La crisi vista dal molise

5S e Pd uniti: “Governo giallorosso meglio delle urne”. Conte? “Si può fare”. Mazzuto solo a difendere Salvini, e Toma sogna un tecnico

La situazione che si va delineando con le consultazioni dal Capo dello Stato Sergio Mattarella si cristallizza in Molise, dove esponenti Pd e M5s aprono alla possibilità di un accordo per governare sino a fine legislatura. Contraria la Lega che con Mazzuto chiede elezioni immediate, mentre il presidente Toma non disdegnerebbe un governo tecnico ma di breve durata

Pd e M5s sorprendentemente convergenti per un governo di lunga durata, centrodestra invece voglioso di andare alle urne. Pur con qualche distinguo, il Molise sembra aver già espresso le sue preferenze, e mentre al Quirinale Mattarella è nel pieno delle consultazioni – che oggi dovrebbero vivere una giornata decisiva – i parlamentari e i “big” della regione rilanciano lo schema che va in scena a Roma: sì a una nuova maggioranza, fusione di grillini e dem.

La fragile democrazia parlamentare italiana affida al buon senso e al rigore istituzionale del presidente Sergio Mattarella le sue sorti. Che si fa con il Conte dimissionario? Si prova il bis con una maggioranza diversa? Si chiama in causa una terza persona, magari non un politico? Oppure si torna al voto? Quella che emerge anche in Molise è una nemmeno troppo velata condivisione di intenti fra M5s e Pd, insospettabile fino a qualche mese fa, anche se qualche provvedimento votato in consiglio regionale dalle due opposizioni poteva far pensare a qualcosa del genere. Ma lo strappo di Salvini ha cambiato tutto, o forse accelerato un processo già iniziato e avvertito anche in Europa col voto a favore della presidente Ursula von der Leyen.

“Gli scenari sono quattro – sintetizza il senatore Fabrizio Ortis del M5S -. Il primo è il voto subito, a ottobre. È quello che auspico di meno, non per tenermi la poltrona, ma perché bisogna avere il tempo di riorganizzarsi. Se si dovesse andare al voto in poco tempo preferirei un governo di scopo che nel giro di pochi mesi riesca a definire al meglio la legge elettorale e a portare a casa la legge di bilancio perché rischiamo l’aumento dell’Iva che non è uno slogan ma una preoccupazione reale”.

Ortis M5S

Ortis, in linea coi vertici nazionali del movimento, ritiene poco probabile tornare con la Lega anche senza Salvini, scongiura un governo tecnico col Cottarelli di turno e rilancia, invece, una alleanza (“è la legge elettorale vigente che obbliga a questo”) con il centro-sinistra “sebbene piena di incognite e di difficoltà e che danneggerebbe sicuramente il MoVimento 5 Stelle, come l’ha danneggiato il governo con la Lega, con la difficoltà aggiunta che mentre la Lega fa riferimento a una sola persona e quindi è stato relativamente semplice trovare un accordo, il Pd è un partito molto frammentato con cui ci siamo scontrati molto, ed è difficile sia chiudere un accordo che mantenerlo. Lo faremmo solo per il bene dell’Italia”.

Federico e  Testamento

Il deputato pentastellato Antonio Federico è ancora più esplicito: “Sarebbe meglio creare un governo politico piuttosto che istituzionale per riuscire quantomeno ad evitare l’aumento dell’Iva. Altrimenti qualcun altro si assumerà la responsabilità di questo e questa persona è Matteo Salvini”.

Posizioni condivise dal Partito Democratico, come peraltro da indicazioni uscite nella Direzione nazionale a cui hanno partecipato i principali esponenti dem molisani, da Vittorino Facciolla, segretario regionale del Pd, alla sua vice Giovanna Viola, ai componenti della delegazione pentra, il segretario cittadino di Isernia Maria Teresa D’Achille e il vicesegretario provinciale Ovidio Bontempo.

