Politica

‘Quote rosa’ bocciate, Fanelli e Facciolla: “Grave il comportamento del Consiglio”

I consiglieri del Partito Democratico, Micala Fanelli e Vittorino Facciolla, vanno all'attacco della maggioranza all’indomani della bocciatura della proposta di legge sulla modifica dello statuto sulla quota ‘rosa’ in Giunta. La prima firmataria, Micaela Fanelli, era assente e il segretario Facciolla proprio per questo aveva chiesto un rinvio: “Non hanno voluto rinviare, avevano modificato le loro valutazioni, cambiato idea e non volevano neanche discuterne. Non è stato bello per il consiglio regionale prima che per le donne del consiglio. È successo qualcosa che va contro la prassi e contro la logica”.

“In Consiglio regionale è accaduto qualcosa di grave e surreale”. Vanno giù duro i consiglieri del Partito Democratico, Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla, all’indomani della bocciatura della proposta di legge sulla modifica dello statuto sulla quota ‘rosa’ in Giunta. La prima firmataria, Micaela Fanelli, era assente e il segretario Facciolla proprio per questo aveva chiesto un rinvio: “Non hanno voluto rinviare, avevano modificato le loro valutazioni, cambiato idea e non volevano neanche discuterne – incalza Facciolla –. Non è stato bello per il Consiglio regionale prima che per le donne del consiglio. È successo qualcosa che va contro la prassi e contro la logica”.

Il Molise, occorre ricordarlo, è l’unica Regione che non ha donne in giunta. Tanto che lo scorso luglio la consigliera dem annunciò il ricorso al Tar Molise. Ricorso ancora pendente: si attende il pronunciamento dei giudici amministrativi.

La chiusura da parte della maggioranza in Consiglio ci sembra grave, nel metodo e nel merito – spiega Fanelli –. Avevamo fatto richiesta di rinvio per vicende personali, essendo io la prima firmataria della proposta di legge. Ma il rinvio non è stato accettato, violando una prassi di correttezza. Eppure, in prima commissione l’atteggiamento era stato diverso, c’era convergenza sul tema”. In quella sede, i consiglieri Tedeschi e D’Egidio licenziarono favorevolmente la norma mentre Di Lucente si astenne. Al momento la delega alla parità di genere è nelle mani dell’assessore Luigi Mazzuto, che, a detta dei due esponenti del Pd, “dovrebbe dimostrare di essere capace di fare politiche per le donne. Ma verifichiamo una sensibilità molto bassa sulla questione”.

Facciolla ritiene che la maggioranza abbia assunto comportamenti “deprecabili a livello istituzionale” per due ragioni fondamentali: “Primo, quando manca il proponente di una norma, per buona logica e condotta, si concede il rinvio. Poi si è scelto di non intervenire subito dopo l’illustrazione della legge per spiegare non il voto ma l’opinione della maggioranza. Non si era mai visto che un governo regionale non intervenga per dire cosa pensi di quella norma”. Sulla polemica con la consigliera Paola Matteo: “Con una donna in maggioranza non c’è stato neanche il rispetto di farle dire il motivo per il quale la proposta di legge non potesse passare, ecco perché ho parlato di ‘corredo della maggioranza’. Qualcuno si doveva alzare”.

In definitiva, Fanelli e Facciolla pensano che “non risponde a verità che ad oggi c’è parità tra uomini e donne. La giustificazione di dire scegliamo i migliori è ridicola, altrimenti avevi un’altra giunta. Non è vero che c’è parità laddove l’accesso delle donne alla politica è ritardato. La cosa assurda è che nei comuni c’è la norma dell’obbligatorietà delle donne in giunta, in giunta regionale invece è richiesta solo una rappresentanza, non c’è obbligo. Ecco perché andava e va modificato lo Statuto. Non ci arrendiamo, la nostra battaglia continua”.

Nel corso della conferenza stampa, Micaela Fanelli ha letto i messaggi giunti dalle consigliere Filomena Calenda e Aida Romagnuolo, entrambi assenti in sede di voto (la prima per motivi di salute, la seconda è fuori regione) ma tutte e due favorevoli alla norma proposta.

La Calenda parla del fatto di aver “sostenuto dall’inizio l’emendamento per la presenza di quote rosa in giunta. Non dovrebbe esistere in questo colore politico. Purtroppo la cultura maschilista detta le regole, è grave che Paola Matteo sostenga la posizione della maggioranza”.

La Romagnuolo rincara la dose: “Si è consumato in consiglio qualcosa di allucinante, un colpo mortale per Molise che ha bisogno di essere guidato da mani esperte. La mia maggioranza ha votato contro una legittima e corretta proposta di legge. Mi dissocio totalmente da quel voto. Evidentemente, si è consumata la vendetta del “qui comando io”, preferendo le auto blu e i viaggi negli Stati Uniti a questioni molto più importanti per il Molise”. 

 

                                                                                                                                                                 FdS

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