La riflessione dopo l'annullamento

Torino, Corinaldo e il party in spiaggia, ecco cosa sono “le questioni di sicurezza”. Jovanotti: “Non hanno voluto verificare”

Il commento sulla sua pagina facebook di Lorenzo Jovanotti Cherubini: "Hanno vinto i no, ha vinto la politica". Ecco le questioni di sicurezza dopo i fatti di Torino e Corinaldo

Torino e Corinaldo ci sono stati, si sono svolti. Il Jova Beach Party no, non ci sarà. Quelle volte nessuno vietò nulla, questa volta sì. Quelle volte le questioni di sicurezza c’erano, ma non sono bastate. Questa volta le questioni di sicurezza ci sono, “ma non sono state verificate – commenta il diretto interessato, il cantante toscano che si è visto sfumare la data del 17 agosto a Vasto, in Abruzzo -. Non ci sono ragioni oggettive, le centinaia di documenti prodotti non sono stati esaminati e nessun riscontro è stato dato alle migliaia di testimonianze relative alle 9 tappe già fatte. Non sono mai state interpellate le prefetture che si sono complimentate con noi per il lavoro svolto fino ad ora. La firma finale spetta alla prefettura di Chieti e senza autorizzazione noi non possiamo muoverci”.

Alla fine è “una questione di sicurezza”, è sempre una questione di sicurezza. Tre parole usatissime, ma dense di significati diversi, che spesso finiscono sulla bocca di molti e mettono fine ai discorsi. Ma cosa significa questione di sicurezza? E’ un universo complesso, perchè al suo interno apre aspetti che non si possono tralasciare e su cui non si può passare oltre.

Torino ha segnato lo spartiacque dal punto di vista delle norme. E’ stato il punto di una nuova partenza ma anche il punto di non ritorno, soprattutto per chi quella notte è tornato a casa rotto, nel fisico e nell’animo. Era il 3 giugno 2017 quando in piazza San Carlo, nel capoluogo piemontese, migliaia di persone guardavano dai maxi schermi la finale di Champions League tra Juve, la squadra di casa, e Real Madrid che si stava giocando a Cardiff. Ma all’improvviso un’onda umana di migliaia di persone si riversa velocemente verso le uscite per un presunto allarme bomba, che poi si rivelerà falso. In quella notte di piazza San Carlo una donna morirà dodici giorni dopo in un letto di ospedale, per le ferite riportate dallo schiacciamento durante la fuga, mentre 1500 sono stati i feriti.

Dopo il 3 giugno le regole sono cambiate, per motivi di sicurezza. E così sono nati i piani di sicurezza, voluti e richiesti dalle Prefetture che pretendono un lungo lavoro di verifica, analisi, calcolo dei dati e documenti precisi – perchè la sicurezza è fondamentale, è giusto chiarirlo e ribadirlo, visto che si parla della vita delle persone – che hanno richiesto anche il lavoro di vigili del fuoco, ingegneri e tecnici.

Ma quella notte di terrore non è stata l’unica per l’Italia. Non è stata l’unica perchè anche l’8 dicembre 2018 qualcuno è tornato a casa rotto nel fisico e nell’animo. Le nuove regole c’erano, ma non hanno dato i frutti sperati. Alla Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, cinque minorenni e una mamma hanno perso la vita durante una serata in discoteca. E ora, otto mesi dopo, le indagini hanno portato ad una svolta fondamentale: secondo gli inquirenti sei ragazzini e un adulto sarebbero i responsabili della morte di sei persone perchè durante la festa nel locale avrebbero spruzzato lo spray al peperoncino che ha provocato, anche in questo caso, un’onda umana che si è messa in fuga verso l’uscita. E proprio qui, quando erano arrivati all’aperto in mezzo all’aria nuova e riuscivano a respirare, la tragedia: la balaustra crolla e nel crollo muoiono sei persone schiacciate. Anche qui quella notte qualcuno è tornato a casa rotto, e non solo nel fisico con le caviglie distrutte, le stampelle per sorreggersi a causa delle gambe rotte, le braccia fasciate e i cerotti dappertutto. Anche nella mente, perchè le notti diventavano in bianco, insonni a guardare il soffitto, oppure piene di incubi, la fame veniva meno e la paura regnava sovrana. E allora quei ragazzi potrebbero non essere gli unici ad essere responsabili, visto che il sistema di norme non era stato rispettato dai proprietari e visto che le misure di sicurezza mancavano.

