Campobasso

Una città intera saluta Gianmarco Di Vico: “Questo non è un addio, ma un arrivederci”

Questa mattina, ai funerali del 20enne tragicamente scomparso lo scorso 8 luglio, una chiesa gremitissima ha pregato e pianto per il giovane di Campobasso. Famigliari, parenti e amici hanno offerto una commovente testimonianza d’amore nella parrocchia di San Giuseppe Artigiano. Accanto a don Vittorio Perrella, anche Mons.Bregantini: “Ecco perché l’unico conforto, l’unica consolazione - ha commentato l’arcivescovo nel corso dell’omelia - è che Gianmarco ci precede, ci accompagna e ci segue: lui è con noi”.

Oltre le parole, oltre le lacrime. Persino oltre l’umana pretesa di comprendere e spiegare un dolore penetrante, ruvido, che scava a fondo; così a fondo da togliere il fiato.

Per i funerali di Gianmarco Di Vico – il 20enne deceduto in seguito al terribile incidente dell’8 luglio scorso in contrada Colle delle Api – questa mattina nella parrocchia di San Giuseppe artigiano c’erano davvero tutti: i famigliari, i parenti, gli amici di sempre. Praticamente una città intera, pronta a tributare al giovane di Campobasso l’ultimo saluto: quello più difficile; da celebrare, da concepire, da metabolizzare.

Perché la vita sembra essere a volte apparentemente così cinica, crudele; un meccanismo quasi insensibile, cieco. Apparentemente, appunto. Perché l’amore, poi, rende immortale il ricordo: quello dei giorni vissuti insieme, quello di immagini e sensazioni che restano come promesse incise nella roccia. Resta, soprattutto, quel sorriso dolce e sincero: un dono più forte della congiura del tempo, delle lacrime di oggi, delle incertezze di domani. Più forte persino di un’assenza che logora dentro, fino a scolpire nicchie di tristezza nel cuore di chi accanto a Gianmarco ha vissuto, gioito, sofferto, amato.

E quel sorriso è oggi cura e speranza; quel sorriso è la carezza che dovrà accompagnarci, lenire un dolore più amaro del fiele.

Nell’omelia, l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, Mons. Giancarlo Bregantini, si è soffermato sulle parole con cui l’evangelista Luca descrive gli attimi della crocifissione del Cristo: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”.

“Mai come oggi – ha commentato Bregantini – sento vere queste parole: tante volte, da pastore, mi sono confrontato col mistero della vita e della morte. La vita va oltre le nostre attese: siamo tutti nelle mani di Dio e dobbiamo essere consapevoli che la vita va oltre noi; noi dobbiamo benedirla e proteggerla, ma non possiamo possederla”.

“Ci sono un grido e una risposta – ha continuato l’arcivescovo – Il primo è una preghiera con cui oggi noi tutto chiediamo al Signore di ricordarsi di questa famiglia e di questa città, che oggi condividono l’esperienza del dolore; la seconda, invece, è un responso che ci avvolge e ci rende capaci di speranza: ‘Oggi – dice Gesù al buon ladrone – tu sarai con me in Paradiso’. Ecco perché l’unico conforto, l’unica consolazione è che Gianmarco ci precede, ci accompagna e ci segue: lui è con noi”.

Commoventi le parole della mamma del giovane: “Ciao Gianmarco, il fiore più bello che Dio ha voluto con sè. Il tuo sorriso, la tua gioia, la tua determinazione sono e saranno la nostra forza…Perché tu non te ne sei andato, ti sei solo allontanato. Sei qui con noi”.

All’ambone anche gli amici del ragazzo: “Gianmarco: questo non è un addio, ma un ‘arrivederci’. Un giorno ci ritroveremo e nel frattempo continueremo a fare tutto ciò che abbiamo sempre fatto finora: sorridere, divertirci, vivere. L’amore è immortalità e tu continuerai a vivere nei nostri cuori”.

Già, continuerà a vivere Gianmarco. Nel cuore, nel ricordo e nelle preghiere di chi resta. Anche se oggi l’angoscia è forte e strozza in gola le parole.

E forse non è un caso che nel tormento di quel saluto struggente, al termine della funzione, sul sagrato della chiesa abbiano fatto capolino anche timide gocce di pioggia. Come se questo dolore avesse unito persino la terra e la volta celeste in un triste abbraccio. Oggi anche il cielo ha pianto.

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