Il nuovo piano operativo

La nuova sanità ruota attorno al Cardarelli e ai privati. Termoli ha più nati di Isernia, ma perde le nascite

Confermate le indiscrezioni del Piano Operativo Sanitario redatto dal commissario, al vaglio dei Ministeri. Depotenziati gli ospedali di Isernia e Termoli, dove il Punto nascita viene accorpato a Vasto anche se, rispetto all’area pentra, il Bassomolise ha il maggior numero di bambini nati, come certificano i dati Istat. Nel Piano un ruolo importante lo rivestono le due strutture private Neuromed e Cattolica.

La bozza con la quale il commissario straordinario alla sanità del Molise Angelo Giustini ha disegnato la sanità del futuro è al vaglio dei tecnici del Ministero dell’Economia, della Salute e dell’Agenas (Agenzia per i servizi sanitari), che ha collaborato nell’individuazione dei punti cardine della attesa riorganizzazione.

Il documento non è ancora stato reso pubblico e si trova a Roma, in fase di “esame”. Improbabile che non abbia il nulla osta, e improbabile pure che, una volta tornato in Molise per l’approvazione definitiva, possa subire drastiche modifiche.

Anche se pochi l’hanno letto, e se di ufficiale c’è ancora poco, le indiscrezioni di ieri sono state confermate: per gli ospedali di Isernia e Termoli depotenziamento, per il Cardarelli la conferma di unico polo sanitario completo.

Il nosocomio di contrada Tappino ha il peso maggiore, come era peraltro scontato. Classificato come “ospedale di secondo livello”, sarà l’unico preposto a trattare i casi acuti, le patologie gravi e quelle tempo-dipendenti, dove cioè il fattore tempo è determinante. Il Pos prevede parallelamente l’attivazione diurna e notturna del servizio di elisoccorso, prendendo in considerazione la disastrosa situazione delle infrastrutture molisane, che raddoppiano e in alcuni casi triplicano i normali tempi di percorrenza mettendo in pericolo le vite umane. La soluzione a buche, frane, percorsi da rally è in cielo, e si chiama elicottero. Una opzione della quale il Molise è stato finora sprovvisto, unico caso in Italia, e che si sarebbe dovuto attivare da tempo. Malgrado i lavori, le “piste” realizzate, danneggiate dall’abbandono e rimesse a posto di nuovo, e malgrado le promesse, l’elisoccorso è stato sempre una chimera. Che stavolta sia quella buona?

Restando sulla “terraferma”, invece, la fotografia è questa: 1000 posti letti complessivi, il Cardarelli punto di arrivo di tutti i pazienti che rischiano conseguenze gravi per la vita come ictus, traumi, patologie legate alla emodinamica e alla cardiologia. Ma di contro il Pos indica anche un rafforzamento delle due principali strutture private della regione in forza di convenzioni. Sarà infatti il Neuromed di Pozzilli a gestire gran parte dei traumi cranici e di ictus. La Cattolica invece dovrà integrarsi – così come già indicato in epoca di Governo Frattura – con l’ospedale pubblico soprattutto per quanto riguarda le patologie cardiocircolatorie e oncologiche.

I presidi ospedalieri di Isernia e di Termoli ridotti a poco più che poliambulatori, o spocke, ovvero satelliti rispetto all’ospedale del capoluogo. Il primo perde, come era già stato ampiamente ufficializzato anche dal Goveratore Toma, senologia e oncologia. Il San Timoteo invece deve rinunciare al Punto nascite. Il reparto di ginecologia sarà infatti accorpato all’omologo reparto di Vasto, dove nasceranno i bambini.

Addio, forse per sempre, al codice L113. Malgrado i numeri – quelli veri – premino molto più il bassoMolise, in fatto di nascite, rispetto a Isernia dove al contrario il Punto nascita è tenuto in vita grazie alla deroga chiesta dalla Regione Molise alla soglia famigerata dei 500 parti annui.

Cifre alla mano, l’area più popolosa e demograficamente più vivace del Molise è l’unica dove non si potrà più nascere: nel 2018, ultimo anno di riferimento nell’analisi Istat, a Isernia sono nati 158 bambini, a Termoli 255.

Allargandosi alle due aree limitrofe, ecco i numeri: a Pozzilli e Agnone, i centri più popolosi dell’area pentra, rispettivamente 80 e 28. Numeri nettamente inferiori a quelli dell’area bassomolisana, dove nel 2018 sono nati 72 bambini a Campomarino, 32 a Guglionesi, 44 a Montenero di Bisaccia, 21 a Portocannone, 10 a San Giacomo degli Schiavoni e 33 a Petacciato. Complessivamente, compresa Termoli, sono stati 467. Un numero che si avvicina di molto ai 500 imposti dalla legge per il mantenimento del Punto nascita.

Il Piano invece va in direzione opposta. Né la Asrem, che non ha messo in campo il concorso per primario di ginecologia, ha provato a invertire la rotta. Il reparto del San Timoteo destinato all’accorpamento con Vasto e a un ruolo evidentemente di secondo piano. La chiusura del Punto Nascita si trascina inevitabilmente anche il ridimensionamento pesante della Pediatria.

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