Braccia incrociate il 25 ottobre

Autobus vecchi, stipendi non pagati e vessazioni: trasporto pubblico locale in sciopero

Parco rotabile da terzo mondo, stipendi non pagati, assenza di una contrattazione di secondo livello, vessazioni di ogni genere: sono questi i motivi, esposti in un recente comunicato stampa, che hanno spinto le organizzazioni sindacali ad indire uno sciopero del trasporto pubblico locale. I lavoratori incroceranno le braccia per ore, dalle ore 19 alle ore 23, di domani venerdì 25 ottobre. Il personale degli uffici sciopererà le ultime quattro ore della prestazione lavorativa.

A spingere i sindacati verso questa decisione ci sarebbe l’assenza di regole, di programmazione e di sicurezza che hanno spinto “i lavoratori del trasporto pubblico locale del Molise allo stremo e non sono più disposti a tollerare le inefficienze e le condizioni di sfruttamento del personale”, esplica la nota stampa. Le organizzazioni, nel dettaglio, puntano il dito contro “l’intollerabile convivenza tra la politica locale e le aziende affidatarie del servizio. Non è un caso, infatti, che queste stesse imprese, ovviamente anch’esse rigorosamente locali, si siano ritrovate a spartire le ingenti risorse destinate al settore (frutto peraltro delle tasse pagate dai cittadini molisani) attraverso concessioni ereditate e sistematicamente prorogate nel tempo, senza aver mai partecipato ad una gara e ad una regolare competizione pubblica”.

A pagare lo scosso, secondo le organizzazioni, è l’utenza molisana a cui si offre una “contropartita a dir poco indecente fatta di mezzi fatiscenti, sporchi, maleodoranti, privi di qualsiasi comfort e in qualche caso non autorizzati nemmeno a circolare (come nel caso degli euro zero che continuano a scorrazzare per la Regione nonostante una legge dello Stato ne vieti espressamente l’utilizzo sin dal 1° gennaio 2019), pur in presenza peraltro dall’anno 2011 di ingenti risorse all’uopo destinate dall’Ente pubblico compreso il finanziamento di nuovi autobus” cui si aggiunge “l’assenza delle istituzioni nelle numerose questioni sollevate, dalle fermate di servizio ai transiti su strade vietate, dalle società fuori legge con i riposi alle dissennate utilizzazioni del personale”.

I sindacati, in ultima istanza, replicano all’assessore regionale Vincenzo Niro: “nella penultima riunione —scrivono – avevamo formalmente affermato la chiusura della procedura di conciliazione, propedeutica allo sciopero, con esito negativo e, quindi, la scelta di dichiarare lo sciopero, ci stupisce che non lo abbia compreso. Le OO.SS. hanno lasciato lavorare tutte le legislature precedenti, ma l’esito è sempre più avverso, anzi, prendiamo spunto per evidenziare un qualcosa che non si è compreso affatto, oppure non si vuol comprendere per non agire, in tutte le dichiarazioni rilasciate da esponenti politici sembra che la disorganizzazione e la disattenta gestione del trasporto molisano sia colpa esclusivamente della società ATM, in realtà, tante sono le problematiche del settore che creano continuo malessere fra i dipendenti ed utenti e che interessano la generalità delle aziende”.

Nel tritacarne delle insofferenze finiscono anche gli autobus euro zero, ormai fuori legge per la normativa sull’inquinamento: “Inoltre, tutte le note per le irregolarità e le insoddisfazioni del trasporto pubblico locale molisano sono state sempre inoltrate all’assessore, per cui dovremmo ritenere che sia ben a conoscenza dello sfascio, compreso il fatto che in questa regione continuano a circolare autobus euro zero, fuori legge dal 01/01/19, e l’assurda frammentazione del trasporto pubblico locale regionale. Non vorremmo che mentre il dottore studia il malato muore, se poi il dottore, in barba alla legge sui bacini minimi previsti per il bando di gara (350.000 utenti), sbaglia la diagnosi, come emerso in Consiglio Regionale, è ovvio che dovremmo preoccuparci”.

In conclusione: “Dopo che, per mesi ci è stata prospettata, come soluzione, la necessità di fare il bando per il gestore unico, da noi condivisa, tentare di violare la legge e proporre invece la possibilità d’individuare due bacini, anziché uno, per il TPL molisano, non è un buon viatico per acquisire reputazione, ma ci sembra solo un tentativo d’ingraziarsi i due consorzi. Per i motivi di cui sopra, in considerazione dei tempi necessari per la stesura del bando di gara e per la verifica dei bilanci, vogliamo un effettivo cambio di rotta, per cui abbiamo chiesto alcune azioni, da attuare subito, ed alcune informazioni, utili a comprendere il cambio di gestione, in modo da avere un risultato immediato:

  1. Non riconoscimento delle spese legali alle aziende, fra l’altro nemmeno previste dal regolamento europeo, e detratte mensilmente alle aziende dall’importo del contributo;
  2. Risoluzione contrattuale per le imprese che violano la normativa sui riposi;
  3. Soluzione del problema delle fermate di servizio e dei transiti su strade vietate;
  4. Costi del trasporto urbano e consegna documentazione utilizzata per la determinazione del costo;
  5. Costo riconosciuto alla società ATM dei chilometri acquisiti dalla ditta VE.PE”
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