Contratto istituzionale di sviluppo

10 milioni di fondi pubblici a una società privata indebitata e vicina a Toma: marcia indietro sul progetto per Campitello Matese

Il finanziamento alla Ecomont Srl, che vorrebbe fare alberghi e rifugi sciistici a Campitello, sarà rivisto: la società ha un contenzioso col Comune di San Massimo e tra i membri del collegio sindacale fino al 2013 c’era lo steso Governatore. Greco (5Stelle) denuncia l’incompatibilità, e Fanelli (Pd) il pastrocchio politico amministrativo. Probabilmente saranno rivisti tutti i criteri che hanno premiato 66 progetti per 220 milioni di euro nell’ambito del Cis, strumento operativo di sviluppo voluto dal premier Conte, dopo le roventi polemiche dei giorni scorsi.

Dieci milioni di euro per fare alberghi e rifugi sciistici a una società che ha un contenzioso da mezzo milione col Comune di San Massimo ed è legata a doppio filo al Governatore Toma, membro del collegio dei revisori della stessa società per ben 15 anni. E non solo: 10 milioni a una società per un progetto privo del dettaglio finanziario e del requisito della immediata cantierabilità. Possibile? Altrochè se possibile: è stato appena fatto, ma ora che la “bomba” è scoppiata e i conflitti sono stati resi noti si ingrana la retromarcia. Il progetto della Ecomont Srl potrebbe presto venire escluso dal Cis, cioè il Contratto istituzionale di Sviluppo, strumento di rilancio fortemente voluto dal premier Conte che è venuto a illustrarlo e sostenerlo di persona a Campobasso.

È notizia di poche ore fa infatti che Invitalia sta facendo marcia indietro sul finanziamento da 10 milioni di euro alla società Ecomont  per la riqualificazione, l’ampliamento e la realizzazione di alberghi e rifugi nella stazione sciistica di Campitello Matese, che fa parte del Comune di San Massimo. E non solo. A essere rivisti potrebbero essere tutti i 66 progetti ritenuti finanziabili tra i 365 presentati. Perché, evidentemente, qualcosa non ha funzionato e occorre rimettere mano ai criteri selettivi.

Solo qualche giorno fa Invitalia aveva dichiarato fattibili i 66 progetti per una copertura finanziaria da 220 milioni di euro, fra le roventi polemiche degli esclusi, a cominciare dagli amministratori di una trentina di Comuni molisani che hanno valutato di ricorrere alla giustizia contro esclusioni “apparentemente immotivate e illogiche”.

Fra i progetti che avevano avuto il nulla osta quello di Ecomont, società nata nel 1998 che intende “investire” a San Massimo ma che proprio col Comune di San Massimo ha un debito da mezzo milione di euro. Un contenzioso aperto, che da solo varrebbe un conflitto insanabile.

Eppure le rogne non finiscono qua, perché ora viene fuori che la Ecomont è legata a doppio filo al Governatore del Molise Donato Toma, il quale ha ricoperto la carica di membro del collegio sindacale della società, poi finita in liquidazione, dal 1998 al 2013. Toma cioè è stato per 15 anni nell’organismo espressione dell’assemblea dei soci, come denuncia il consigliere regionale Andrea Greco. “Toma venga a spiegare in Consiglio regionale il ruolo che al Tavolo del Cis Molise ha avuto nell’aggiudicazione dei 4 progetti su Campitello Matese da 10 milioni di euro della Ecomont srl. Il presidente è stato membro del collegio sindacale della società, ininterrottamente dal 05/11/1998 fino al 31/12/2013.  Le visure certificano il rapporto consolidato tra il governatore e la società. Ora vogliamo vedere chiaro in questa vicenda. I cittadini molisani hanno necessità di risposte limpide e inequivocabili”.

Per Micaela Fanelli, che col collega di partito democratico Vittorino Facciolla aveva già denunciato la “scarsa trasparenza dei criteri nell’assegnazione dei fondi”, è un “pastrocchio politico amministrativo, l’ultimo di una lunga serie a cui Governo nazionale e regionale ci hanno tristemente abituati”.

Dietro il Cis “inesattezze, illogicità e dubbi sulla gestione”. In modo particolare, chiarisce ora Fanelli, “sul finanziamento da 10 milioni di euro, accordato, non si sa sulla scorta di quali criteri, ad una singola società privata, per interventi – anche questi di natura squisitamente privata – da realizzarsi a Campitello Matese, mentre il progetto del Comune di San Massimo, che si proponeva il miglioramento delle infrastrutture pubbliche, in favore di tutti, è stato scartato, anche questo non si sa sulla scorta di quale ragionamento”.

Il Premier Conte, il Governatore Toma, Invitalia e la delegazione parlamentare molisana hanno finora difeso il processo di formazione della graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento. Ma ora evidentemente il bubbone è scoppiato e arriva la marcia indietro.

È notizia di oggi, infatti, che Governo ed Invitalia rivedranno l’intero elenco, con particolare attenzione nella verifica dell’intervento da 10 milioni di euro presentato dalla società Ecomont che, oltre ad avere in atto un contenzioso con il Comune di San Massimo per il mancato pagamento dei tributi, “sembra – aggiunge Micaela Fanelli – aver presentato un progetto privo del dettaglio finanziario e del requisito della immediata cantierabilità così come richiesto – almeno questo criterio era certo fin da dall’inizio – dalla scarna procedura per accedere ai finanziamenti del Cis”.

Soddisfazione per il ripristino delle regole alla base della corretta amministrazione, e richiamo al Presidente della Commissione sullo studio della criminalità organizzata, il consigliere Vittorio Nola, sulla necessità di audire l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri, “per appurare se sia possibile finanziare con soldi pubblici un progetto privato e quale soggetto istituzionale abbia istruito la richiesta della Ecomont e sulla scorta di quale procedura di evidenza pubblica”.

Intanto si sollecitano da più parti Governo nazionale, Giunta regionale ed Invitalia a rivedere l’intero elenco dei progetti approvati, chiarendo, come richiesto da oltre trenta sindaci molisani, i parametri di valutazione e di compatibilità utilizzati per la scelta degli interventi finanziati con i 220 milioni di euro del Contratto Istituzionale di Sviluppo.