Precari a vita

Lavoratori a progetto contro Asrem: “Sfruttati per anni e poi esclusi dal bando”. C’è ricorso al Tar

Un ricorso ai giudici amministrativi è stato presentato dagli ex collaboratori a progetto rimasti fuori dall'ultima stabilizzazione dopo anni di precariato. Discutibile la scelta dell'azienda sanitaria di penalizzare i co.co.pro. e agevolare chi aveva un contratto a termine. Una mossa che potrebbe celare l'esigenza di tamponare la carenza infermieristica. "Abbiamo fatto di tutto tranne i progetti per i quali eravamo stati selezionati e ora ci escludono anche se abbiamo esperienza, è una decisione senza senso" questo denuncia Gianni Russo, statistico campobassano, per sette anni impiegato negli uffici della medicina di base.

Qualche anno fa nelle case dei molisani sono arrivate lettere in cui l’Asrem, l’azienda sanitaria regionale del Molise, chiedeva indietro soldi per aver erogato gratuitamente “prestazioni non dovute”. In pratica, secondo gli accertamenti, coi soldi dei contribuenti c’era chi aveva ‘scroccato’ visite o esami risultando – senza averne diritto – negli elenchi degli idonei all’esenzione del ticket sanitario.

Il recupero crediti, se così possiamo definirlo, è stato possibile grazie al lavoro di un precario, il classico giovane laureato di belle speranze che per anni si è speso con impegno e dedizione nell’azienda pubblica inseguendo il miraggio del posto fisso.

Il sogno (legittimo?) di una intera generazione si è infranto quando la stabilizzazione è sfumata perché l’Asrem ha deciso che gli ex co.co.pro., cioè i collaboratori a progetto, non andavano più bene, e che i nuovi precari ‘utili’ erano solo quelli con un contratto a termine.

Così facendo Gianni Russo, 35 anni di Campobasso, è stato messo alla porta. Con lui diverse decine di altri ex collaboratori dimenticati nell’ultima stabilizzazione targata Gennaro Sosto, commissario Asrem fino a poche settimane fa, quando al suo posto è arrivata Virginia Scafarto.

Oggi a doversi pronunciare su questo bando è il Tribunale amministrativo regionale, al quale gli ex co.co.pro. si sono rivolti impugnando la procedura che, secondo loro, è del tutto inadeguata rispetto agli scopi stessi della stabilizzazione che il precariato dovrebbe eliminarlo o almeno ridurlo.

Tar e no tunnel

“Il concorso dell’Asrem – spiega amareggiato Russo – getta alle ortiche un patrimonio consolidato di personale già formato, io sinceramente non riesco a capire che senso abbia fare una cosa del genere”.

Il sospetto, diciamo pure una certezza per gli ex precari, è che la manovra sia stata architettata a tavolino per risolvere il problema della carenza infermieristica negli ospedali. Il bando, infatti, ha previsto una stabilizzazione solo per i chi ha lavorato in Asrem con contratto a termine. E questo sebbene a mancare non siano solo gli operatori sanitari ma anche gli amministrativi. Ma di questo si occuperà (eventualmente) la nuova struttura commissariale, con altri concorsi.

Di sicuro per ora c’è solo che gli ex co.co.pro. – parliamo di almeno 120 persone in tutto il Molise – non hanno potuto partecipare al nuovo bando pubblicato agli inizi del mese di novembre nonostante lavorassero per l’Asrem chi da cinque e persino chi da dieci anni. Andando avanti a colpi di rinnovi contrattuali di tre, quattro, al massimo sei mesi. Sempre con l’incognita del domani, sempre in attesa di un lavoro fisso, di garanzie, di tutele, vivendo come se la condizione di precario fosse l’unica sicurezza della loro vita.

Asrem Campobasso

 

La storia di Gianni Russo inizia nell’autunno del 2011. Lui all’epoca aveva 27 anni e una laurea in statistica che gli è valsa il secondo posto nel bando relativo al progetto denominato Monitoraggio e gestione dei tempi di attesa. Commissario della sanità a quell’epoca era Angelo Percopo mentre governava in Regione un altro Angelo, Michele Iorio.

“Per le prime settimane sono stato parcheggiato, letteralmente, in una stanza di via Ugo Petrella perché non sapevano cosa farmi fare. I responsabili del progetto non li ho mai incontrati e a quel progetto per il quale mi ero candidato non ho lavorato neppure un giorno del mio lungo periodo in Asrem”.

Passa un po’ di tempo e Russo viene presentato alla direttrice del distretto sanitario di Campobasso, la dottoressa Vergalito, che lo spedisce negli uffici della medicina di base a quel tempo in via Duca d’Aosta. Qui Gianni escogita un sistema per ‘sgamare’ i furbetti del ticket: incrociando dati, creando tabelle, spulciando in archivi disordinati, collaborando con l’Inps e gli uffici di collocamento, permette all’azienda sanitaria che, vale la pena ricordarlo, è pubblica, di recuperare dagli esenti irregolari le spese per le prestazioni sanitarie concesse.

Il suo contratto però ha una scadenza e ogni volta Gianni incrocia le dita sperando nel rinnovo.

“Sono andato avanti così per quattro anni, il 31 dicembre del 2015 – dopo aver trascorso mesi a bussare alle porte della Regione e dell’Asrem – viene detto a me e agli altri ex precari che i soldi dei progetti erano terminati”.

Lo scaricabarile tra i due enti termina ad aprile del 2016 quando gli ex co.co.pro. (quelli più tenaci o semplicemente senza alternative occupazionali) rientrano nell’Asrem con un nuovo progetto.

Ma si tratta dell’ennesima copertura. “Anche quella volta sono stato chiamato a fare di tutto: dalla distribuzione dei ricettari ai medici, al lavoro di sportello, dall’assistenza tecnica ai lavori di grafica”.

Nuovo progetto nell’agosto del 2017 relativo alla campagna vaccinale sugli over 65, “un progetto più adatto a un pubblicitario che a uno statistico come me”. Ma la buona volontà e una pazienza biblica lo fanno resistere fino a luglio del 2018 quando scade anche l’ultimo contratto e l’Asrem saluta Gianni e gli altri precari con un molto poco educato arrivederci e grazie.

“Nessun apprezzamento per il lavoro fatto, anzi, ci hanno fatto la guerra in questi anni, siamo stati trattati come lavoratori di serie B e oggi, nonostante l’esperienza acquisita, siamo i grandi esclusi dell’ultima stabilizzazione”.

A difendere Russo e una ventina di altri ex co.co.pro. è l’avvocato Donato Di Mango del foro di Salerno che ha così commentato la vicenda: “Da tempo sto seguendo alcune vertenze che gli ex co.co.pro Asrem stanno portando avanti nell’indifferenza di troppi e ho riscontrato nell’ente sanitario molisano un atteggiamento contraddittorio: apre alla stabilizzazione ma non per i co.co.pro e appella le sentenze che hanno equiparato il lavoro eseguito dai collaboratori a progetto al lavoro subordinato a termine. Oggi  la stabilizzazione degli ex co.co.pro Asrem è ancora più che incerta”.

A destare perplessità il fatto che alcuni di questi ex collaboratori sono in causa con l’Asrem da almeno quattro anni per veder riconosciuto il proprio legittimo diritto alla stabilizzazione. Il recente bando non solo non elimina il precariato ma neppure il contenzioso costringendo gli ex lavoratori a rivolgersi ai giudici amministrativi per vedere tutelati i loro diritti confidando in una giusta tutela per i sacrifici non riconosciuti, anzi negati.

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