Operazione friends

Retata contro i clan del Gargano, molisano fra i pusher che spacciavano in mezza Italia

In manette pregiudicato isernino considerato uno dei 13 clienti-spacciatori che piazzavano la droga in varie regioni della Penisola. Gli inquirenti hanno colpito i clan di Lucera e Monte Sant'Angelo

C’è anche un pregiudicato isernino fra i 24 arrestati nell’operazione ‘Friends’, ennesima retata antimafia compiuta sul Gargano, che stamattina è stata messa a segno dagli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Foggia e i finanzieri del Gico di Bari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Bari, nei confronti di 24 persone, dimoranti sia in provincia di Foggia che in altre regioni d’Italia (Calabria, Abruzzo, Molise, Lazio e Piemonte).

Si tratta di Guido Sarachella, di etnia rom, già noto alle forze dell’ordine per spaccio di sostanze stupefacenti per essere rimasto coinvolto nell’operazione ‘Final Cut’ del 2016. Stavolta è ritenuto essere uomo di fiducia dei clan del Gargano in Molise e in particolare nella provincia pentra.

Il blitz di stamane ha portato alla cattura di alcuni pezzi grossi fra i ‘Montanari’ come vengono definiti in gergo i mafiosi dell’area garganica per distinguerli da quelli della città di Foggia. Colpito lo storico clan dei Li Bergolis. In manette infatti Enzo Miucci, considerato il boss del clan di Monte Sant’Angelo.

Ma in manette è finito anche Alfredo Papa, considerato il capo dell’organizzazione criminale dei Bayan/Papa/Ricci di Lucera. In tutto sono stati arrestati nove uomini considerati facenti parte delle due distinte organizzazioni. Arrestate anche due persone di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, e considerate appartenenti alla cosca di ‘ndrangheta dei Pesce-Bellocco. Secondo gli inquirenti rifornivano di armi e droga i clan garganici.

In manette anche 13 clienti-pusher dei gruppi criminali di Monte Sant’Angelo e Lucera, che provvedevano a piazzare la droga periodicamente acquistata dai garganici e dai lucerini fra i loro clienti in vari comuni dell’Italia centro-meridionale.

Le indagini della Dia di Bari hanno fatto emerge un intenso traffico di sostanze stupefacenti che partiva dai Li Bergolis per estendersi in tutta Italia. Ma c’è anche la grande disponibilità di armi: sono state sequestrate tre pistole semiautomatiche, un silenziatore e trentasei cartucce che il capo clan Enzo Miucci aveva ritirato a Torino da esponenti della cosca calabrese dei Pesce-Bellocco.

Gli inquirenti hanno inoltre sequestrato beni degli indagati per un valore complessivo di 2 milioni di euro, consistenti in 10 immobili, 3 autovetture, 2 aziende operanti nel settore del commercio di autoveicoli e 63 rapporti finanziari.

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