Lo sguardo di valentina cocco

Il Molise ‘rifiutato’: la piaga che distrugge la regione siamo noi

AfFondo/12. Il Molise esiste eccome, per una infinità di cose belle e purtroppo anche perchè ci abitano un sacco di imbecilli, che sporcano e rovinano la loro terra con la spazzatura, compromettendo ambiente e turismo. Sono gli stessi che poi si lamentano se si tagliano con un pezzo di vetro sulla spiaggia e denunciano la ditta che non è passata a raccogliere i rifiuti sotto casa.

Il Molise non esiste: quante volte abbiamo sentito questa frase o siamo stati noi a dirla in riferimento alla carenza di strade sicure, presidi ospedalieri, posti di lavoro. Quattro parole che sono divenute famose in Italia e nel mondo. Eppure il Molise esiste: nelle sue distese verdi, nelle cime innevate come zucchero a velo, nel mare cristallino che rispecchia gli splendidi borghi e, sfortunatamente, esiste anche per gli imbecilli che, presto o tardi, trovano sempre la strada per rovinare una piccola perla.

Se da un lato è vero che anni di politiche lassiste, interessate esclusivamente al mero guadagno personale, hanno mandato in malora settori economici importanti, dal tessile all’enogastronomico solo per citarne alcuni, è altrettanto e tristemente corretto affermare che, non solo i molisani non abbiano combattuto per evitare tale sfacelo, ma abbiano incentivato, e lo stanno facendo tuttora, la devastazione della propria regione. Distruzione di beni comuni come ad esempio una statua o una panchina per il solo divertimento personale, il lancio di bottiglie per creare mosaici di vetro che non solo deturpano l’ambiente ma lo rendono meno sicuro al transito di umani ed animali, lo spreco di acqua pubblica senza capirne l’importanza, l’abbandono di cicche di sigaretta in spiaggia o di residui del nostro amato pranzo che finiscono, inevitabilmente, in acqua.

Un lungo elenco che non si ferma di certo qui, ma potrebbe andare avanti per ore fino a diventare importante quanto una lista di nozze stilata in un negozio pretenzioso. Tra questi regali, abilmente impacchettati dai nostri corregionali, ne spicca in particolare uno: l’abbandono ingiustificato di rifiuti. Che siano scarti edili, ingombranti, di tutti i giorni o pericolosi poco importa. Perché l’ignoto di turno vuole vincere, ad ogni costo, il premio di ‘Imbecille dell’anno’ e portarsi a casa un ambiente meno salubre per lui/lei ed i suoi figli, spendendo litri di carburante per recarsi in posti bui e fuori mano per depositare il suo ciarpame.

rifiuti al sinarca

L’ultima opera, a firma di questi ‘geni incompresi’, al plurale visto che in questa regione la competizione per l’ambito riconoscimento è spietata, si trova vicino alla valle del Sinarca, nel territorio a metà strada tra Termoli e Guglionesi. Qui, in una terra di nessuno trasformata in discarica abusiva, si trova di tutto: plastica, legno, cartone, strutture di letti ed armadi, giochi per bambini ancora intatti che avrebbero potuto intrattenere per ore altri bimbi meno fortunati e perfino materiale elettronico che si può tranquillamente riutilizzare per altro.

Del resto non c’era un altro luogo dove lasciarli: non esistono ecocentri in questa piccola regione dimenticata, né tantomeno associazioni a cui poter donare mobili o giochi ancora utilizzabili. No, il Molise non esiste, per cui contribuiamo a cancellarlo del tutto. Aspettiamo il buio, prendiamo i rifiuti, nella speranza che non ci venga il colpo della strega, carichiamoli in auto e cerchiamo una stradina buia, lontana, poco battuta. Spegniamo l’auto, scarichiamo i rifiuti, risaliamo in auto e torniamo a casa fieri e soddisfatti di esserci liberati di quella cianfrusaglia che proprio non ci piaceva più.

Il giorno dopo però, quando ci rechiamo al mare e troviamo una busta di plastica che galleggia non lamentiamoci del mare sporco. Se i nostri figli, giocando sulla sabbia, si tagliano con un pezzo di vetro, non piangiamo. Se abbiamo un’attività commerciale e in estate i guadagni sono sempre più risicati, non accusiamo il comune o la regione perché i turisti scappano. Se mentre siamo in fila in macchina, sotto il solleone, in direzione vacanze e buchiamo una gomma a causa di un chiodo abbandonato sull’asfalto, non imprechiamo. Quando arriva la bolletta dell’immondizia, perché arriva a tutti anche se non usufruiamo dei bidoni a disposizione, paghiamola senza lamentarci.

Non ce la prendiamo con chi si occupa del servizio di raccolta differenziata se non passa a ritirare quanto pattuito se poi siamo i primi a gettare scarti ovunque. Guardiamoci allo specchio, puntiamo il dito contro quell’immagine riflessa e pensiamo a cosa lasceremo ai nostri figli e nipoti, quelli che tanto idolatriamo e teniamo sotto le campane di vetro, proteggendoli come solo un buon padre di famiglia sa fare. Cresciamo, invecchiamo con la consapevolezza che nessuno scudo al mondo potrà difenderli dalla distruzione del pianeta, dall’inquinamento e dalle malattie che ne susseguono e che noi, in primis, abbiamo incentivato a diffondere.

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