Campobasso

Ex Roxy, gruppo di imprenditori si fa avanti per abbatterlo e costruire la nuova sede della Regione

Un mese fa a palazzo Vitale è arrivata la manifestazione d'interesse da parte di un gruppo imprenditoriale interessato a ricostruire l'immobile. "Stiamo valutando i costi, ma la procedura è avviata e, se non ci sono intoppi, fra sei mesi potrebbero cominciare le operazioni di demolizione", rivela il presidente Donato Toma annunciando la svolta per l'edificio situato al centro di Campobasso e di proprietà dell'ente regionale.

Colpo di scena per il futuro dell’ex Roxy. Un piccolo passo in avanti verso la ricerca della soluzione di una delle vicende irrisolte e al tempo stesso più sentite nella città capoluogo. È ufficialmente partita la procedura per il project financing finalizzato all’abbattimento e alla ricostruzione di quello che negli anni Ottanta era l’hotel dei vip e della Campobasso ‘bene’. 

In Regione, proprietaria dell’immobile pagato diversi milioni di euro dall’ex presidente Michele Iorio e diventato purtroppo negli anni il rifugio di topi e senza tetto, un mese fa è stata protocollata la manifestazione di interesse da parte di un gruppo imprenditoriale, in parte privato e in parte pubblico. L’operazione economica è imponente: per demolire l’edificio occorrono 2 milioni di euro, per costruire la nuova sede altri 50. 

“Ho ricevuto – rivela a Primonumero il governatore Donato Toma che si sta occupando della vicenda – una manifestazione di interesse da parte di un gruppo politecnico per un project financing sul Roxy. Per fare una proposta e vedere se il progetto è sostenibile ci hanno chiesto di quantificare i costi che come Regione risparmieremmo spostando in quell’area la sede del Consiglio e della Giunta regionale. Dunque ora stiamo effettuando la ricognizione dei costi. Se il servizio Bilancio mi risponde nei prossimi giorni – mi manca solo questo dato, – la prossima settimana avremo anche la proposta da mettere a bando. Al tempo stesso, prima che la Giunta la accolga, mi confronterò con la Cassa Depositi e Prestiti con la quale abbiamo in corso una convenzione di consulenza anche per questi casi”.

Dunque, “se il project financing sarà ritenuto sostenibile – spiega Toma – lo andremo a mettere a bando e tutti potranno partecipare, basta che ci siano le garanzie per portare a termine il progetto. Se tutto va bene potremmo concludere questa procedura nel giro di sei mesi. L’abbattimento dell’ex Roxy potrebbe iniziare in questo arco di tempo”.

Donato Toma Regione Molise

Si partirà quindi dal progetto vincitore del concorso di idee, vale a dire quello dell’architetto campobassano Nicola Guglielmi, che prevede al posto dell’ex Roxy la realizzazione del Palazzo della Regione, nonché la realizzazione del parco urbano all’ex Romagnoli e del parcheggio interrato.

Nel frattempo anche il Comune di Campobasso sta facendo la sua parte. Dopo la diffida alla Regione da parte del sindaco Roberto Gravina, l’area è stata bonificata. Palazzo San Giorgio ha anche sollecitato l’ente regionale – agli inizi di ottobre – per una verifica congiunta con i tecnici della Regione per valutare le condizioni strutturali dell’ex Roxy, finalizzata ad una eventuale ordinanza di abbattimento. Una strada che, a questo punto, potrebbe rimanere in piedi qualora il project financing annunciato dal governatore Toma non dovesse andare in porto.

Intanto ieri mattina (23 ottobre) il centrosinistra al Comune di Campobasso ha inviato una lettera a Toma per capire cosa stesse facendo la Regione per la riqualificazione dell’area.

“Occorre, però, dare un segnale chiaro ed inequivoco rispetto a ciò che la Regione vuole fare di quell’area e, soprattutto, (mancata, per ora, l’occasione dei finanziamenti CIS) a quali risorse intende accedere e con quali tempi”, si legge nella missiva firmata da Giose Trivisonno, Alessandra Salvatore, Bibiana Chierchia e Antonio Battista.

Il centrosinistra – lo ricordiamo – aveva proposto di inserire il progetto di abbattimento e ricostruzione dell’ex Roxy e la relativa riqualificazione della zona all’interno del Contratto Istituzionale di Sviluppo, ma – sia a detta del governatore Toma che del sindaco di Campobasso, Roberto Gravina – senza avere il permesso della Regione (proprietaria dell’immobile) e senza le carte in regola per ottenere il finanziamento.

Tutta la città capoluogo – ribadiscono Trivisonno e soci – ha bisogno di avere risposte, che attende da tempo ma che non possono continuare a mancare, proprio perché oggi, a differenza di altri momenti, si profilano possibilità concrete di finanziamento. Siamo certi che darà subito segnali chiari”.

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