La polemica

L’isola ecologica fa litigare Comune e ditta: e Montecilfone resta senza acqua alla spina

In polemica con la nuova Amministrazione guidata da Giorgio Manes, l’azienda Ecocontrol Gsm ha rimosso l’ecobox dove era possibile prendere acqua per pochi centesimi o in cambio di bottiglie di plastica. “Vogliamo capire come funziona e abbiamo convocato il titolare” afferma il sindaco. Mentre l’imprenditore Fausto Di Stefano replica: “C’è una convenzione, leggano le carte”

Addio acqua alla spina, con annessi risparmi e riduzione della plastica. La ditta Ecocontrol Gsm di Termoli ha rimosso l’isola ecologica installata nel 2017 a Montecilfone, dopo uno screzio con la nuova Amministrazione comunale guidata da Giorgio Manes. Una casetta dell’acqua con doppia funzione: erogazione di acqua potabile liscia o gassata e contenitore di bottiglie di plastica. Bastavano cinque centesimi o in alternativa cinque bottiglie usate per avere un litro d’acqua.

Insomma una cifra irrisoria, che comportava risparmi enormi per la popolazione del piccolo centro arbereshe. Ma poco dopo il suo insediamento avvenuto lunedì 27 maggio, il nuovo primo cittadino ha fatto convocare il titolare della ditta che ha montato l’isola ecologica e gestito l’erogazione dell’acqua e il ritiro della plastica.

“Non so come funziona l’isola, volevo conoscerne il funzionamento. Capire chi ritira e dove va a finire la plastica. E poi volevo conoscere il titolare” afferma il sindaco Giorgio Manes (foto sotto). “L’abbiamo chiamato più volte, non ha risposto. Dopodiché gli abbiamo fatto una comunicazione scritta e lui ha fatto smontare la Casetta dell’acqua”.

“Ci sono le carte per capire come funziona la Casetta dell’acqua – replica Fausto Di Stefano, imprenditore di Campomarino che con la sua Ecocontrol realizza isole ecologiche, comprese quelle per l’acqua alla spina -. C’è una convenzione per il servizio e delle delibere. Prima dovrebbero informarsi”.

Secondo Di Stefano, offrendo un servizio, l’azienda è libera di ritirarlo se ritiene non sia redditizio. “Il mio guadagno? Cinquanta euro al mese. Parliamoci chiaro, a Montecilfone ci sono mille abitanti, che guadagno devo avere? Adesso con l’estate sarebbe stato qualcosa in più, ma io offrivo un servizio alla popolazione. Noi non facevamo pagare l’acqua, bensì il trattamento: purificazione, raffreddamento e gas per chi la vuole gasata”.

E poi c’è il vantaggio in termini ecologici. “Non immaginate nemmeno quante tonnellate di plastica abbiamo ritirato. La gente aveva l’acqua gratis gettando le bottiglie usate”.

La convenzione stabilisce che il Comune si faccia carico del pagamento dell’acqua fino a 20 metri cubi al mese e della corrente elettrica. “Se i consumi fossero stati superiori a 20 metri cubi al mese avrei pagato io le utenze. Adesso il Comune mi chiede conto delle eccedenze dei 20 metri cubi, pensando fossero all’anno” aggiunge Di Stefano (foto sopra).

Manes non intende lasciar perdere. “La convenzione ha durata di cinque anni, scade nel 2022, non può toglierla quando vuole. Oltretutto la base su cui poggiava è stata fatta realizzare dal Comune Gli abbiamo già inviato una diffida, ne faremo un’altra”. “Possono fare come vogliono, io non la rimetto la Casetta” ribatte l’imprenditore che fornisce lo stesso servizio anche a Palata, Guglionesi e Bonefro, tanto per fare qualche esempio. “Il basamento è stato realizzato con 7mila euro di fondi regionali che però tardavano ad arrivare e li ho anticipati io”.

Secondo Di Stefano dietro il comportamento del Comune ci potrebbe essere una sorta di ripicca. “Forse pensavano ci fosse chissà che accordo con l’ex sindaco Pallotta, ma figuriamoci. Adesso sembra che il primo problema di Montecilfone fosse la casetta dell’acqua. Eppure so che l’Amministrazione sta chiedendo ad altre ditte di installarne una, ma tutte hanno risposto picche perché costa troppo e non c’è guadagno”.