Dopo la vittoria giudiziaria

Punto nascite, la battaglia dei sindaci continua: “Subito il Piano operativo. Con Asrem collaborazione o scontro”

I Sindaci che hanno promosso il ricorso per il Punto Nascite del San Timoteo soddisfatti per il risultato. “Giustini e vertici sanitari hanno preso una randellata. Ora devono dirci cosa prevede il nuovo piano operativo, non ci fermiamo”

Un ricorso quando tutto sembrava perduto, la tenacia di oltre una dozzina di sindaci, il lavoro degli avvocati e il sostegno della popolazione. Così è andata a buon fine la battaglia per il Punto Nascite di Termoli. Ma quella per l’intero ospedale è ancora lunga e i sindaci lo sanno. “L’indirizzo è quello di smantellare la sanità pubblica ma il diritto alla salute va garantito per Costituzione”.

Così Francesco Roberti, primo cittadino di Termoli, che insieme con i colleghi di Petacciato, Campomarino, San Giacomo degli Schiavoni, Portocannone, Guglionesi, Montecilfone, Palata e a nome degli altri comuni ricorrenti, ha voluto commentare davanti alla stampa il pronunciamento del Consiglio di Stato che venerdì scorso ha respinto il ricorso dei commissari alla Sanità dopo la sospensiva del Tar che nel luglio scorso ha riaperto il Punto Nascite dell’ospedale termolese.

“È una storia nata in un pomeriggio afoso di giugno – ha esordito Roberti -, quando noi sindaci ci siamo riuniti visto che circolava insistente la voce della chiusura. Abbiamo preso consapevolezza, anche se da una parte l’Asrem ci dichiarava sostegno, dall’altra si decideva per la chiusura. Così pensammo di impugnare gli atti. Devo dire grazie ai legali per competenze, capacità e risultato ottenuto, ma all’inizio erano scettici anche loro”.

“Ammetto che è così – le parole del legale Massimo Romano -, perché tutta la giurisprudenza era contraria. In altre situazioni simili Tar e Consiglio di Stato si erano sempre espressi contro i ricorsi sulle chiusure. Fondamentale è stato il fatto che le Amministrazioni comunali abbiano deliberato a tempo record”.

“Le nostre non sono ragioni di campanilismo. Non abbiamo trovato alcuna ragione sostenibile e oggettiva per la chiusura, nulla andava a vantaggio delle mamme, non c’erano azioni per la sicurezza delle mamme e dei nascituri” ha aggiunto il primo cittadino di Termoli.

Ma alla soddisfazione si mischia un po’ di amarezza. “I concorsi ci daranno energie fresche ma ci aspettavamo un dialogo con i vertici dell’Asrem per concertare il futuro del San Timoteo così da riorganizzare la sanità in maniera seria e completa”.

Si sa infatti come diversi reparti, da Otorino a Ortopedia fino al Pronto Soccorso, siano in condizioni precarie. Dubbi anche sui tempi del concorso per ginecologi, al quale hanno risposto 42 medici, senza che sia ancora stata nominata la commissione giudicatrice. “Altrove ci vogliono due mesi al massimo, qui no. Vuol dire che faremo da pungolo. Stiamo ancora attendendo il sostituto dell’ingegner Sosto, così da sapere con chi confrontarci”.

Sul commissario Giustini parole non certo tenere. “Ha preso randellate al Tar e ha insistito al Consiglio di Stato, senza nemmeno attendere il pronunciamento di aprile”. Fra le ipotesi c’è la sostituzione di Giustini, come chiesto anche dagli avvocati. “Vediamo, è cambiato il Governo e abbiamo cinque parlamentari eletti in Molise tutti in maggioranza”.

Ciononostante Roberti non sembra avere dubbi che “il disegno è quello dello smantellamento della sanità pubblica. Si continua a giocare a nascondino, a non svelarci cosa prevede il Piano operativo dell’Agenas. Ma devono venire qui a dirci cosa prevedono di fare per il futuro. Da parte nostra siamo disponibili a collaborare, altrimenti andremo allo scontro”.

Concetto ripreso anche dall’avvocato Romano. “Da qui ad aprile, quando si pronuncerà definitivamente il Tar, c’è una tappa rilevante che è la redazione del nuovo Programma operativo. Potremmo arrivare all’8 aprile con un provvedimento che supera la situazione per il quale i giudici sono chiamati a pronunciarsi. Ci sono tutte le ragioni per preservare il punto nascite del San Timoteo e sono state sancite in tre pronunciamenti giurisdizionali”.

Per l’avvocato Laura Venittelli, che ha sostenuto il concorso per conto di alcune mamme, “queste sentenze sono una chicca nel panorama giurisprudenziale. Leggere che andava chiuso il Punto Nascite di Termoli per tenere aperto quello di Isernia era ferita troppo grande. Toma? Ho letto che farà richiesta di deroga per il Punto Nascite sotto i 500 parti entro fine settembre. Dopo lo sparo, si dice a Termoli”.

Per conto del comitato ‘Voglio nascere a Termoli’ è intervenuto Giuseppe Pranzitelli: “Abbiamo diritto al fatto che le cure vengano garantite in tutta la regione. Noi abbiamo elaborato un progetto di ristrutturazione del reparto, con spostamento del blocco parto vicino a dove c’è il Nido, con sala dedicata per il cesareo, tre sale parto con una fornita di vasca per il parto in acqua così da rendere più attrattivo il reparto. E poi vogliamo un team di psicologi per le mamme e un corso di aggiornamento per l’allattamento”.

Il comitato ha poi rimarcato i tempi lunghi del concorso per i ginecologi. “Non capiamo perché non ancora stata istituita la commissione”. La Asrem replica: “Servono i empi tecnici, ma si sta facendo. Entro l’anno ci saranno le assunzioni”.