Cosa è successo al piccolo L., nato un mese fa e morto tra la sua cameretta nel quartiere di contrada Casa La Croce e l’ospedale San Timoteo, a poca distanza? Cosa è intervenuto al punto da causargli una crisi respiratoria tanto violenta, dopo che i medici della Terapia Neonatale di Chieti lo avevano dimesso con un referto positivo il 29 ottobre scorso, e il pediatra che l’aveva visitato pochi giorni fa aveva confermato che “stava bene”? E i soccorsi del 118, intervenuto durante la terribile notte tra venerdì e sabato scorsi, hanno tentato tutto quello che si poteva tentare?
Tante domande sul caso della morte del piccolino, che si trova in una cella frigorifero dell’obitorio dell’ospedale, in attesa che il magistrato di Larino conferisca ufficialmente l’incarico per fare l’autopsia. Tante domande che lacerano i genitori, entrambi molisani, entrambi giovanissimi. E disperati. Questa mattina la mamma e il papà del piccolo sono stati in ospedale, sperando di poter vedere il loro bimbo che però è a disposizione del magistrato. Un dolore enorme, il loro, che non si può nemmeno immaginare.
Il bimbo era nato prematuro e con una sindrome da distress respiratorio, ma da qualche giorno – dopo settimane di respirazione assistita ventilata – sembrava essersi ripreso. La visita pediatrica cui era stato sottoposto pochi giorni fa ha confermato il quadro clinico. E’ stata una illusione, che aggiunge altro dolore a una storia che ha i contorni della tragedia. Perché poco prima delle 3 di notte a cavallo tra venerdì e sabato il piccolo ha iniziato ad avere convulsioni e a respirare male.
Subito la telefonata al 118: “Venite, fate presto, il nostro bimbo sta male”. Dopo diversi minuti (anche il lasso di tempo intercorso tra la chiamata e l’arrivo dei soccorritori è naturalmente al vaglio degli inquirenti) gli operatori sono arrivati, ma il medico non è riuscito a placare il piccolo, che a detta del 118 “era già cianotico” mentre secondo quanto riferito dai genitori ai carabinieri aveva un “colorito normale”.
Il decesso è stato certificato dal medico del Pronto Soccorso di Termoli, dove il piccolo “è giunto cadavere”. Cosa è successo, dunque, in quei terribili, convulsi minuti tra la culla e l’ospedale? Si poteva fare qualcosa per salvarlo?
La denuncia dei genitori ha avviato la fase degli accertamenti, a garanzia sia della famiglia che degli stessi sanitari, che avevano chiesto l’esame autoptico interno. Ora invece spetta alla magistratura frentana dare incarico a un medico legale per eseguire l’esame autoptico, che sarà disposto probabilmente domani, martedì, ed effettuato nei prossimi giorni alla presenza dei periti di parte.
commenta