Tra inganni e leggi inadeguate

Formaggi molisano-tedeschi, 3 casi sospetti. Tra etichette ingannevoli e latte estero: mancano gli allevamenti

Tra bolle di accompagnamento poco trasparenti, allevamenti e materie prime insufficienti: ecco tutte le storture di un settore che la trasmissione di Rai Tre ha svelato e che un bando della Regione Molise avrebbe potuto evitare concedendo contributi solo ai caseifici onesti. Intanto resta il mistero sulle imprese lattiero casearie della nostra regione finite nella lista secretata.

Ci sarebbero almeno tre casi sospetti: tre aziende molisane che acquistano il latte dall’estero e lo trasformano per produrre formaggi che poi ‘magicamente’ vengono venduti come made in Molise. Il rappresentante di una di queste è stato pure intervistato da Report che nell’inchiesta andata in onda ieri sera (25 novembre) ha scoperchiato il classico vaso di Pandora, mettendo in luce le contraddizioni di un mondo che si muove al limite del “consentito” e che riesce a sfuggire all’occhio del consumatore meno attento alle etichette.

Abbiamo selezionato un latte dalla Sassonia, è tedesco”: ha ammesso al microfono della giornalista di Report uno dei rappresentanti di un caseificio di Campochiaro. “Ma abbiamo realizzato questo fior di latte secondo la tradizione molisana”.

report Latte La bella Molisana

Il servizio della trasmissione d’inchiesta di Rai Tre ha di certo scombussolato chi era legato all’immagine romantica della regione dei tratturi, in cui le mucche al pascolo mangiano tranquille l’erba e infine al rientro nella stalla producono latte di qualità da cui vengono ricavati i prodotti famosi in tutto il mondo, dal caciocavallo alle mozzarelle.

Nella nostra regione in realtà gli allevamenti ormai si vedono solo con il binocolo, troppo pochi per assicurare un quantitativo sufficiente di latte. Che quindi viene importato dall’estero, dalla Sassonia, per quanto ha scoperto Report, regione della Germania al confine con la Polonia e la Repubblica ceca. Non si può escludere che altri caseifici importino latte straniero anche da altri Paesi, e non è un dettaglio di poco conto visto che gli allevatori dell’Est Europa non sono soggetti a tanti obblighi come quelli italiani: ad esempio non è chiesto loro di indicare se il bovino ha assunto determinati antibiotici, come ha spiegato durante la puntata uno degli esperti.

Report Latte

In questa ‘giungla’, per sfuggire ai controlli viene usato pure un altro escamotage: davanti motrici straniere, dietro rimorchi italiani.

Tra i tanti camion partiti dalla Germania, ha mostrato la trasmissione d’inchiesta, due erano diretti in Molise. Sono stati fermati alla dogana, nel posto di controllo dalla Guardia di Finanza, proprio durante l’inchiesta di Report. “Utilizziamo solo latte 100% molisano”, dice allibito il finanziere quando legge la bolla di accompagnamento. “Stanno andando in Molise a portare latte tedesco”. 

Chi sono i produttori onesti, quelli che dicono di produrre il latte 100% molisano? Chi invece è finito nella lista secretata del Ministero tra le 1800 aziende e multinazionali che acquistano dall’estero? Resta il mistero dopo l’inchiesta di Report, che si è (ovviamente) soffermato sui grandi marchi come Galbani, Prealpi e Parmalat, facendo probabilmente tirare un sospiro di sollievo agli industriali molisani preoccupati per la possibile brutta figura.

Qualcuno, come il caseificio San Marco, ieri aveva denunciato: “Credete davvero che tutti i prodotti lattiero-caseari sono fatti con il latte? Ma magari. Cagliate e fusi sono pericolosissimi per la nostra salute; inoltre, troppe, tante anzi moltissime “persone” decidono di adoperare questa tipologia di prodotto per le loro pietanze e sapete il perché? Per sparagnà (risparmiare, ndr). Questo, purtroppo, è un problema grande anche per noi e per chi come noi cerca di fare un prodotto di qualità, perché ciò ci porta ad avere una grande discriminazione sul prezzo“.

Le storture poi dipendono pure dagli scarsi controlli e da un sistema di regole che fa acqua da tutte le parti. Norme europee e italiane. Coldiretti lo ha denunciato ieri, dopo le anticipazioni della puntata di Report.

Per raddrizzare il tiro e aiutare un settore importante per l’economia molisana, la scorsa estate la Regione Molise ha pubblicato un bando per aiutare le imprese dell’area di crisi escludendo però quelle lattiero-casearie. Il che aveva suscitato la reazione delle associazioni di categoria e degli operatori del settore che, ascoltati in Prima commissione in Consiglio regionale, avevano espresse le loro perplessità su un avviso che, a loro dire, finiva di aiutare solo i caseifici di alcune aree del Molise, che trasformano latte in arrivo dall’estero. E aveva spinto il capogruppo dem Micaela Fanelli a presentare una mozione in Consiglio regionale.

Poco dopo l’Aula ha votato proprio a favore della modifica del bando (su richiesta degli esponenti Pd Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla e del consigliere di maggioranza Di Lucente).

Voci dal Palazzo dicono che questo non sia avvenuto. E che si conterebbero sulle dita di una mano le aziende che hanno risposto al bando. Insomma, se si voleva trovare il modo per tutelare seriamente il made in Molise, i produttori di formaggi e mozzarelle veramente molisani e i consumatori, forse è stata persa un’occasione.

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