Diga guardialfiera

Diga rossastra e moria di pesci: colpa di un’alga tossica. Non ci sono rischi per l’uomo, ma i controlli proseguono

Da alcuni giorni l’invaso di Ponte Liscione presenta una colorazione anomala e pesci morti in superficie, come riferiscono i pescatori che frequentano il lago di Guardialfiera. L’Arpa Molise ha fatto già due campionamenti, rilevando una forte concentrazione di alghe potenzialmente tossiche che producono cianotossine, derivanti da fertilizzanti e detersivi. La buona notizia è che le alghe sono abbattute – finora – dall’impianto di potabilizzazione e non finiscono negli acquedotti comunali. Domani, mercoledì, un nuovo campionamento per verificare se il fenomeno è in calo.

Il nome scientifico è quasi impronunciabile: Aphanizomenon flos-aquae. L’alga è presente in fortissime concentrazioni nell’invaso di Ponte Liscione, la diga artificiale di Guardialfiera che rifornisce di acqua l’intero BassoMolise. Da alcuni giorni la colorazione del lago è cambiata, virando su tonalità marroni-rossastre. Se ne sono accorti diversi cittadini, specialmente quelli che praticano la pesca sportiva e che hanno notato – e denunciato – una anomala moria di pesci, che potrebbe essere la conseguenza della fioritura algale.

L’Arpa Molise comunque, attraverso il capo dipartimento Maria Grazia Cerroni, è stata allertata da tempo e ha effettuato già due campionamenti. Il primo risale al 31 maggio scorso, quando le analisi hanno evidenziato la presenza “di un bloom algale della specie Aphanizomenon flos-aquae in concentrazione superiore a 25.000.000 cellule/ml, appartenente alla classe delle Cianoficee, potenziali produttori di cianotossine”, e il secondo il 3 giugno scorso, quando sono stati fatti campionamenti presso gli impianti di potabilizzazione di Larino e Termoli e in 2 punti della rete idrica del Comune di Termoli.

 

“Pur persistendo la presenza di alghe in ingresso agli impianti, seppur in diminuzione – chiarisce la dottoressa Cerroni interpellata da Primonumero.it – non si ravvisa la presenza delle stesse in uscita all’impianto di Larino, né nei punti lungo la rete idrica nel Comune di Termoli”. Dunque l’alga, che già alcuni anni fa ha “occupato” la diga di Guardialfiera, viene abbattuta dalle sostanze della potabilizzazione e non arriva nelle condotte dalle quali si rifornisce il territorio, che in gran pare dipende proprio dall’invaso del Liscione anche per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico destinato al consumo umano, non essendo entrato in funzione l’acquedotto molisano centrale che dovrebbe bypassare proprio la diga e portare acqua di sorgente (e di maggiore qualità) nelle case dei cittadini bassomolisani.

Il campionamento in uscita all’impianto del Cosib, del Nucleo Industriale, non è stato effettuato per la rottura in una condotta che non consente di erogare acqua. Domani, mercoledì, i tecnici Arpa torneranno a fare prelievi sulle imbarcazioni dei Vigili del Fuoco per nuove analisi.

Il monitoraggio del fenomeno è costante, e al momento non preoccupa su possibili rischi per la salute. Questo perché, come detto, questo tipo di pianta acquatica finora è stata “neutralizzata” dall’impianto di potabilizzazione a valle della diga. Le cianotossine tuttavia in grandi quantità possono causare gravi problemi di inquinamento dell’acqua. Sono il risultato della eutrofizzazione, composte da sostanze nutrienti come i nitrati presenti nei detersivi, nei fertilizzanti, negli scarichi industriali. Quando la loro concentrazione aumenta si sviluppano le cianotossine: nel momento in cui le alghe muoiono e si decompongono, consumano grandi quantità di ossigeno e questo può causare la moria di pesci riscontrata nel lago.

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