seppur ormai divenuti adulti, resteranno sempre i piccoli allievi.

Ottimi i risultati delle scuole di Termoli del Maestro De Gregorio e degli atleti di Campomarino del Maestro Costantino Di Labbio. Non sono passate inosservate le elevate qualità tecnica delle scuole di Riccia del Maestro Biaggio Fanelli, di Larino del Maestro Michele Di Ridolfo, di Pescara dei maestri Gianfranco Bianchi e Taresco e di Guglionesi del Maestro Vincenzo Di Labbio. Di qui si darà avvio alla nuova classifica della tappa 2020 che, con tutta probabilità, partirà da Larino.

Perché potranno anche passare due anni, dieci, venti, cinquanta, ma il suo ricordo resterà vivo, indelebile, in ognuno dei suoi allievi, della sua famiglia e di chi, anche solo per qualche ora, ha cambiato una parola con lui. E per questo l’aforisma di Sant’Agostino è il più adatto di tutti per ricordarlo: “Non rattristatevi per averlo perso, ma rallegratevi per averlo avuto”.

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