Le acque molisane sono sempre più a rischio inquinamento: a rivelarlo è il rapporto 2019 stilato da Goletta Verde, la campagna promossa da Legambiente che, ogni anno, monitora ed informa i cittadini sullo stato di salute dei mari e delle spiagge italiane.
Su tre punti analizzati in Molise, alla foce di altrettanti fiumi o torrenti, due risultano fortemente inquinati, con cariche batteriche superiori alla norma e che rischiano di compromettere la qualità del nostro mare. I dati sono stati resi pubblici nel corso di una conferenza stampa martedì 9 luglio presieduta da Mattia Lolli portavoce Goletta Verde, dall’assessore all’ambiente del comune di Termoli Rita Colaci, dalla Presidente di Legambiente Molise Manuela Cardarelli e da Chiara Camillo di Fridays For Future Termoli.
Si tratta di due foci considerate ‘critiche’: quella del fiume Sinarca ed il canale presso la rotatoria del Lungomare Cristoforo Colombo di Termoli, dove i volontari hanno srotolato uno striscione recante la scritta ‘Che vergogna’, per cercare di sensibilizzare i cittadini al rispetto dell’ambiente. Entrambi i punti mostrano marker specifici di problemi legati ad una cattiva o assente depurazione, ben oltre i limiti di legge stabiliti dal decreto legislativo 116/2008 e dal decreto attuativo del 30 marzo 2010.
I risultati di laboratorio provenienti dai campionamenti effettuati lo scorso 19 giugno e contenuti nel dossier Mare Monstrum, evidenziano una presenza massiccia di enterococchi intestinali e di escherichia coli, due delle principali specie di batteri che vivono nell’intestino dell’uomo e negli animali a sangue caldo e che rappresentano l’indicatore più importante di contaminazione fecale delle acque: sono in grado, infatti, di fornire una stima sulla salute del mare e sul rischio igienico-sanitario che correrebbero le persone che si immergessero nelle acque in cui vi è una presenza massiccia.
Entro i limiti di legge, invece, la foce del fiume Trigno, presso la Marina di Montenero di Bisaccia che, tre anni fa, risultava fortemente inquinato e che oggi rappresenta un “segnale positivo all’interno di risultati che nel complesso denotano il persistere di forti criticità a livello regionale”, conferma Manuela Cardarelli Presidente di Legambiente Molise che aggiunge: “Con il nostro monitoraggio, è bene ribadirlo, non intendiamo rilasciare patenti di balneabilità, sostituendoci alle autorità competenti in materia di controlli e di balneazione ma, con ‘fotografie’ istantanee, portare all’attenzione di amministratori e cittadini le criticità che minacciano la qualità e la salute dei nostri mari, affinché se ne individuino e risolvano le cause”.
Va sottolineato infatti che le acque di balneazione dell’Adriatico che bagna il Molise vengono reputate in regola e in alcuni casi buone o addirittura eccellenti secondo l’ente preposto alle analisi, cioè l’Arpa.
Per ribaltare la situazione ed effettuare un cambio di rotta radicale prima del raggiungimento di un punto di non ritorno, è necessario “intervenire in maniera decisa per porre fine a queste emergenze che causano danni all’economia, al turismo e soprattutto all’ambiente a partire dalla gestione delle acque reflue e al miglioramento del nostro sistema depurativo – ha aggiunto Lolli – È doveroso mantenere alta l’attenzione contro la mala depurazione, le trivellazioni di petrolio, il cemento illegale e il marine litter. Crediamo siano questi i veri nemici del mare da fermare ad ogni costo, purtroppo ci sembra che l’attenzione del Governo, e spesso anche della amministrazioni locali, sia diretta su tutt’altro”.
Goletta Verde sottolinea anche un’altra criticità delle spiagge italiane che si estende anche a quelle molisane: “C’è carenza di indicazioni che contengano la classe di qualità del mare o i dati delle ultime analisi e, nonostante sia obbligatoria da anni per tutti i Comuni, non viene ancora rispettata. Nei tre punti monitorati i tecnici di Goletta Verde hanno segnalato l’assenza di questo cartello”.
Se l’inquinamento delle acque dovuto a scarichi e cattiva depurazione non fosse già sufficiente a lanciare l’allarme, basta guardare ai reati commessi per comprendere il brutale assalto alle coste che sta avvenendo a causa nostra. La fotografia scattata da Mare Mostrum di Legambiente non risparmia il Molise dove sono 288 le infrazioni accertate dalle forze dell’ordine nel 2018 per i reati legati al ‘mare illegale’, con 305 persone arrestate o denunciate e 30 sequestri: in pratica 8,1 infrazioni ogni chilometro di costa.
In testa alla classifica spiccano i reati legati al ciclo del cemento con 135 infrazioni accertate nel 2018 con 149 persone denunciate o arrestate e 8 sequestri effettuati. Seguono i reati legati al mare inquinato a causa di scarichi inquinanti e mala depurazione che restituiscono un’immagine desolante: 95 accertati lo scorso anno con 100 denunce e 18 sequestri. C’è poi il saccheggio della risorsa ittica dove si contano 54 reati con altrettante denunce e nessun sequestro. Ultimo, ma non meno importante per la salvaguardia dell’ecosistema marino, è il contrasto alle pratiche illecite nella navigazione da diporto sanzionate in particolare dalla Guardia di Finanza e dalle Capitanerie di Porto con 4 reati censiti, 2 persone denunciate e 4 sequestri.
E allora cosa rimane da fare per evitare di distruggere ancora il nostro Pianeta? Dopo aver bandito del tutto la plastica a partire dal 2021, fin da subito bisognerà mettere in campo delle azioni che pongano fine all’inquinamento. A cominciare dalla raccolta differenziata che dovrà essere effettuata secondo la normativa vigente fino alla scelta di prodotti ecosostenibili ed all’economia circolare.
Ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare tanto: basta non abbandonare rifiuti in strada, scegliere materiali compostabili e fonti di energia rinnovabili perché, come scrive Legambiente, ‘Non esiste un Pianeta B’.
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