Luoghi & identità

C’erano una volta a Campobasso… cinque cinema: dall’Ariston al Modernissimo, una storia romantica e dimenticata

Fino agli anni settanta le sale cinematografiche erano molte e parecchio affollate. In via Isernia ne sorsero due in pochi anni, a distanza di trenta metri l’una dall’altra. E poi, il mitico Modernissimo alla Gil, oltre al teatro Savoia che fino ai primi duemila ha proiettato anche film. Per finire con il mitico “Pidocchietto”, attivo tra le due Guerre Mondiali. Oggi c’è il Maestoso, vanto del capoluogo. Ma molti restano legati a quei cinema carichi di ricordi ormai impolverati.

Ariston, Modernissimo, Odeon, Savoia… C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui Campobasso pullulava di sale cinematografiche. Fino agli anni ottanta la situazione era florida sotto questo punto di vista, con film di atmosfere, generi, gusti, diversi tra loro ma con un unico scopo: attirare gente al grande schermo. Tutti posizionati nel centro cittadino e distanti tra loro poche centinaia di metri. A conferma che non solo si era calamitati dalle pellicole ma i prezzi dei biglietti erano accessibili a tutti.

Cosa resta di quella stagione? Nulla, nel senso che le saracinesche si sono abbassate una dietro l’altra. Rimangono i ricordi, quelli sì indelebili. Il capoluogo ha oggi la multisala Maestoso che è un vanto con le sue otto sale iper moderne. Ma è chiaro che i nostalgici, i romantici preferiscono “il tempo delle mele”, quello degli appuntamenti “davanti all’Ariston”. La memoria collettiva ha bisogno di una bella rinfrescata ogni tanto.

E allora, procediamo. In primis, bisogna aggiungere un nome importante alla rassegna descritta in apertura: quello del “Pidocchietto”, che in realtà si chiamava “Cinema Salone Molisano” ed attivo, stando a quanto scrive Vincenzo Lombardi, già dai primi anni del secolo scorso. Una sala in via Pietrunto, proprio di fronte alle Poste centrali. che faceva registrare il tutto esaurito spesso e volentieri proiettando lunghe serie, come per esempio “Ercole” e tutto il filone dei film storici. La programmazione andò avanti fino a poco dopo la Seconda Guerra Mondiale.

via Pietrunto Campobasso
cinema Modernissimo Campobasso

Nel 1924 nasceva il Modernissimo. Sorgeva in via Isernia in una struttura ancora esistente ma abbandonata. L’ultimo atto fu consumato nel 1982, cioè 37 anni fa. Negli ultimi decenni sono falliti i tentativi di ridarle vita attraverso l’adattamento a esercizio commerciale con l’apertura agli inizi del Duemila di un disco/pub (l’Iceberg) che però ha resistito poco.

A non più di trenta passi, aprì al pubblico nel 1950 il mastodontico Ariston, che ha chiuso i battenti nei primi anni duemila. Milleseicento posti, atrio imponente, nel corso di un cinquantennio ha scandito la vita dei campobassani, il classico cinema per le famiglie: dalle commedie ai thriller, dai western ai cartoni Disney. Le sue poltrone in velluto rosso, l’enorme schermo, conferivano al cinema un aspetto autoritario. Storica proprietaria dell’immobile, la famiglia De Benedittis. Tra i tanti eventi ospitati, un comizio al chiuso super seguito di Romano Prodi nel 2006, di lì a poco avrebbe battuto Berlusconi alle elezioni politiche.

Ariston Campobasso

Non ci si può dimenticare, chiaramente, del teatro/cinema Savoia. Ha proiettato per diversi anni film, almeno fino all’ultima ristrutturazione che ne ha mutato l’aspetto interno rendendolo un piccolo “San Carlo”. Sedie ancora in legno ribaltabili, era spesso affollato per la posizione strategica e per la scelta di pellicole che attiravano molti cinefili.

Gil Campobasso

Ha terminato, invece, la sua programmazione nei primi anni sessanta l’Odeon, in via Milano, in un angolo della Gil. L’insegna è rimasta affissa fino a qualche anno fa quando, con i lavori di rifacimento, è stata rimessa a nuovo anche la sala di proiezione. Aveva una programmazione, circa cinquant’anni fa, abbastanza eccentrica: nel fine settimana soprattutto film per bambini, nei giorni feriali pellicole per adulti.

Nel cuore della città comparivano ovunque i cartelloni cinematografici. C’è un bellissimo aneddoto a riguardo raccontato da Leopoldo Santovincenzo nel suo ‘La balena di piazza Savoia’: “Ricordo, quando il Campobasso vinse il campionato (promozione in serie C del 1975, ndr), un magnifico ritocco manuale al manifesto di ‘Profondo rosso’ affisso per il Corso, che diventò per qualche giorno Profondo rossoblù”.

Per anni le insegne di questi cari, vecchi cinema sono rimaste affisse, tra ruggine, logorio e un passato glorioso ormai dimenticato. Ma non da parte di chi ha respirato l’aria viziata di quelle sale, soprattutto quando, fino a metà anni settanta, era permesso ancora il fumo libero…

(foto d’epoca del Modernissimo di Leopoldo Santovincenzo)

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