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Facciolla è diretto: “Anche Zingaretti ha chiarito che non c’è la possibilità di dar vita ad un governo balneare solo per la manovra economica. Discorso diverso se può nascere un governo che duri un’intera legislatura e che abbia un’ampia convergenza parlamentare. Zingaretti ha chiesto da una parte che vengano realizzati i cinque punti programmatici che ha indicato e dall’altra che ci sia discontinuità rispetto a questo governo”.

Discontinuità in che senso? “Sicuramente sui programmi. Il contratto non esiste più, è necessario un programma nuovo e quindi cercare una convergenza in Parlamento”. Diversamente, avverte il segretario regionale Pd, “si deve tornare a votare, non ci sono alternative. Gli sviluppi delle prossime ore dovranno essere di questa natura: o un governo serio con un’ampia convergenza parlamentare, oppure il voto”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Angelo Sbrocca, ora consigliere comunale di minoranza Pd e fino a poche settimane fa sindaco di Termoli, il quale ritiene che la soluzione sia una sola: un governo targato Pd-5Stelle, “giallorosso come il Termoli o come la Roma” scherza, ma non troppo. “Matteo Salvini, che ha concluso con un discorso inadeguato e da cabaret, ci ha dato un’occasione unica, forse l’avrebbe dovuta sfruttare Zingaretti e invece l’ha sfruttata Matteo Renzi”.

Salvini e Mazzuto Lega Molise

Dall’altra parte discorso opposto. L’unica soluzione auspicabile per chi rappresenta la Lega in Molise, vale a dire l’assessore Luigi Mazzuto, è il ritorno alle urne nel più breve tempo possibile. Davanti all’ipotesi del governo giallorosso, non grida allo scandalo ma avverte. “Ho letto da più parti di questa ipotesi. Il Pd ha perso sonoramente le elezioni, i numeri in Parlamento gli danno la facoltà di fare questo accordo, ma il popolo si è già espresso a livello amministrativo ed europeo, se questo vorrà essere sottaciuto facessero loro. In politica ci sta tutto, ma alle elezioni amministrative, regionali, europee, l’elettorato ha detto chiaramente da che parte sta, se decideranno diversamente se ne assumeranno la responsabilità”.

“Credo che in un momento di stallo così forte, ridare agli elettori la decisione sia la cosa più giusta e corretta – afferma il coordinatore molisano della Lega -. Ipotesi di una riconciliazione col M5S? Salvini ha inteso ritirare la sfiducia e quindi è un passo, la politica ci ha riservato sempre, non dico sorprese, ma evoluzioni non preventivabili. Oggi non posso che confermare la linea di Salvini, non può essere diversamente, quello che lui decide di fare per noi va bene”.

Dai banchi di Liberi e Uguali la deputata di Campomarino Giuseppina Occhionero ‘vota’ per proseguire la legislatura trovando un accordo coi pentastellati su un patto programmatico di legislatura in discontinuità con quello attuale. “I 5Stelle sono stati e sono certamente un problema per la sinistra. Un problema che richiede un’iniziativa politica energica e intelligente e, certamente, un ripensamento del profilo politico e programmatico della sinistra. Un problema, ma non il problema. Il vero problema per la sinistra e per l’Italia è l’insorgere di una destra nuova, egemonica e regressiva. Purtroppo la sinistra e il centrosinistra non hanno aperto gli occhi per tempo. Ora bisogna frenare questa avanzata regressiva.

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La posizione di LeU – semplifica l’onorevole Occhionero – è quella di una piena disponibilità a verificare le condizioni di varare un governo con M5s-PD, indisponibili invece ad appoggi a soluzioni di corto respiro finalizzate solo alla manovra di bilancio e poi voto”.

