La 'seconda fiat' del molise

Parco del Matese tra missione ambientale ed interessi economici: industrie bandite, dubbi su imprese zootecniche

Alcuni amministratori locali non hanno nascosto perplessità durante l'incontro in Regione con il direttore generale del ministero dell'Ambiente Maria Carmela Giarritano e l'assessore Nicola Cavaliere: c'è chi pensa che l'area sarà un limite allo sviluppo di altre attività produttive, come gli impianti sciistici. I parchi eolici già esistenti e cave non potranno essere ampliati, i nuclei industriali fuori dalla perimetrazione. Confermata la possibilità di raccolta di funghi e legna. Il titolare delle Politiche agricole: "Il Parco esiste già, a noi ora tocca collaborare perché sia fatto nel migliore dei modi e diventi opportunità di sviluppo vero".

Un’occasione di sviluppo territoriale ed economico per tutta la regione, una concreta opportunità di valorizzazione per il patrimonio naturale e paesaggistico del Molise. Tanto che, quando venne istituito, l’allora senatore del Pd Roberto Ruta la definì una “seconda Fiat”, in grado di sviluppare – secondo le sue stime – oltre 3mila posti di lavoro. 

La storia del Parco del Matese si è arricchita di un nuovo capitolo nel pomeriggio di mercoledì 29 maggio, con l’incontro a palazzo Vitale tra l’assessore Nicola Cavaliere, il direttore generale del ministero dell’Ambiente Maria Carmela Giarritano, gli amministratori locali e le associazioni interessate per conoscere da vicino caratteristiche e opportunità di sviluppo legate alla nascita del Parco nazionale.

Un’iniziativa nata soprattutto allo scopo di offrire delucidazioni e chiarimenti importanti circa dubbi e perplessità che alcuni amministratori locali, associazioni e cittadini avevano espresso sulle eventuali “controindicazioni” che il Parco avrebbe potuto avere localmente a livello territoriale.

In particolare, all’attenzione degli “addetti ai lavori” alcune questioni specifiche, quali ad esempio il destino dei parchi eolici e degli impianti sciistici già esistenti, ma anche il destino di alcune attività peculiari come il taglio e la raccolta di legna: tutti elementi che, dinanzi alla concretizzazione della riserva naturale matesina, erano stati in un primo momento giudicati potenzialmente suscettibili di modifiche importanti. Ma significative rassicurazioni sono arrivate proprio dal vertice di via Genova.

incontro Parco del Matese

“È stato un incontro davvero importante – assicura Cavaliere – C’è stato un confronto con i sindaci dei territori interessati, con le organizzazioni agricole, con i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e con tanti cittadini che hanno delle attività zootecniche. Il mio intento era proprio questo: aprire un dibattito diretto rispetto a norme, vincoli, prospettive e ricadute positive inerenti al Parco del Matese. È per questo che ho invitato anche il direttore generale del ministero dell’Ambiente con tutta la sua struttura, il presidente del Federparchi e il presidente del Parco della Maremma, oltre all’Ispra, ente che studia scientificamente il territorio”.

Un confronto autentico e produttivo, nel corso del quale molte delle perplessità manifestate dagli abitanti della zona in questione hanno trovato risposte preziose: “Sono state evidenziate tutte le criticità che gli abitanti di quei territori ponevano alla Regione – ha spiegato Cavaliere – e sono stati quasi tutte chiarite. Certo, chi ha una visione ideologica secondo la quale il Parco è un vincolo e non una prospettiva non sarà stato convinto dall’incontro; chi invece nutriva dei dubbi o magari aveva poca conoscenza delle norme nazionali che regolano i parchi, ha potuto dissipare parecchie perplessità. È stato un seminario molto costruttivo e mio intento era proprio questo: dissipare i dubbi e contribuire a una maggiore conoscenza della materia. L’incontro di oggi ha rappresentato sicuramente un passo in avanti verso una realtà, quale quella del Parco del Matese, che deve essere un’occasione di sviluppo per tutto il territorio regionale”.

incontro Parco del Matese

Un incontro cui l’assessore regionale ha tenuto particolarmente: “L’ho promosso perché ritengo fondamentale che tale progetto debba davvero partire dal basso, coinvolgendo tutti. Sia chiaro: il Parco esiste già, è nato ufficialmente in parlamento due anni fa, a noi ora tocca collaborare perché sia fatto nel migliore dei modi e diventi opportunità di sviluppo vero per l’area, strumento di valorizzazione del patrimonio paesaggistico ed ambientale del Matese con un ritorno turistico e quindi economico e occupazionale per l’intera regione”.

Ad esprimere qualche perplessità nel corso dei lavori è stato Giacomo Lombardi, sindaco di Roccamandolfi: “Le domande che sono state fatte nel corso dell’appuntamento hanno riguardato prevalentemente situazioni particolari come ad esempio quelle inerenti alla presenza, in alcuni paesi, di parchi eolici e piste da sci. In questo senso – spiega Lombardi – ci sono stati date rassicurazioni soprattutto per quanto riguarda l’aspetto delle attività: la raccolta e il taglio della legna all’interno dei boschi, la raccolta funghi sono tutti procedimenti che potranno tranquillamente continuare nel rispetto dei modi stabiliti dalla legge, che poi si andranno chiaramente a definire con il piano del parco. Per quanto riguarda invece le strutture eoliche, certamente quelle già esistenti non verranno smontate ma probabilmente non saranno consentiti ampliamenti ulteriori; la stessa cosa si può dire per le cave. Cosa diversa invece per i nuclei industriali, che quasi certamente non verranno inseriti all’interno del parco”.

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