Termoli

Roberti “interpreta” la delibera regionale, il centrosinistra all’attacco: “Sullo spostamento della stazione nega la realtà”

Polemiche politiche infuocate dopo che il sindaco di Termoli, in un breve post su facebook, ha negato che Comune e Regione vogliano delocalizzare la stazione. Il centrosinistra: "Negazionismo alla Roberti, è scritto nero su bianco sulla delibera di Giunta"

Una concisa replica del Sindaco di Termoli Francesco Roberti, postata su facebook (non inviata alla stampa) che poco dopo è stata rimossa, ma tanto è bastato per innescare la miccia. L’argomento è la stazione di Termoli e il suo eventuale spostamento fuori dal centro e lontano dalla sua attuale collocazione. Non un incubo notturno di qualcuno ma l’ipotesi messa nero su bianco dalla Regione Molise nella delibera n. 461 del 25 novembre scorso.

Ve ne abbiamo dato conto già ampiamente ma ora anche il centrosinistra termolese, che proprio ieri aveva convocato una conferenza stampa a riguardo, torna sull’argomento per segnalare quello che definisce il “negazionismo di Roberti”. Il primo cittadino di Termoli, infatti, nella replica di cui sopra aveva affermato: “Nè l’amministrazione comunale di Termoli tantomeno la Regione Molise hanno deliberato lo spostamento della stazione ferroviaria, in verità si chiederà a RFI di eliminare dalla stazione di Termoli la parte dei binari utilizzati per la sosta e per la movimentazione dei treni merci, al fine di evitare sia possibile incidenti rilevanti dovuti a ‘rotture di carico’, in caso di trasporto merci pericolose, e sia i rumori di frenata dei treni merci. Dunque differenziare il traffico passeggeri dal traffico merci, progettando un raccordo con il Nucleo industriale e con il porto commerciale fuori dal centro abitato”. Ma dalla lettura della delibera risulta chiaro non è questo quello che la Regione ha richiesto ad Rfi.

Un’esternazione che appare in contrasto con la realtà del documento regionale e con le parole dello stesso assessore al ramo Niro che pure aveva asserito la presenza di questa opzione, che però nella delibera sembra molto più di una ipotesi bensì una richiesta vera e propria a Ferrovie Italiane. Non si è fatta attendere la replica del gruppo di centrosinistra: “Ciò significa negare l’evidenza e ciò che è scritto nero su bianco nella richiamata delibera di Giunta Regionale”. Nel testo dell’atto regionale, come già riportato sulle pagine di questo giornale, si parla infatti proprio di ricollocazione della stazione di Termoli al di fuori del nucleo cittadino. La nota del centrosinistra riporta esattamente i passaggi del testo della delibera, dove la prescrizione ad Rfi è di “provvedere alla ricollocazione ed alla riqualificazione della Stazione di Termoli al di fuori del nucleo cittadino, assicurando alla stessa una migliore sistemazione in termini urbanistici, di edilizia, di accessibilità” .

Nel documento istruttorio della delibera, inoltre, vengono spiegate le ragioni di questa richiesta. “La localizzazione della stazione di Termoli all’interno del centro urbano – prevista dal progetto – risulta altresì incoerente rispetto agli obiettivi generali del Piano Regolatore del Porto di Termoli” e ancora che “la localizzazione della stazione all’interno del nucleo urbano  di Termoli, oltre a quanto sopra rappresentato, arreca altresì potenziale pregiudizio alla qualità della vita e alla capacità turistica della città”.

Duro il giudizio dei consiglieri di minoranza Sbrocca, Scurti, Casolino e Vigilante:Crediamo che la questione sia talmente chiara che non possa essere oggetto di interpretazione. Ma allora ci si chiede perché il Sindaco Roberti nega la realtà delle cose (lo aveva già fatto nella nostra prima conferenza stampa sul raddoppio). Siamo francamente preoccupati perché delle due l’una: o è una tecnica comunicativa per contraddire capoticamente l’attività dell’opposizione o è una distorsione della realtà che il Sindaco ha. Entrambe le cose sono preoccupanti perchè il Sindaco di una città riveste un ruolo istituzionale e dovrebbe amministrare con il massimo della obiettività ed equilibrio e magari lasciando le repliche sugli atti Regionali alla stessa Regione senza assurgere al ruolo di interpretatore autentico di atti di altri Enti”.

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