Termoli

Se anche i disabili devono pagare la circolare: “Hanno più dignità di chi ci governa. Umiliante per noi autisti”

L'autista e sindacalista Cristino Lepore non nasconde l'amarezza per la scelta della Gtm di non considerare più valide le tessere di libera circolazione per i disabili e se la prende con la politica che non ha dato risposte, costringendoli a fare qualcosa di "imbarazzante e mortificante". La Consulta per le Disabilità del Comune di Termoli non scagiona affatto l'azienda: "Una scelta allucinante"

Imbarazzo. È questo quello che provano gli autisti della Gtm da quando – martedì 1 ottobre – sono stati messi nelle condizioni di dover chiedere il pagamento del biglietto della corsa ai diversamente abili, che invece avrebbero tutto il diritto di spostarsi liberamente e gratuitamente in città con i mezzi pubblici.

Ma dal primo del mese, appunto, le loro ‘tessere di libera circolazione’ non hanno più validità alcuna e, come gli altri, dovranno pagare. Ne abbiamo parlato con uno degli autisti della Gtm srl, la ditta che gestisce il trasporto pubblico locale. Lui è Cristino Lepore e non ha timore di dire ciò che pensa davanti alle telecamere. Nelle sue parole e nelle sue espressioni c’è tutta l’amarezza e il disgusto per una situazione che danneggia i più deboli.

“È una situazione di grande imbarazzo e di grande dolore, che ci mortifica sia come lavoratori che come uomini”. Sono loro difatti, gli autisti, ad interfacciarsi con gli utenti e da ieri lo fanno con mestizia e con il disagio di chi si vergogna delle sue azioni, sebbene sia un mero esecutore di decisioni prese al di là della propria volontà.

Un piccolo excursus sulla vicenda: la Gtm il 16 settembre ha inviato una nota indirizzata al Sindaco di Termoli Francesco Roberti, all’assessore comunale ai Trasporti Vincenzo Ferrazzano, al Presidente della Regione Donato Toma, al Dirigente regionale ai Trasporti Pellegrino Amore, al Prefetto di Campobasso Maria Guia Federico oltre che alle organizzazioni sindacali e alle associazioni che si occupano di disabilità.

Nella missiva venivano elencate le difficoltà dell’azienda legate al mancato trasferimento da parte della Regione al Comune degli importi dovuti relativi alle mensilità di Giugno, Luglio e Agosto e dei contributi per le tessere di libera circolazione di ben due anni, 2018 e 2019. Di qui il preavviso della Gtm: “In mancanza di positivo riscontro, questa società non sarà più in grado di garantire il regolare svolgimento dei servizi”.

E la prima mannaia si è abbattuta proprio sui diversamente abili che non potranno più spostarsi gratuitamente con gli autobus cittadini. “La cosa per me più umiliante è stata vedere loro (gli utenti disabili, ndr) che pur di evitare discussioni hanno preferito pagare”. Una lezione di dignità, è così che la descrive l’autista.

La seconda mannaia presto potrebbe abbattersi sui lavoratori Gtm: “Dal 12 ottobre anche noi saremo senza stipendio – e prosegue -. Ci siamo illusi che di fronte a questa situazione la politica, con grande sensibilità, convocasse le parti per adottare una soluzione”. Invece silenzio, da metà settembre ad oggi nulla è stato detto o fatto per non arrivare a ciò. “Mai potevo pensare che ci mettessero in questa situazione di grande imbarazzo nei confronti dei più diseredati”.

Duro il commento della presidente della Consulta per le disabilità al Comune di Termoli, l’avvocato Tina De Michele, che non fa sconti alla Gtm: “Ferma restando la solidarietà ai lavoratori che non percepiscono lo stipendio, la politica aziendale è allucinante. Come forma di protesta te la prendi con i più deboli?”. Una scelta precisa, a parer suo, e dunque tutt’altro che inevitabile. Una decisione probabilmente dettata dal voler attirare attenzione, ma a che prezzo?

Il copione, sembra dire la De Michele, è sempre lo stesso: “Questa è la prova che la crisi (le crisi, ndr) si ripercuotono, in maniera diretta o indiretta, sempre sulle solite categorie, su quella fascia della popolazione che più dovrebbe essere tutelata dalle Istituzioni”. Le Istituzioni, appunto, che finora tacciono. “Il loro silenzio è significativo”, l’amara considerazione.

Dalla Consulta, che si auspica che venga risolta in fretta questa situazione ma che più che alzare la voce non può fare, viene sollevato anche un altro tema. “Siamo sicuri che gli autobus urbani siano fruibili dagli utenti con disabilità motoria in condizioni di reale uguaglianza? Il fatto che l’autobus sia provvisto di pedana non significa erogare un servizio”.

Unica nota positiva in questa dolente storia è la solidarietà di gran parte della società civile. E degli autisti in primis. La sensazione, espressa da entrambi gli intervistati, è che si rischi una guerra tra poveri.

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