La riforma

Meno parlamentari, il Molise paga il conto: cancellato un seggio alla Camera. Il taglio aumenta il rischio ‘scippi’

La riforma è legge dopo l'approvazione con 553 voti favorevoli. Ma cosa cambia per la nostra regione? Il Molise perde il seggio assegnato con il sistema proporzionale, in pratica quello che nel 2018 ha consentito a Giusy Occhionero di entrare a Montecitorio. Ad ogni modo la riforma è solo l'ultima novità all'interno della progressiva riduzione della rappresentanza: la nostra regione ha già perso un deputato nel 2005, con l'entrata in vigore della legge Calderoli. Senza dimenticare i meccanismi politici che 'regolano' la scelta dei candidati e dei seggi: in alcuni casi il Molise ha perso i propri eletti in Parlamento per scelte compiute 'dall'alto' come avvenne nel 2006 a Rosario De Matteis.

Se nel 2018 i molisani fossero andati al voto con il nuovo ‘disegno’ del Parlamento, non sarebbe stata eletta la deputata di Campomarino Giusy Occhionero.  

E’ un esempio, per far capire quali saranno le conseguenze per la nostra regione dopo l’approvazione della legge costituzionale sul taglio dei parlamentari avvenuto ieri (8 ottobre) a larghissima maggioranza (553 voti favorevoli, 14 contrari e due astenuti) dall’Aula di Montecitorio. In sostanza: meno deputati (da 630 si passa a 400) e meno senatori (dagli attuali 315 a 200), un risparmio per le casse pubbliche (come dicono i sostenitori della riforma) che causa “centinaia di disoccupati in più” (come ha scritto ironicamente qualcuno sui social).

Il provvedimento ridisegna la geografia dei seggi riconosciuti alle varie regioni (anche se ci vorrà un’altra legge per renderlo effettivo) e ‘asciuga’ la mappa della rappresentanza: ci saranno 0,7 deputati ogni 100mila abitanti, il calcolo degli addetti ai lavori. E dunque l’Italia sarà il Paese dell’Unione europa con il minor numero di deputati in rapporto alla popolazione.

Nel dettaglio, con l’entrata in vigore della riforma, sarà eletto un deputato ogni 150mila abitanti (prima era ogni 96mila), mentre per ciascun senatore il numero di abitanti cresce da 188.424 a 302.420.

Cosa cambierà per la nostra regione? Il Molise già ha perso un deputato con la riforma Calderoli del 2005: da quattro, previsti nella cosiddetta Legge Mattarella del 1993 che definì la circoscrizione Molise per l’elezione della Camera, a tre. 

Questa volta la nostra regione non perderà i propri rappresentanti al Senato: resteranno due, come sancito dalla Costituzione. Ma avrà un eletto in meno alla Camera: non scatterà più il seggio assegnato con il calcolo proporzionale, in pratica quello che ha consentito alla Occhionero (Leu) di entrare in Parlamento come terzo parlamentare in aggiunta ad Antonio Federico e Rosalba Testamento, eletti nella lista del Movimento 5 Stelle rispettivamente nel collegio di Campobasso e in quello di Isernia con il sistema uninominale, ossia “chi ha più voti vince”.

Ancora prima di “Giusy” un altro politico molisano – quasi suo omonimo fra l’altro – è entrato in Parlamento grazie al sistema di assegnazione dei seggi sul proporzionale: parliamo di Luigi Occhionero nel 2001, stesso anno in cui Antonio Di Pietro fu battuto da Remo Di Giandomenico. Ancora prima – nel 1994 – il politico venafrano Eugenio Riccio fu eletto nella lista di Alleanza nazionale sul proporzionale. In quel’elezione, ricordano gli osservatori politici, non ebbe quasi concorrenti: non fu in corsa la lista dei Popolari in cui era candidato Michele Iorio.

Dunque la riforma ‘restringe’ ulteriormente la possibilità per i candidati molisani di essere eletti (dopo che una prima riduzione si era verificata con la cancellazione del seggio uninominale di Termoli per l’elezione della Camera dei Deputati), o comunque di essere ‘ripescati’ col sistema proporzionale.

E poi bisognerà fare i conti con gli equilibri interni ai partiti da rispettare in base a quelle logiche che hanno ‘permesso’ in passato a parlamentari non molisani di ‘accaparrarsi’ il seggio della nostra regione, oltre a una serie di ‘stranezze’ nella composizione dei seggi. Basti pensare che ad esempio Ferrazzano, paese a un passo da Campobasso, è inserito nel collegio di Isernia.

Di casi ce ne sono parecchi nella storia politica degli ultimi 25 anni. Probabilmente il più eclatante è stato quello che ha visto protagonista Rosario De Matteis, ex assessore regionale ed ex presidente della Provincia di Campobasso. Qualcuno lo ricorderà: era il 2006, Enrico La Loggia scelse il seggio che Forza Italia aveva conquistato alla Camera (sul proporzionale) lasciando libero quello del Trentino a favore dell’onorevole Micaela Biancofiore e a discapito di De Matteis.

Due anni più tardi – nel 2008 – Silvio Berlusconi preferì il seggio molisano sbarrando la strada verso il Parlamento a Quintino Pallante, attuale sottosegretario in Regione.

Invece nel 2001 Cinzia Dato, catanese di origine, venne candidata dalla Margherita in Molise e fu eletta al Senato.

Al tempo stesso, in una sorta di contrappasso politico, ci sono stati pure candidati molisani eletti in seggi ‘extra regionali’: il più recente è sicuramente il caso di Anna Elsa Tartaglione, candidata nella lista di Forza Italia nel collegio di Foggia ed eletta a Montecitorio.

Andando più indietro nel tempo, forse qualcuno ricorderà la scelta di Peppino Astore. Anno domini 2006: fu eletto alla Camera in Emilia Romagna.

Oppure Benito Paolone: originario di Campobasso, venne eletto alla Camera nel seggio di Catania. Senza dimenticare Federico Orlando: nato a San Martino in Pensilis, si trasferì a Roma. Nel 1996 venne eletto in Molise con l’Ulivo.

Intanto i deputati molisani commentano con entusiasmo l’approvazione della legge che taglia i parlamentari.

“Un primo passo – ha osservato l’onorevole Giusy Occhionero – al quale però bisogna accompagnare una seria riforma elettorale che deve garantire il diritto alla rappresentanza a tutti i cittadini. Riconquistare la loro fiducia – ha spiegato la deputata molisana – è essenziale per rinsaldare il nostro assetto democratico e per questo ho votato con convinzione questa proposta di legge”.

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