Fra coloro che sono contenti della fine dell’esperienza di governo di Giuseppe Conte c’è anche Donato Toma, a favore delle elezioni, anche se non pare così netto sui tempi come il suo assessore: “Non è stato facile combattere col governo gialloverde, credo che sia stato un governo contraddittorio, con cui non riuscivo a relazionarmi al meglio. Invece con la Lega stavamo facendo un gran lavoro”.

Donato Toma

Il Governatore non ha dubbi: “Auspicherei un governo monocolore, più monolitico, più compatto perché fino ad oggi ci sono stati più governi. Io vorrei un po’ di stabilità e interlocutori fissi”. La sua previsione? “Spero che si vada alle elezioni così riusciamo a stabilire chi ha la maggioranza, augurandomi che sia del centrodestra. Ma anche un governo tecnico, un governo di responsabilità non mi dispiacerebbe. Quanto dovrebbe durare? Fino a marzo. Poi si dovrebbe andare a votare”.

Se Toma dichiara di aver lavorato bene con la Lega e aver trovato in Salvini un interlocutore valido, l’ormai ex ministro dell’Interno è la bestia nera di gran parte della politica molisana. A cominciare da Rosa Alba Testamento, altra esponente M5s a Montecitorio, che lancia siluri contro l’ex alleato: “Non si dovevano assecondare le follie di Salvini, questa crisi ha qualcosa di folle, scatenata sulle spiagge tra un tuffo e un mojito. Non bisogna farsi trascinare dai suoi colpi di sole, ma restare lucidi e perseguire il nostro obiettivo che è cambiare il Paese”.

Anche da Ortis parole di fuoco per il Ministro dell’Interno del Governo uscente. “Il presidente Conte – sostiene Ortis – ha dimostrato grande rispetto per le istituzioni e grande dignità facendo quello che inevitabilmente doveva fare e che tutti ci aspettavamo dovesse fare Salvini, che ha iniziato la crisi e poi è tornato sui suoi passi, ha fatto una mozione di sfiducia, poi l’ha ritirata dimostrando poca serietà, poca conoscenza delle istituzioni e scarso rispetto per i cittadini, dando evidenza al fatto che vuole semplicemente monetizzare il grande consenso che ha a discapito di tutto il resto. È stato un comportamento balordo”.

premier Conte

Se Salvini viene censurato da più parti, Giuseppe Conte sembra incontrare sostegni trasversali. “Penso che Conte sia stato una delle sorprese più belle per gli italiani e se ci si ci sarà la possibilità di averlo ancora premier, avrà sicuramente il mio appoggio” dichiara Ortis.

Anche Giusy Occhionero non chiude la porta a una nuova esperienza di Conte alla guida del governo. “Non faccio una questione di nomi, ma secondo me la discontinuità sta nell’assenza del contratto e poi occorre un accordo programmatico condiviso”.

Sbrocca sagoma Roberti

“A me non dispiace Giuseppe Conte – afferma perfino Angelo Sbrocca del Pd -, lo hanno accusato di essere stato tardivo ma ricordo che era il presidente del Consiglio dei Ministri, aveva un ruolo di responsabilità e istituzionale. Come la vedo io? Conte potrebbe essere una buona soluzione, è giusto che il partito di maggioranza relativo esprima il premier. Ma è difficile – ammette – che da parte del Pd ci possa essere una apertura a questa opzione”. Lasciando intendere che alla fin fine la lotta tra Zingaretti e Renzi rischia di frantumare ulteriormente il Partito Democratico.

Cosa che rischierebbe di far precipitare le cose, ponendo Mattarella nella condizione di dover sciogliere le Camere. A quel punto si ipotizzano ripercussioni politiche sul governo regionale, sebbene Toma non sia d’accordo: “Il mio governo è a rischio se si andasse alle elezioni? Credo che piuttosto sarebbe rafforzato perché la coalizione si dovrebbe compattare sui candidati del centrodestra e io mi compatterei sui candidati del centrodestra. Per me non c’è nesso”.

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