Produzione avicola

Nuovo incubatoio Aia a Larino, accordo fatto: investimento da 18 mln e 30 posti di lavoro

Contratti firmati, si attende l’inizio dei lavori per la costruzione su sei ettari e mezzo di un impianto per la schiusa dei pulcini che poi verranno smistati nei vari allevamenti del gruppo Veronesi. Probabile importanti occasioni di occupazione per il territorio

Accordo siglato: l’incubatoio Aia alle Piane di Larino si farà. Investimento da 18 milioni di euro circa, sei ettari e mezzo di estensione dell’impianto in cui le uova verranno incubate e fatte schiudere, prima del trasporto dei pulcini nei vari allevamenti del gruppo Veronesi. Le speranze di nuova occupazione per il territorio ci sono tutte: 30 posti di lavoro disponibili, molto probabilmente tutta manovalanza locale.

Il Comune aveva messo in vendita circa 20 ettari di terreno alla zona industriale alle Piane di Larino per nuovi insediamenti. L’interessamento di Aia (Agricola italiana alimentare) era emerso fin da subito. Il più grande produttore industriale di uova in Italia (fatturato da quasi 3 miliardi di euro e circa 7mila dipendenti per produzioni di pollo e suino, ma anche bovino e ovino)  ha individuato infatti la nostra regione come strategica, per posizione geografica, così da poter smistare meglio e più velocemente negli allevamenti del sud Italia, un grosso quantitativo di pulcini.

A quanto pare in Molise dovrebbe essere prodotti oltre un milione di pulcini a settimana da inviare in Puglia. Ma inizialmente la scelta sarebbe dovuta ricadere su Bojano, dove c’era già la Gam, poi passata ad Amadori, diretto rivale di Aia food. Ma la rinuncia all’insediamento di Campochiaro è dovuto più a valutazioni logistiche, visto che per raggiungere Bojano, i tir dovrebbero percorrere la Bifernina, strada ritenuta pericolosa e scomoda, specie dopo il terremoto di agosto 2018.

Inoltre il gruppo Veronesi avrebbe valutato e scartato anche Termoli, nonostante la vicinanza con il casello dell’A14 che è invece a 10 chilometri dalle Piane di Larino, ritenendo la zona industriale inopportuna per il proprio investimento a causa del rischio alluvione, come avvenuto nel 2003 senza che venissero presi i dovuti provvedimenti, oltre che per la presenza di industrie chimiche.

Proprio l’assenza, anche futura, di insediamenti ad alto impatto ambientale è una delle clausole pretese da Aia per firmare l’accordo con il Comune di Larino. Il contratto da 18 milioni di euro è invece andato a buon punto proprio perché l’incubatoio è considerato l’insediamento meno inquinante della catena della produzione avicola.

Il Comune guidato da Pino Puchetti ha posto particolarmente l’accento su questo aspetto, declinando altre offerte per i restanti lotti a disposizione, proprio perché alcune riguardano produzioni potenzialmente inquinanti. Altri no invece hanno riguardato offerte giudicate troppo basse.

“Ci sono altri interessamenti che stiamo valutando. Potrebbero andare a buon punto – spiega il sindaco – dato che con la Zona economica speciale chi investe almeno 15 milioni di euro ottiene degli sgravi fiscali. Ma attenzione, sono sgravi fiscali, non contributi. Senza investire nessuno prende un soldo”. Sgravi che potrebbe quindi ottenere anche Aia food. “Ma il loro investimento è a prescindere dalla Zes” spiega Puchetti.

Da parte sua “c’è grande soddisfazione per l’accordo chiuso con Aia. Sono stati circa 9 mesi di duro lavoro per arrivare a questo punto. Ringrazio il presidente Toma perché ci è stato di grande aiuto e, per il Comune di Larino, il Responsabile dell’Ufficio Urbanistica, ingegner Giovanni Lapenna, l’Assessore all’Urbanistica, professor Nicola Giardino, il Responsabili dei Servizi Civili, l’ingener Scardera e tutti coloro che hanno dovuto rilasciare le autorizzazioni del caso per il loro lavoro. I lavori dovrebbero iniziare a settembre”.

Per il primo cittadino, esiste la speranza che i circa 30 posti di lavoro diano una boccata d’ossigeno all’economia del territorio. “Non cercano manodopera specializzata, quindi possono assumere personale locale”.

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