Perchè se un evento si svolge al chiuso richiede una serie di misure precise di sicurezza, come pure se si svolge all’aperto. E’ un lavoro di collaborazione tra le parti in cui ognuno si impegna a garantire la sicurezza e a certificare che tutto ciò che c’è in quell’area, ovunque essa sia, sia a norma di legge e garantita. Dal singolo elettricista, al costruttore di palchi e strutture: tutto all’interno della zona dell’evento deve essere certificato e documentato da qualcuno che lo ha approvato e firmato. Dall’evento più piccolo a quello più grande, dove non devono mai mancare ambulanza e infermieri a bordo che possano immediatamente soccorrere chi si sente male. Dalla parte più alta, come il tetto del palco e la sua copertura, fino all’ultimo filo che passa a terra e che non mette in pericolo nessuno.

E poi gli spazi, fondamentale riuscire a garantire lo stesso spazio a tutti, per questo si procede al calcolo dell’affollamento utile a comprendere quante persone possono stare all’interno di un’area ben definita, a cui si aggiungono le vie di fuga da calcolare in base ai fattori precedenti relativi alle presenze. E poi il palco che, per norma, deve essere controllato e messo in sicurezza e con i suoi documenti devono arrivare anche quelli dell’impatto acustico, oltre alle carte che attestano la sicurezza dei carichi sospesi e degli impianti, dietro la verifica di un ingegnere e di un vigile del fuoco che con un sopralluogo garantiscono il rispetto delle regole. Ecco perchè, molto spesso, gli eventi vengono annullati solo all’ultimo minuto, quando cioè il controllo finale porta alla luce un difetto, anche il minimo.

A Vasto l’annullamento è arrivato prima, otto giorni per la precisione dalla data annunciata ormai mesi fa dal cantante. “Ho appena saputo che #jovabeachparty a Vasto non ci sarà – ha scritto Jovanotti sui suoi social, poche ore dopo la notizia ufficiale -. La ragione è intessuta nelle dinamiche assurde che hanno trasformato un’occasione di festa, gioia ed opportunità di sviluppo di un territorio in scontro di forze locali in “bagarre”. Chi alla fine ha “vinto” ottenendo la cancellazione combatte una sua personale battaglia politica locale in affannosa ricerca di visibilità a buon mercato che evidentemente una cosa grande e bella come Jova Beach Party offre. Mi dispiace moltissimo per i vastesi che amano la loro terra, per gli oltre 30 mila che avevano già acquistato il biglietto, per la squadra di oltre 1000 persone che si fermerà e per tutti gli albergatori, ristoratori e commercianti della zona che vanno a perdere lavoro e purtroppo non per una ragione di forza maggiore ma per basse ragioni di polemica politica locale.

Jovanotti

Grazie comunque al sindaco di Vasto e ai suoi collaboratori che fino a stamattina hanno fatto di tutto per accogliere questa grande e bella festa nella loro città. Un anno fa pensare ad un’impresa come il Jova Beach avrebbe fatto sorridere. Siamo riusciti a partire e la stiamo facendo con l’aiuto di tutti. Con la collaborazione totale delle Autorità competenti, con il lavoro delle amministrazioni locali, con il WWF che ha vigilato su tutti gli aspetti ambientali e con un entusiasmo del pubblico che non ha precedenti. Ma a Vasto non lo potremo fare.
A Vasto ha vinto il fronte del NO, quello di cui l’Italia è pervasa. Quello che rende il Paese immobile e fa in modo che il “sommerso” resti sommerso nell’interesse di molti. JBP è un luogo sicuro, la sicurezza è sempre stata al primo posto, ma a Vasto non hanno voluto verificare. A Vasto la commissione ha detto NO, a prescindere. In Italia a volte le cose vanno cosí lo sapete, ma io non mi rassegno, molti di noi non si rassegnano. Nelle Prossime ore Trident Music comunicherà le Modalità di rimborso o recupero”, ha concluso amareggiato il cantante toscano.

Amareggiati e delusi i suoi fan, quelli abruzzesi, come quelli molisani, campani, laziali e marchigiani che avevano acquistato il biglietto e si sono ritrovati con nulla in mano, mentre i commenti di chi ci è già stato sono numerosi, ringraziano e lodano il lavoro del suo staff per la riuscita di un evento “che non si è mai visto prima sulla spiaggia italiana e per di più – aggiunge qualcuno – le lasciamo anche pulite”.

Adesso l’attesa di trenta mila persone è nelle mani di Maurizio Salvadori della Trident, la società che organizza l’evento di Jovanotti, che ha annunciato a zonalocale.it di stare pensando ad un’altra data in Abruzzo ma al di fuori della provincia di Chieti per avere quindi confronti e incontri con altri interlocutori. Magari l’estate potrebbe chiudere in modo diverso e sempre nel segno della sicurezza.

(La foto è presa dalla pagina Facebook di Lorenzo Jovanotti Cherubini dopo l’evento di Praia a Mare, in provincia di Cosenza)

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