Termoli

Tassa sul suolo per gli ambulanti, avvisi di accertamento anche a chi ha già pagato. “Inaccettabile”

Diverse le segnalazioni di avvisi di accertamento della Tosap (tassa di occupazione del suolo pubblico) recapitate agli ambulanti termolesi, finanche a chi ha già pagato la tassa. La denuncia di Confesercenti

La musica è cambiata per gli ambulanti a Termoli, e non è un bel sentire. La denuncia arriva dalla Confesercenti di Termoli, presa d’assalto in questi giorni per via di avvisi di accertamento relativi al pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico (per l’anno in corso) inviata indiscriminatamente a tutti, anche a chi l’ha già pagata.

I commercianti ambulanti termolesi non se ne sono capacitati e si sono rivolti alla Confesercenti per chiedere lumi. Che da parte sua ha preso a cuore la questione: “I commercianti ambulanti che operano nei mercati rionali per garantire il servizio si svegliano all’alba, percorrono in molti casi centinaia di chilometri per raggiungere la città, e spesso operano in condizioni meteorologiche avverse. Quello che occorre per sostenere le loro famiglie lo ottengono con sacrifici e sudore. È bene che gli amministratori, i funzionari e gli operatori dei concessionari per la riscossione delle tasse queste cose le tengano a mente, visto che il loro lavoro lo svolgono in un ufficio riscaldato e su comode poltrone, godendo di regolarità negli stipendi e di tutte le tutele garantite dallo Stato”.

La questione è la seguente: molti commercianti ambulanti in questi giorni hanno ricevuto dalla R.t.i. Ica-Creset – la concessionaria per la riscossione dei tributi del Comune di Termoli –  degli avvisi di accertamento relativi al pagamento della Tosap (tassa di occupazione del suolo pubblico) per l’anno in corso 2019 con sanzione al 30% più interessi.

La normativa prevede che la Tosap debba essere pagata o entro il 31 gennaio 2019 o a rate. È altresi previsto, sempre dalla normativa in vigore, il ravvedimento operoso con sanzione ridotta di 1/8, purchè si paghi entro l’anno, al 3,75% e non più al 30%.

Molti operatori commerciali hanno scelto di pagare il tributo in un’unica soluzione, entro il 31 gennaio, taluni hanno scelto di rateizzare il pagamento, altri ancora invece pensavano di optare per il pagamento nel periodo natalizio, quando gli incassi sono maggiori, avendo così diritto alla sanzione ridotta al 3,75% (per via del ravvedimento operoso). Ma nessuno si aspettava di vedersi recapitare già da ora l’avviso di accertamento, che solitamente viene inviato solo dopo le dovute verifiche dell’azienda di riscossione.

E invece no, “la musica è cambiata”. È stata proprio questa l’espressione – spiegano da Confesercenti – utilizzata dal nuovo Assessore alle attività produttive (Giuseppe Mottola, ndr) durante un incontro con i rappresentanti di categoria, tenutosi lo scorso 7 novembre nel Municipio di Termoli.

Vero è che la legge prevede che l’ente di riscossione – nonostante l’articolo 13 del decreto legislativo 472/97 preveda il ravvedimento operoso entro l’anno con sanzione ridotta di 1/8 – possa avviare l’accertamento prima dei tempi applicando gli interessi al 30%.

“Gli operatori comprendono che i Comuni sono in difficoltà ed hanno bisogno di entrate aggiuntive e non riescono ad attendere la fine dell’anno. Inviare l’accertamento prima del termine previsto dalla legge per il ravvedimento operoso porta una sanzione di 8 volte superiore, soldi freschi e più abbondanti”. Ad esempio, la signora di cui mostriamo la relativa cartella, ad una tassa di 348 euro (pagata) deve aggiungere 104 euro come sanzione omesso/parziale versamento. Eppure il versamento è stato regolarmente fatto.

La categoria però si chiede perché il Comune non abbia scelto di venire incontro agli ambulanti. “Comprendiamo tutto, d’accordo, ma non che l’ente di riscossione invii avvisi di accertamento anche a chi ha già pagato”. Il direttore della Confesercenti di Termoli, Massimiliano Orlando, afferma di avere la scrivania piena di segnalazioni. Il grido unanime degli operatori, in specie di chi ha già effettuato il pagamento dovuto, è “Non abbiamo tempo da perdere”.

“È troppo comodo per chi siede dietro una scrivania mandare l’avviso di accertamento a tutti, e poi allegare il modello di autotutela, che poi alla fine non garantisce affatto il contribuente perché è soggetto comunque ad essere accolto e non blocca i termini del ricorso”.

Un commerciante che avesse già pagato e che si fosse visto recapitare l’avviso di accertamento, dovrebbe in pratica compilare il modulo suddetto, spedirlo o andarlo a consegnare direttamente alla Ica Creset. Una beffa che proprio non va giù ai soggetti interessati.

“A chi è andato a dimostrare con ricevuta alla mano di aver pagato la risposta data è stata: ‘non si preoccupi, le abbiamo allegato il modulo di autotutela’. E a chi ha chiesto il perché degli errori la risposta è stata invece ‘è  l’amministrazione comunale che ci ha dato fretta’”. Risposte che hanno sortito l’effetto di indisporre ancor di più i commercianti.

 

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