Campobasso

Emergenza umanitaria in Venezuela, comitato fa appello a Governo e Regione Molise

Il perdurare della crisi umanitaria in Venezuela ha spinto milioni di persone ad abbandonare il proprio Paese raggiungendo in gran parte i territori confinanti, anche se molti di loro si sono diretti verso l’Europa, in direzione Spagna ed Italia. Moltissime famiglie venezuelane, circa 150mila, sono infatti di origine italiana e, tra loro, ci sono centinaia di molisani.

Il tema della crisi geopolitica ed economica, è stato al centro di un Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, svoltosi dal 2 al 5 luglio a Roma presso il Ministero degli Affari Esteri, e di una vivace assemblea del Comitato Molise Pro-Venezuela che ha dibattuto sulle stesse tematiche durante un incontro del 13 luglio, promosso dall’associazione Giuseppe Tedeschi: hanno partecipato un centinaio di italo-venezuelani rientrati in Molise recentemente e diversi rappresentanti istituzionali tra cui il Senatore Fabrizio Ortis e il sindaco di Toro Roberto Quercio.

Le questioni emerse nel corso dei molteplici interventi che si sono susseguiti, hanno evidenziato la necessità che le istituzioni italiane pongano una maggiore e più concreta attenzione a questa emergenza umanitaria, adottando gli stessi provvedimenti pensati all’inizio del duemila, e permettendo a quasi 2milioni di oriundi di ottenere la cittadinanza italiana, visto che sono 150mila i connazionali con passaporto residenti in Venezuela. “Purtroppo, però, ad oggi gli italo-venezuelani rientrati in Italia sono esclusi sia da prestazioni previdenziali e pensionistiche, che da misure di tutela o sostegno al reddito – scrive il comitato – A loro non viene riconosciuta la validità di alcun titolo o competenza professionale, patente o altra certificazione acquisita in Venezuela con grave nocumento per persone già in sofferenza per le comprensibili ed intuibili ragioni che si conoscono”.

Stessa sorte per il Molise dove “solo negli ultimi mesi sono arrivati decine di specialisti tra cui medici, ingegneri, commercialisti, docenti universitari, informatici, anatomo-patologi, che stante le difficoltà summenzionate sono stati obbligati a spostarsi in Cile, in Spagna, in Inghilterra, in Germania e altri Paesi – continuano dal Comitato – Perdere simili competenze è un oggettivo danno per l’Italia e in modo specifico per una regione in difficoltà come il Molise. Si pensi solo alla carenza di medici e alla paradossale situazione che chi arriva dal Venezuela è impossibilitato ad esercitare la professione mentre se si sposta a Barcellona viene assunto immediatamente in ospedale”.

Di qui l’appello che il Comitato Molise Pro-Venezuela rivolge alle Istituzioni Nazionali, Regionali e Locali “perché raccolgano le conclusioni del CGIE, l’appello del dottor Nello Collevecchio e le sollecitazioni già avanzate e formalizzate in più note all’attenzione del Ministero degli Esteri, delle Commissioni Parlamentari e delle Regioni e dei Comuni. In conclusione dei lavori l’assemblea ha preso atto positivamente dell’approvazione della legge regionale numero 4 del 10 maggio 2019 con cui all’articolo 25 si dispone un primo intervento per l’emergenza umanitaria in Venezuela ma al fine di non rinviare sine die gli effetti pratici di tale normativa, si sollecita la stessa Amministrazione Regionale a velocizzare il trasferimento dei 30 mila euro deliberati ai 136 comuni molisani dando priorità a quelle località maggiormente interessate al fenomeno del rientro ed evitando di circoscriverne l’applicazione  di dubbia costituzionalità ai solo cittadini di origini molisane. A fronte di tali drammi l’Italia non può permettersi ulteriori disattenzioni, distrazioni o ritardi”.

 

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