Il molise dei precari

Concorsi in Regione, Di Lucente prima denuncia irregolarità e poi blinda Toma. Fanelli (Pd) lo accusa, scintille in Consiglio fotogallery

Il voto dell'esponente dei Popolari per l'Italia si rivela decisivo per evitare un nuovo tonfo della maggioranza nella seduta monotematica dedicata a chiarire le presunte irregolarità sui concorsi indetti dall'ente di via Genova. Delusi i dipendenti a rischio presenti oggi - 12 novembre - a palazzo D'Aimmo: la Regione Molise conta 600 precari, di cui circa 80 impiegati in Protezione civile. Preoccupati pure i lavoratori delle Comunità Montane che andranno a casa il 31 dicembre.

Un’ora e mezza circa per chiudere la ‘pratica’: poco prima delle 13.30 l’inizio del Consiglio regionale che si ferma di nuovo alle 15 non riuscendo ad approfondire nel dettaglio i problemi dei dipendenti della Regione Molise: 600 precari, tra cui gli 80 dipendenti della Protezione civile.

E poi i 47 lavoratori a tempo indeterminato (quindici sono vicini alla pensione) che il 31 dicembre perderanno un impiego perchè le Comunità montane sono state cancellate e “noi non potremmo essere ricollocati”, spiega Luigi Barbieri, per tre legislature sindaco di San Giuliano di Puglia, attualmente dipendente della Comunità Montana ‘Molise centrale’.

Una rappresentanza partecipa ai lavori dell’assise di via IV Novembre assieme ai dipendenti della formazione professionale. Presente anche il capo della Uil del Molise Tecla Boccardo che, in serata, esprime una posizione durissima: “Mentre a Roma si sblocca il turnover con un’occasione d’oro per aumentare i posti di lavoro e creare occasioni di buona occupazione, da noi si dorme. Prova ne sia la riunione tenuta oggi pomeriggio in Consiglio regionale, dedicata alla stabilizzazione dei precari, alla definizione del fabbisogno di personale per la regione Molise, alle Comunità montane, a tutte le aziende del sistema regionale. Tutte questioni che, come sempre, non sono state affrontate adeguatamente con proposte serie e progetti credibili, da parte della Giunta, per affrontare le tante, le troppe emergenze”.

Consiglio regionale lavoratori Regione

Il Consiglio regionale avrebbe dovuto affrontare tali questioni nella seduta monotematica convocata per oggi, 12 novembre, dedicata innanzitutto a chiarire le presunte irregolarità sui bandi per assumere in Regione. Concorsi, è vero, che non si vedevano da venti anni ma sulla cui regolarità c’è più di qualche dubbio.

Le opposizioni avrebbero voluto ampliare il ragionamento, affrontare le altre vertenze.

“Nelle Comunità montane ci sono persone che lavorano da 30 anni, a cui mancano due o tre anni per andare in pensione e che andranno a casa dal 31 dicembre”, spiega il capogruppo dem Micaela Fanelli. “Oggi dobbiamo dare risposte ai precari esterni e interni della Regione Molise, 600 persone che hanno lavorato per il Molise”. Inoltre “vanno bloccate le attuali procedure concorsuali”. 

Nulla da fare. Argomentazioni che non convincono il centrodestra che, dopo un lungo confronto, si arrocca sulle proprie posizioni.

“La maggioranza ha deciso di comprimere il dibattito”, la lettura delle opposizioni.

E quando capiscono l’aria che tira, pure i lavoratori abbandonano l’Aula rivolgendo applausi polemici verso i banchi della maggioranza.

Il centrodestra boccia infatti le sette mozioni (sei a firma Pd, uno del Movimento 5 Stelle) per affrontare ad esempio le irregolarità dei concorsi della Regione Molise, i problemi dei Centri per l’impiego, delle comunità montane, dei precari della Protezione civile. In quest’ultimo caso la giunta Toma ha approvato un bando per reperire quattordici nuove professionalità. Bando contestato da coloro che già sono impiegati nello stesso ente.

Decisivo il voto di Andrea Di Lucente (Popolari per l’Italia) che lo scorso 23 ottobre aveva denunciato in Aula “segnalazioni, messaggi, telefonate. Io in particolare ho ricevuto una mail nella quale si davano per certi i cinque dirigenti della Regione che avrebbero superato le selezioni indette”.

Dopo aver preso le distanze, il consigliere regionale si ‘allinea’ evitando un nuovo tonfo della maggioranza. Il suo voto fa la differenza, consente al centrodestra di avere la maggioranza assoluta. Occorrono due terzi dei presenti per iscrivere un atto all’ordine del giorno del Consiglio regionale.

“Toma è stato salvato dallo 0,6%”, il calcolo di Pd e M5S. Con le minoranze infatti votano i dissidenti Michele Iorio, Aida Romagnuolo e Filomena Calenda. Assenti Micone e Scarabeo. 

“Oggi non avevamo bisogno di fughe in avanti, che qualcuno si facesse pubblicità personale, ma avevamo bisogno di risolvere i problemi”, tuona Di Lucente in Aula suscitando la reazione di Micaela Fanelli. Poco dopo sempre Di Lucente tornerà a ‘stuzzicare’ il dirigente già preso di mira una decina di giorni fa. Lo aveva definito “il capo stazione”, questa volta lo chiama “il professore”.

 

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