Termoli

Vernacolo termolese, l’evento estivo in Largo Tornola diventa una raccolta in versi di Saverio Metere

'Ma ssère ce parle e ce cante termolèse, l'evento estivo in Largo Tornola è diventato una raccolta poetica a cura di Saverio Metere, architetto di Termoli trapiantato a Milano che ama i versi e il vernacolo

Una raccolta in versi di quello che è stato un evento estivo molto sentito e partecipato, specie dai termolesi doc. ‘Ma ssère ce parle e ce cante termolèse – ovvero il vernacolo che si è fatto musica, parole e teatro lo scorso 10 agosto nel suggestivo spiazzo nel cuore del Borgo Antico – è divenuto una raccolta di poesie, curata da Saverio Metere. L’architetto-poeta, che ha fatto per la sua vita la spola tra Milano – dove ha lavorato – e Termoli – dove è nato e dove sta il suo cuore – ha deciso di pubblicare questo volume che si va ad aggiungere ai tanti già editi.

Molti dei suo libri li ha portati con lui oggi, 12 novembre, in conferenza stampa nella Sala consiliare di Termoli. L’occasione era appunto la presentazione del libro ‘Ma ssère ce parle e ce cante termolèse’ e a presenziare c’era l’assessore alla Cultura e al Turismo Michele Barile, che ha sottolineato come il Comune abbia voluto patrocinare la pubblicazione, memore “di quello che è stato uno degli eventi più belli inseriti nel programma estivo, che ha significato la massima espressione del vernacolo termolese”.

Vernacolo e non dialetto, ci ha tenuto a precisare l’architetto Metere. Perché se il dialetto appartiene ad un’area (esempio il dialetto molisano), il vernacolo appartiene ad un paese, e dunque quello termolese – ‘tornolese’ per gli autoctoni – è indubbiamente vernacolo. Il libro è una traccia, un modo per mantenere vive le parlate termolesi. “La partecipazione ad un paese, ad una terra, rimane in queste cose”, ha affermato Metere indicando il suo ultimo libro.

libro saverio metere

Seduti attorno a lui c’erano alcuni ‘poeti’ che, come lui, amano cantare la termolesità. Tutti loro erano presenti e protagonisti quest’estate (l’evento del 2019 era alla sua seconda edizione, ndr) e sono scritte da loro molti dei versi del libro. Lucia Marinaro, Rosa Sciarretta, Nicolino Cannarsa, Anna Catalano (foto sotto). Mancava Roberto Cappella, anche lui tra gli autori in vernacolo presenti nel libro.

saverio metere e anna catalano

Già si pensa ad un nuovo evento. Metere a proposito ha annunciato: “Sto cercando nuovi poeti termolesi”. La conferenza è stata soprattutto un amarcord di personaggi termolesi, incontri (come quello con Carlo Cappella) e aneddoti. Saverio Metere ha voluto anche porre l’accento sulla necessità di adottare, per chi si diletta a scrivere in vernacolo, un’unica fonetica. Lui, Metere, ha incontrato la ‘Grammatica delle parlate di Abruzzo e Molise’ del professore di Dialettologia Ernesto Giammarco nel lontano 1980 e il suo invito è a che tutti facciano riferimento a quella.

Un accenno anche al poema ‘Metere’ che è una sorta di compendio, in endecasillabi, che parla di Termoli e dei suoi cittadini. L’ultima quartina è dedicata ad un termolese recentemente scomparso che ha lasciato un grande vuoto in tutta la città: Peppino Marinucci.

Per chiudere, Metere ha scelto di recitare alcuni versi scritti da Nicolino Di Pardo. Leggendoli l’architetto termolese si è commosso e poi ha aggiunto: “Nessuno è bravo come lui a restituirci delle immagini poetiche. Se sono poeta lo sono diventato dopo aver letto le sue poesie”.

 

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