Scenari ribaltati

Lettera aperta ai leghisti termolesi. “La pacchia è finita, ora che farete?”

A scrivere è un cittadino, attivista sociale, che chiede ai politici nostrani che hanno aderito al partito di Matteo Salvini cosa faranno ora che la Lega è relegata ad un ruolo di opposizione. "Difenderete le posizioni eversive del vostro leader, rivendicandole nelle piazze"

Gli scenari politici sono mutati nel giro di poche settimane con il ‘ribaltone’ che fino a poche settimane fa non era nemmeno immaginabile: la Lega, da partito forte del Governo giallo-verde, si ritroverà ora nei banchi dell’opposizione, con un ex alleato passato a sostenere un Governo di tutt’altro colore.

E in casa giallorossa – il riferimento è in questo caso a Termoli – ora che succederà? Gli esponenti del primo partito di centrodestra in città – uscito vittorioso alle Comunali dello scorso 26 maggio – che hanno accolto a braccia aperta il loro ‘leader’ lo scorso 9 agosto nella tappa termolese del suo beach tour, dopo il boom elettorale e data ormai per anacronistica la retorica dei vincitori, cosa diranno?

A chiederselo è un cittadino termolese, l’attivista del sociale Roberto De Lena. “Forse pensavano sarebbe durata quanto quel famigerato ventennio e sono perciò corsi sul carro del vincitore. Ma cosa faranno gli esponenti salviniani in salsa locale ora che la parabola ascendente della Lega si è quantomeno indebolita e lo scenario politico è mutato?”, questo l’incipit della ‘lettera ai politici leghisti termolesi’ che è più che eloquente nel titolo, lapidario: “La pacchia è finita”.

“Chi scrive – prosegue De Lena – non è certo un sostenitore del nascente governo: personalmente ritengo che in questa fase non esistano ‘governi amici’ e che la portata del cambiamento radicale necessario non possa che passare per una presa di coscienza ampia e collettiva circa l’insostenibilità economica, sociale, ecologica del sistema capitalista. Non posso tuttavia non constatare che, al di là delle dichiarazioni e delle promesse di cambio di rotta che bisognerà vedere se verranno realizzate (in larga parte ne dubito), il nuovo scenario politico relega il partito di Salvini nel ruolo di opposizione”.

Un dato di fatto oramai che l’attivista collega al parossismo di una politica fondata sull’odio nei confronti del postulato ‘invasore’, il migrante. “Le istanze xenofobe, odiose, a tratti eversive di cui quella formazione politica era ed è promotrice escono dalle stanze governative e dunque la Lega non ha al momento molte alternative se non coagulare nelle piazze i sentimenti di paura e rancore che prima diffondeva dalle stanze del potere. Come peraltro ha già annunciato di fare con il lancio della manifestazione di Roma prevista per il 19 ottobre, promossa in nome dell’orgoglio italiano”.

Di qui le domande che il cittadino pone ai leghisti nostrani. “I nostri esponenti politici leghisti, alcuni dei quali ricoprono ruoli di primaria importanza nella formazione amministrativa a Termoli, parteciperanno a questa manifestazione (che per molti simpatizzanti dell’uomo dei pieni poteri suona un po’ come una marcia su Roma 2.0)?

La seconda questione tira in ballo anche le altre forze politiche ed investe la questione che più ha tenuto banco negli ultimi tempi, con episodi di cronaca al limite della verosimiglianza: “Ci dicano apertamente (come peraltro dovrebbero fare i grillini e gli esponenti del PD in linea con le leggi volute da Minniti e Orlando) cosa pensano della politica dei porti chiusi: è lecito lasciare in mare donne, uomini, bambini per 20 giorni senza un porto sicuro di sbarco come è stato fatto con la Open Arms? E che posizione pubblicamente prenderanno se il loro leader verrà processato per questo? E delle politiche contro il Meridione, della secessione dei ricchi, che opinione hanno?”

Matteo Salvini a Termoli

Alcune incisive righe riguardano anche la questione territoriale e il paradosso di un partito nato per tutelare gli interessi del Nord (auspicando altresì ad una vera e propria secessione) e che alle ultime tornate elettorali ha spopolato anche al Sud.

“Ho sempre pensato – afferma senza timore di essere smentito De Lena – che gli esponenti locali della Lega abbiano aderito al partito di Salvini più per raccogliere il vento in poppa del consenso che per vere e autentiche convinzioni personali e politiche. Ho sempre anche ritenuto che la presenza di una classe dirigente di quel partito al Sud, “riciclata” da altre esperienze politiche ora in declino, sarebbe stato il vero vulnus che alla lunga avrebbe portato al disfacimento della Lega nei nostri lidi. Questo processo è stato accelerato dalle scelte sbagliate dell’ex Ministro dell’Interno, tutt’altro che fine stratega”.

Di qui la richiesta politica di chiarimento “di un cittadino che pensa la dobbiate ai vostri elettori e anche a coloro che non vi hanno votato, e mai vi voteranno, come me”. Il quesito è: “ora che lo spazio del conflitto si sposta (e plausibilmente ci sarà un’escalation di violenza da parte delle forze di estrema destra di cui Salvini è un esponente) voi cosa farete? Ora che il ministro dj non ricopre più il ruolo di potere e gli slogan non verranno più urlati dietro lo schermo protettivo del governo come vi collocherete? Avrete il coraggio di difendere le posizioni per certi versi eversive del vostro leader, rivendicandole dalle piazze? O, come prevedo e per certi versi auspico, tornerete all’ovile della destra liberale?”

Domande più che legittime che hanno a che vedere con “una questione di responsabilità politica e storica, tanto più urgente e necessaria in una fase come questa, dove le istituzioni democratiche (nelle quali vi riconoscete, giusto?) vengono e verranno costantemente denigrate, proprio dalle forze politiche di cui siete nel nostro territorio i rappresentanti”.

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